[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – La chiama “oretta rosa” e prova a chiarire le ragioni che l’hanno motivata: permettere a tutte le donne, anche alle non musulmane che non si sentono a loro agio in presenza di altri uomini, di fare sport in piscina. Sabrina Doulmadji, responsabile del dipartimento di società civile del Centro Islamico di Sesto, risponde alle critiche seguite alla pubblicizzazione dell’iniziativa, ideata dalla comunità musulmana, di un’apertura delle vasche solo per le donne. E lancia un appello.
“Non capisco proprio dove sia il problema. – dice l’organizzatrice – Parlano di discriminazione al contrario, ma io non la vedo: non togliamo nulla a nessuno e non usiamo soldi pubblici. La nostra oretta rosa si terrà il lunedì mattina, quando la piscina è chiusa e noi pagheremo un affitto”.
“Ci sono donne di fede islamica che vanno tranquillamente in piscina vestite con il costume adatto. Altre però non se la sentono. Credo sia una scelta personale delle donne e che questo non crei problemi. Non si tratta delle regole di un Paese, ma di un’esigenza che le donne possono avere. Non abbiamo fatto nessuno sbaglio, non c’è nessuna segregazione sessuale o violazione della libertà, semmai ne stiamo riconoscendo una in più: date le richieste da parte delle donne della nostra comunità, abbiamo fatto una domanda, e la Polisportiva Geas è venuta incontro a questa nostra esigenza e per questo li ringraziamo”.
“Mi dispiace molto chi ricorda che dal 1959 la piscina è mista, sottolineandolo come se si facesse un passo indietro sociale. Non sono d’accordo, perché il progresso e la crescita non si misura da queste banalità, che sono scelte personali. Anzi noi ci impegniamo tutti i giorni per far interagire la comunità islamica con la cittadinanza sestese per crescere insieme. Del resto, dopo 20 anni ci sentiamo italiani anche noi e vogliamo contribuire al progresso di questo Paese e a stare bene insieme”
“Anche se non le capisco – conclude Doulmadji – colgo queste polemiche come occasione per fare un appello: l’apertura è pensata per tutte le donne, e io invito tutte le cittadine che vogliano, a provare con noi. Sarà anche l’occasione per rilassarci, per stare tra donne di diverse culture e fedi, conoscendoci al di là dei pregiudizi e degli stereotipi. Già l’anno scorso abbiamo fatto una sperimentazione, ed è stata un’esperienza molto bella: abbiamo stretto amicizie e fatto un’attività sportiva che altrimenti molte donne non farebbero”.