[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – “I musulmani non possono tacere!!” Si conclude così, con un doppio punto esclamativo il comunicato divulgato dal Centro Islamico di Sesto. La comunità che riunisce molti fedeli musulmani sestesi ha voluto prendere posizione alla luce dei recenti fatti di sangue a livello mondiale, e in particolare dopo le persecuzioni e le violenze ai danni nei cristiani in Iraq.
Nelle attività di preghiera di ieri, venerdì 5, e il Sermone hanno affrontato alcuni temi cruciali di questi giorni. In particolare, sono stati dedicati:
1. Al tema della libertà religiosa come diritto di ogni persona e dovere di ogni società.
2. Alla condanna delle persecuzioni e delle violenze contro tutte le minoranze religiose ed etniche in Iraq: dai cristiani ai curdi, inclusi i musulmani sunniti che hanno rifiutato la logica della violenza e della sopraffazione.
3. Al rigetto della cultura dell’odio e dell’estremismo.
4. La Comunità Islamica di Sesto San Giovanni intende ribadire il suo impegno a favore del dialogo interreligioso e dell’integrazione, del rispetto per la diversità e la difesa dei valori comuni.
Questi i quattro punti con cui la comunità che riunisce molti fedeli musulmani sestesi, e non solo, ha voluto prendere posizione alla luce dei recenti fatti di geopolitica e sangue a livello mondiale. Ma fa anche seguito alle polemiche sfociate nel Nordmilano. Dalle dichiarazioni di Usama El Santawy a Cinisello, cha aveva puntato il dito sulle umiliazioni a cui sarebbero secondo lui sottoposti molti musulmani e che giustificherebbero l’arruolamento per dedicarsi alla guerra in Siria. Alle “vocazioni” jhiadiste emerse a Cologno Monzese.
Per rispondere a questi episodi, con la ripresa delle attività la comunità sestese ha deciso di far sentire la sua voce. Una delegazione del centro islamico si è anche recata in visita al prevosto di Sesto don Giovanni Brigatti, come gesto di vicinanza.
“Il sermone di oggi è stato fatto da un imam proveniente da Dubai, con traduzione simultanea in italiano – ha detto il direttore del centro Hocine Bouchemal -. Al centro del discorso c’era la dignità dell’uomo, la cui vita non può essere messa a repentaglio dalla cultura dell’islam. Noi ripudiamo ogni forma di violenza e promuoviamo il dialogo, questa è la nostra linea guida”.
Nei giorni scorsi la comunità era stata attaccata per via di un possibile trasferimento della sede in via Trento e ai lavori non autorizzati in corso. Dopo la fine del contratto di affitto nella struttura di via Tasso dove pregano attualmente, infatti, si era reso necessario trovare un altro luogo, non essendo ancora pronta la nuova moschea che sarà costruita in via Luini. Nella fretta di trasferirsi, erano stati avviati dei lavori senza chiedere le necessarie autorizzazioni al Comune, cosa di cui adesso il centro dovrà rispondere.
“Per quanto una sede sia urgente, date le condizioni in cui attualmente siamo costretti a pregare, abbiamo deciso di fare le cose con calma – spiega Hocine -. Abbiamo chiesto di poter rimanere in via Tasso ancora qualche mese, fino a quando nella nuova struttura non sarà tutto in regola”.

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