[textmarker color=”E63631″] NORDMILANO -[/textmarker] Un tassello importante nel tessuto cittadino del NordMilano è rappresentato dal mondo cooperativo, messo duramente alla prova – come per tutti – dal periodo della pandemia. Ma, forse a differenza di altri, questa realtà ha saputo trovare risorse preziose per rispondere all’emergenza e per riprogettare il futuro. Come ci racconta Pierpaolo Forello, presidente di UniAbita, un patrimonio di 3000 alloggi, per un totale di 40 stabili, di cui 32 solo a Cinisello, gli altri a Sesto San Giovanni, ma anche a Monza e Milano.
Come avete vissuto il periodo caratterizzato dalla pandemia per Covid 19?
Per UniAbita sicuramente è stata un’esperienza totalmente inaspettata. Inizialmente ci ha colto alla sprovvista. Questo evento è giunto in un momento particolare della nostra attività perché stavamo per chiedere ai nostri soci l’approvazione del bilancio 2019. Siamo quasi alla fine di un percorso di ristrutturazione che segna l’uscita dalla crisi del 2015.
In questi ultimi cinque anni abbiamo intrapreso un percorso di risanamento che porterà all’approvazione di un bilancio per il 2019 che sfiora il pareggio. Con un fatturato di 20 milioni di euro il nostro bilancio prima delle tasse ha registrato un – 265 mila euro. L’anno scorso era –1 milione e 200 mila euro. In questi anni abbiamo iniziato un percorso di rinnovamento che ha portato a riorganizzare la struttura e ad avvicinarci ai soci.
Per quanto riguarda il periodo che abbiamo vissuto nelle scorse settimane possiamo dire questo: pur nella drammaticità degli eventi accaduti ci siamo resi conto di alcuni aspetti positivi che caratterizzano la nostra esperienza. Innanzitutto, la nostra conseutudine a essere comunità nella comunità ha fatto nascere mille gesti di solidarietà spontanea fra la gente.
Come cooperativa siamo sempre stati operativi. Abbiamo chiuso al pubblico solamente una settimana. I soci potevano sempre telefonarci oppure scriverci. Durante il periodo della pandemia abbiamo cercato di essere ancora più efficaci del solito e ci siamo impegnati per non lasciare inevasa nessuna pratica. La nostra cooperativa non è solo UniAbita, ma è una famiglia di varie realtà con cui collaboriamo: il Consorzio Il Sole di cui siamo soci di maggioranza, Coop Lombardia e la Cooperativa Agricola. Insieme abbiamo offerto ulteriori servizi oltre a quelli tradizionali.
Può farci qualche esempio?
Abbiamo portato i pasti a domicilio per le persone che avevano difficoltà a uscire di casa per fare la spesa. Abbiamo attivato un numero telefonico al quale rispondevano medici che offrivano un primo consulto, quando era molto difficile mettersi in contatto con il personale sanitario. Da alcune settimane, inoltre, il Consorzio Il Sole propone il servizio di tampone a domicilio.
Prima ha usato questa frase “essere comunità nella comunità”. Che cosa significa? Ce la può spiegare meglio?
In tutti i caseggiati abbiamo dei referenti. Ogni stabile ha la sua saletta, dove siamo abituati a organizzare feste o altri momenti di aggregazione e di incontro. La cooperativa, in queste settimane, si è data l’obiettivo di non lasciare solo nessuno. Ci siamo impegnati a fondo per raggiungere tutti i nostri soci riattivando i nostri canali Facebook e inventandoci una newsletter. Abbiamo realizzato e incasellato volantini per dire ai nostri soci “Ci siamo!”. Il nostro primo volantino aveva come titolo “Non siamo soli”.
Un primo bilancio di questa vostra attività?
La nostra percezione è che la situazione sia rimasta tutto sommato sotto controllo. Certo, purtroppo alcune famiglie hanno subito la perdita dei propri cari in questi casi ci sono stati piccoli e grandi gesti di solidarietà fra i soci. La stessa cooperativa si è fatta carico di una serie di incombenze per dare un aiuto concreto ai soci in difficoltà. Siamo poi rimasti sempre in contatto con tutti i centri di emergenza attivati nel comuni del nostro territorio.
