Ven. 19 Apr. 2024
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“Moschea abusiva in via Trento”, l’opposizione attacca il Comune

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI [/textmarker] – “Moschea abusiva a Sesto, il sindaco fa razzismo contro gli italiani”. Inizia così, con un titolo a gamba tesa, l’attacco dei consiglieri comunali di opposizione Antonio Lamiranda e Roberto Di Stefano.

A pochi giorni dalla polemica riguardante il responsabile della comunità islamica di Cinisello, il dito viene puntato ora contro quella sestese.  L’allarmismo è causato dallo spostamento del luogo di preghiera da via Tasso al nuovo capannone affittato in via Trento.

In via Tasso, infatti, dove i musulmani si ritrovano attualmente per il culto, a settembre scade l’affitto senza possibilità di rinnovo. La comunità islamica è proprietaria di uno stabile in via Vittorio Veneto ma, non potendolo usare per la preghiera, è andata così in cerca di un luogo alternativo: che ha trovato in via Trento. I lavori di realizzazione della nuova e definitiva moschea in programma in fondo a via Luini, infatti, sono ancora molto indietro per via delle bonifiche. Così nei prossimi mesi avranno bisogno di una “moschea-ponte”.

L’opposizione ha accusato il sindaco e la giunta di essere a conoscenza di quanto sta avvenendo e di avallare “condotte illecite dietro un falso buonismo di sinistra”.

A rispondere per il Comune è il vicesindaco Felice Cagliani: “Nei confronti dei proprietari e degli affittuari del capannone di via Trento sono state seguite le procedure che avremmo seguito con qualsiasi altro cittadino. Il 5 agosto, infatti, abbiamo ricevuto una segnalazione da parte di un’azienda vicina, via posta elettronica, del fatto che in quel capannone erano in esecuzione lavori senza nessuna segnaletica di legge.

“Il 7 agosto, solo due giorni dopo, – continua Cagliani – la Polizia Locale ha effettuato un sopralluogo rilevando l’esecuzione di opere senza autorizzazione. Lo stesso giorno, come da regole, il SUAP – lo Sportello Unico per le Attività Produttive – ha inviato alla proprietà e agli affittuari la richiesta di comunicazione di avvio di procedimento. Sono passati due giorni dalla segnalazione al nostro intervento e mi chiedo dove stia l’eccesso di “buonismo” denunciato dai consiglieri di opposizione”.

La mancanza della comunità islamica è stata quella di non comunicare l’avvio dei lavori per incrementare il numero dei bagni presenti nella struttura. Per questo, dopo che sarà fornita tutta la documentazione (i proprietari, che si sono detti non a conoscenza dei lavori in corso, hanno chiesto 45 giorni di proroga per consegnare tutti i fogli), sarà probabile una sanzione amministrativa.

Il vicesindaco Cagliani, dopo aver sentito per telefono il presidente del centro islamico Gueddouda Boubakeur, il 29 agosto ha incontrato il direttore Bouchemal Hocine insieme al loro architetto.

L’opposizione tuttavia annuncia battaglia se le attività nel centro non verranno bloccate: “Manderemo copia dell’esposto anche in Regione Lombardia, chiedendo al governatore Roberto Maroni di intervenire per far rispettare la legalità al Sindaco di Sesto San Giovanni qualora non predisponga un’ordinanza che blocchi immediatamente le attività all’interno del capannone”, si legge sempre nel comunicato di Lamiranda e Di Stefano.

Ma, a quanto risulta all’Amministrazione, il trasferimento non è ancora avvenuto: prima di spostare la preghiera nel nuovo capannone preso in affitto, la comunità islamica dovrà procedere ad un cambio di destinazione d’uso dello stabile, anche solo temporaneo. Questo dovrà essere approvato con una delibera di giunta.

“Vediamo invece con favore – ribatte il vicesindaco – la possibilità che il Centro culturale islamico di Sesto, in attesa di realizzare il proprio edificio in via Luini, possa trasferirsi temporaneamente in via Trento. I locali di via Tasso, infatti, dopo oltre un decennio di attività non saranno più utilizzabili e una soluzione ponte come questa potrebbe essere accettabile, a patto di seguire tutte le norme e le leggi previste dallo Stato italiano”.

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