Ven. 04 Ott. 2024
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La comunità cristiana e la strage di Paderno Dugnano: “Uno sguardo di speranza deve caratterizzare questi giorni”

La strage di Paderno Dugnano, protagonista un giovane di 17 anni che ha confessato di aver sterminato la propria famiglia, ha profondamente scosso tante persone, non solo della zona. Fra le varie voci e giudizi espressi sulla dolorosa vicenda ecco la riflessione diffusa da sacerdoti, consacrate e membri del Consiglio pastorale della CP San Giovanni Paolo II che riprendiamo dal sito della Diocesi di Milano.

“Le vicende di questi giorni non possono – come comunità cristiana – lasciarci indifferenti. Tutto questo ci interroga su come noi adulti viviamo ed educhiamo alla relazione buona, alla custodia della nostra e altrui vita, come ci mettiamo in ascolto tra generazioni, a come sappiamo cogliere e accogliere le fragilità, i silenzi, le solitudini e le fatiche dei più giovani.

Siamo sicuramente sgomenti per quanto accaduto e sappiamo bene che ora non occorrono parole; ci sentiamo di dire che è importante sospendere ogni giudizio e come credenti affidarci alla forza della Parola di Dio e alla preghiera con cui accompagniamo Riccardo e la sua famiglia.

Accogliamo le parole di Gesù: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò» (Mt 12, 28).

Ci sentiamo di dire che non può prevalere la rabbia, il giudizio temerario come neppure l’indifferenza o la rassegnazione. La disperazione, il pessimismo e la sfiducia non possono caratterizzare il nostro tempo e neppure il “giudizio” sulle giovani generazioni. Molti di loro chiedono ascolto, fiducia, affetto e sguardo positivo sulle loro attese, dialogo e attenzione sinceri sui loro progetti e sulle fragilità, spesso velate, inesplorate e inespresse.

Seppure non sempre capaci di dare risposte o spiegazioni ci sentiamo di dire che uno sguardo di speranza deve caratterizzare questi nostri giorni. Ricordiamo a noi e a tutti le parole della Scrittura: «Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? In tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati» (Rm 8, 35.37). Il nostro Dio non è un Dio assente, separato da noi… lontanissimo; è invece un Dio “appassionato” dell’uomo, teneramente amante.

Se noi siamo “inclini” nel recidere legami e ponti, Lui invece no. Se il nostro cuore si raffredda, il nostro Dio ci accompagna sempre anche se, per sventura, noi ci dimenticassimo di Lui. Sul crinale che divide l’incredulità dalla fede, decisiva è la scoperta di essere amati e accompagnati da un Dio che ci è Padre, non ci lascia mai soli.

Con questi sentimenti esprimiamo il nostro affetto e la nostra vicinanza alla famiglia C., ai parenti e a tutti coloro che in questi giorni, nella nostra città, soffrono e sono disorientati.

«Non temete! Io sono con voi fino alla fine del mondo» (Mt 29, 20).

I Sacerdoti, le Consacrate e i membri del Consiglio Pastorale

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