[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Prende il via oggi l’ora di nuoto per sole donne organizzata dal Centro Culturale Islamico di Sesto. Dalle 10,30 alle 11,30, la piscina comunale Marzabotto, normalmente chiusa al lunedì mattina, aprirà nelle prossime settimane per le donne che partecipano all’iniziativa. Per il momento, ad essersi iscritte al corso sono 8 donne, tutte musulmane. Il corso, che vede la presenza di un’istruttrice, è però aperto a tutte le donne e ragazze.
Quando, diversi mesi fa, l’iniziativa era stata resa nota e pubblicizzata, si era aperto un dibattito politico e culturale, che opponeva da una parte chi parlava di discriminazione al contrario, nei confronti degli uomini, e di una eccessiva concessione ai dettami religiosi, o anche di regressione nei diritti sociali e culturali conquistati in anni di emancipazione; ma dall’altra parte c’era anche la posizione di chi vede l’iniziativa come occasione per estendere la possibilità di praticare sport anche a una categoria di persone, le donne di cultura musulmana, che altrimenti difficilmente farebbero attività fisica, oltre ad essere una potenziale occasione di incontro, scambio e crescita reciproca tra donne di origini e culture diverse.
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Al momento, però, forse anche a causa delle polemiche che hanno puntato i riflettori nei mesi scorsi, sono soltanto otto le donne che partecipano. Un numero che sembra basso ma è giudicato all’opposto e per nulla scontato da chi si occupa di migranti. Tuttavia sul sito internet del Geas e sulla pagina facebook della società l’iniziativa non sembra sia stata pubblicizzata e non compare tra i corsi proposti. In ogni caso, non è la prima volta che il corso si svolge: già l’anno scorso una decina di donne, musulmane e non, avevano partecipato.
“Non si tratta delle regole di un Paese – spiega Sabrina Doulmadji, responsabile del dipartimento di società civile del Centro Islamico di Sesto – ma di un’esigenza che le donne possono avere. Non abbiamo fatto nessuno sbaglio, non c’è nessuna segregazione sessuale o violazione della libertà, semmai ne stiamo riconoscendo una in più: date le richieste da parte delle donne della nostra comunità, abbiamo fatto una domanda, e la Polisportiva Geas è venuta incontro a questa nostra esigenza e per questo li ringraziamo”.
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