Ven. 29 Mar. 2024
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Piscina per sole donne: a Sesto esplode la polemica

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Un tuffo in piscina una mattina a settimana è un piacere che si possono concedere tutti; giovani e anziani, donne e bambini. Con questo principio potrebbe essere nata l’iniziativa ospitata dalla polisportiva Geas di Sesto San Giovanni, nell’impianto Olimpia di via Marzabotto. Ma il progetto, avviato in verità lo scorso anno per la prima volta, è organizzato dal centro islamico sestese e si rivolge esclusivamente alle donne.

Natanti e istruttori tutti in rosa quindi, con l’accesso bandito agli uomini per rispettare i precetti del Corano e i costumi sostituiti da mute da sub.

Un progetto voluto dal centro islamico, non solo per promuovere l’attività sportiva ma anche per favorire l’integrazione tra le musulmane di varia nazionalità; tunisine, marocchine, egiziane, iraniane ma anche italiane, come spiega Sabrina Ddoulmadji dalle colonne de Il Giorno. “Il corso è aperto a tutte, non solo alle musulmane. Già l’anno scorso avevamo tra noi qualche italiana, che ci raggiungeva a mezzogiorno per il nuoto libero. Il gruppo è cresciuto in modo affiatato. È l’occasione per fare due chiacchiere, stare insieme, scherzare e ritagliarsi un momento lontano dal lavoro, dalla casa, dalla quotidianità”.

La mattinata in piscina in rosa si svolgerà ogni lunedì e prenderà il via il 19 gennaio per concludersi il 20 aprile. Ma ad oggi, ben prima dell’avvio delle attività la questione si è già spostata sul piano politico non scevra di polemiche. “E’ il classico esempio di discriminazione al contrario – afferma Roberto Di Stefano, capogruppo di Forza Italia nel parlamentino sestese -, questa non è integrazione ma sostegno all’integralismo islamico, sarebbe bello capire se qualche volta il Comune riesce a non subire i diktat della comunità islamica e a fare applicare le stesse regole anche a loro, cittadini sestesi come tutti gli altri, questa sarebbe la vera integrazione”.

Una notizia che corre veloce fino alle stanze di Palazzo Lombardia, dove l’assessore al Territorio Viviana Beccalossi tuona la sua indignazione dal proprio profilo Facebook. “Quando a Brescia il centrodestra aveva proposto il buono bebè per le famiglie italiane era stato accusato di razzismo – afferma l’assessore -. In nome dell’islam invece tutto è concesso, nessuno parla di discriminazione al contrario”.

(Foto di repertorio dal nostro archivio)

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