Ci sono stati piccoli e grandi gesti di solidarietà per quelle famiglie, per esempio, che hanno subito delle perdite con parenti fuori regione. La cooperativa insieme ai soci vicini di casa si è fatto carico di una serie di incombenze. Alcuni soci più giovani si sono attivati per fare la spesa a vantaggio degli anziani. In alcuni casi i soci si sono organizzati fra di loro. Siamo rimasti costantemente in contatto con tutti i centri di emergenza attivati dai Comuni del nostro territorio. E poiché non siamo un’isola separata dal resto della comunità, insieme al Consorzio Il Sole abbiamo fatto una donazione all’ospedale Bassini in prima linea durante l’emergenza Covid 19.
Quale lezione avete tratto da quanto è accaduto nelle settimane scorse?
Abbiamo avuto la conferma che l’esperienza di vivere la cooperativa fa realmente la differenza. Lo spirito cooperativo c’è. La reazione di tutti è stata positiva. I soci prestatori – per esempio – avrebbero potuto spaventarsi: i loro risparmi di una vita sono qui da noi e potevano riprenderseli, ma nessuno è corso da noi. Rimane purtroppo un’incognita il futuro perché non sappiamo prevedere gli effetti di questa pandemia nella nostra società. Io sono comunque certo che questa cooperativa ha le capacità per adattarsi e reinventarsi in ogni situazione.
Quali saranno i vostri prossimi passi?
Intanto posso dire che il periodo appena trascorso è stato di fatto per noi un acceleratore. La cooperativa negli ultimi anni aveva già intrapreso un percorso di cambiamento, ma in tre mesi abbiamo realizzato ciò che volevamo fare in un anno. Per parlare a un pubblico di 17.000 persone, per esempio, ci siamo spostati sul web, perché i canali classici non bastano più.
Da alcuni anni abbiamo cambiato completamente strategia di intervento. Un tempo avevamo un grande bisogno di case e quindi operavamo grandi investimenti che poi rientravano. Questo modello non funziona più. Ora prima di costruire facciamo un’indagine, opzioniamo gli appartamenti, compriamo l’area e iniziamo a costruire solo quando il 50% degli appartamenti è già venduto.
A Cinisello Balsamo, sull’area adiacente l’ex Cieffe Gomme di via Matteotti abbiamo un progetto cui crediamo molto che è stato approvato dall’attuale Giunta. Con l’arrivo della metropolitana e lo sviluppo dell’area Auchan questa zona tornerà a essere molto appetibile. Stavamo lavorando con l’Amministrazione per ottenere l’approvazione del piano attuativo per poi partire, ma con il Coronavirus per il momento ci ha fermati.
Abbiamo operato un grosso investimento a Sesto San Giovanni con Univillage, una realtà composta da 254 appartamenti. Senza il sopraggiungere della pandemia avremmo completato le vendite. Nella stessa zona, la Bergamella, siamo impegnati con il Politecnico in un altro intervento: un nuovo modello abitativo di edilizia sostenibile che intende diventare un principio modificativo ed etico per le nuove trasformazioni urbane.
La nostra idea è che anche nel nord Milano si possono sviluppare dei progetti di concezione nuova. Il modello di riferimento è quello, appunto, della Bergamella, che ora è un quartiere nuovo, rinato. E’ un luogo vivibile della città. La scorsa estate “esplodeva”. Lì ci sono 500 famiglie che hanno scelto Sesto San Giovanni come casa di qualità. Cerchiamo di offrire servizi utili e concreti come la casetta dell’acqua condominiale, il posto dove ricoverare le bici e – dove possibile – una saletta con la possibilità di cucinare per organizzare una festa di compleanno o di caseggiato.
Stiamo pensando anche a servizi di car sharing e legati alle bici. Stiamo installando delle bacheche elettroniche interattive per offrire informazioni utili. Stiamo favorendo anche la spesa di prossimità in quattro stabili dove forniamo il servizio di Fresco frigo in collaborazione con la Coop Lombardia che fornisce i prodotti di prima necessità.