Sab. 04 Mag. 2024
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Cinisello Balsamo, Tarantola (Pd): “Costringeremo l’amministrazione a farsi carico di tutti i problemi irrisolti”

Il capogruppo del Pd si impegna a incalzare la Giunta Ghilardi sui temi di interesse dei cittadini e auspica una nuova stagione di co-programmazione e coprogettazione. E nelle periferie c'è ancora molto da lavorare...

Marco Tarantola, capogruppo del Pd a Cinisello Balsamo, con 496 voti è stato il più votato tra i candidati del Pd nell’ultima tornata politica amministrativa. Un buon risultato personale che però non cancella la delusione per come sono andate le elezioni per la sinistra locale. A bocce ormai ferme, messa ormai alle spalle la competizione elettorale, lo abbiamo  intervistato.

Il risultato dell’ultima tornata elettorale ha decretato la sconfitta della sinistra a Cinisello Balsamo. Qual è il vostro giudizio su quanto è accaduto?
Il centro sinistra ha perso e il sindaco ha vinto. Dico sindaco, perché i partiti di destra non hanno certo fatto un exploit. Dopo il sindaco, ha vinto l’astensionismo, e questa è una delle ragioni a cui credo si debba attribuire il risultato negativo del centro sinistra: non siamo riusciti a portare al voto una parte della città. Una parte dove si nasconde sia l’indifferenza verso la politica, sia una sfiducia di fondo rispetto a qualsiasi proposta politica.
Inoltre in città grandi come Cinisello Balsamo il voto di opinione ha una sua rilevanza: le persone che riesci a intercettare in una campagna elettorale cittadina rimarranno sempre una minoranza rispetto a quelle che si orientano nella scelta seguendo il “clima” regionale e, soprattutto, nazionale. Da questo punto di vista non si può certo dire che abbiamo il vento in poppa.

Il quartiere Crocetta a Cinisello Balsamo

Dove pensate di aver sbagliato e dove invece che ritenete l’avversario politico sia stato più bravo?
Dove l’avversario politico è stato più bravo è abbastanza evidente: non ha mai perso l’occasione di farsi vedere, che fosse un’inaugurazione, una festa, un intitolazione. Se possibile e appena possibile ha sempre incontrato negozianti, rappresentati delle imprese, preti, suore e parrocchie. È stato bravo a metterci la faccia, soprattutto quando non costava niente, se non la fatica di esserci. E ha accompagnato questa presenza con una “copertura” social di cui oggettivamente bisogna complimentarsi.
Noi, ereditando una lunga storia e tradizione di governo, ci siamo concentrati molto di più sugli aspetti amministrativi, abbiamo lavorato tantissimo in Consiglio comunale e nelle sedi istituzionali che, notoriamente, sono poco frequentate da cittadini e giornalisti. Così non siamo riusciti ad arrivare alle molte realtà della Città che pure hanno iniziato a capire che le decisioni forti venivano sempre rimandate (il piano di governo del territorio), che con il PNRR abbiamo perso un sacco di occasioni, che la gestione dell’ordinario replicava il buono delle giunte precedenti senza le innovazioni e i cambiamenti che, con il tempo, diventano necessari. Ci siamo esauriti tra le delibere di Consiglio senza sostenere movimenti di protesta che ormai sono necessari a dare risonanza ai limiti evidenti e insostenibili di questa amministrazione. La purificazione, inevitabile per chi è stato al governo parecchi anni, è finita: è ora di rialzare la testa. Il nuovo gruppo consigliare imparerà a dare battaglia dentro e fuori dall’aula. Ne sono convinto.

Durante il primo consiglio comunale avete parlato di opposizione dura. Che cosa
intendevate dire esattamente con questa espressione?
Intendiamo trasformare in azioni i propositi che prima dicevo. Le tasse comunali stanno
aumentando, vogliamo ricordare gli aumenti della TARI (in cinque anni quasi il 40% in più per le famiglie numerose e per diverse attività commerciali)? Ci sono problemi di cui il sindaco non si occupa, ma che non possono più essere nascosti dietro i selfie e le fasce tricolori delle inaugurazioni. Le faccio alcuni esempi: possibile che la giunta non stia facendo nulla per risolvere la carenza di medici di base che è diventata drammatica? Le piste ciclabili non basta inaugurarle (peraltro erano progetti della giunta di centrosinistra), bisogna mantenerle (guardate in via Meani) e promuovere una mobilità alternativa. E se vuole parliamo di trasporti pubblici: la giunta precedente di centrosinistra aveva combattuto e vinto la battaglia per la riduzione del costo dei biglietti (il biglietto
unico), ora il biglietto è già aumentato del 10% a causa delle politica della Lega al governo. Questa giunta non si sa cosa stia facendo per la metropolitana.
Opposizione dura vuol dire costringere l’amministrazione a farsi carico di tutti quei problemi o quelle questioni di cui non si è occupata finora e a cambiare le scelte sbagliate che invece ha fatto!

Quartiere S. Eusebio
Quartiere S. Eusebio

Quali sono secondo voi i temi che stanno più a cuore ai cinisellesi? Quali sono le priorità oggi della politica cinisellese?
È prioritario tornare a occuparsi delle periferie, abbandonate agli slogan sia per quanto riguarda il decoro sia dal punto di vista sociale. La realizzazione di un PGT che recuperi il suolo consumato e punti sulla riqualificazione di qualità. Un sistema di mobilità urbano più efficace (il PGTU è scaduto e va rinnovato), non si può proseguire a colpi di ordinanze ci vuole un pensiero organico!
E poi c’è la sfida di trovare nuove forme di finanziamento che non siano solo le tasse e gli oneri di urbanizzazione, in questo periodo ci sono davvero enormi risorse e finanziamenti a disposizione per gli enti locali, stiamo facendo troppo poco, sono treni che passano e non tornano e che comunque pagheranno i nostri figli, bisogna sfruttarli! Peraltro, con un governo e una giunta regionale “di colori amici” dovrebbe essere meno difficile.
Infine, mi lasci dire, è necessario investire sul tessuto sociale e associazionistico della Città: in cinque anni sono riusciti a distruggere tutte le consulte e i tavoli istituzionali (la Consulta dello sport si è dimessa, il tavolo della musica e il tavolo povertà sono morti, la Consulta della scuola si riunisce senza più neanche il numero legale), è necessaria una nuova stagione di co-programmazione e coprogettazione! Pensare di risolvere i problemi dicendo “avete il mio numero chiamatemi” è gravemente ingiusto perché oltre a essere un metodo che organizzativamente non può funzionare, rischia di trasformare in una “gentile concessione” quello che è un diritto, oltre a tagliare fuori tutti coloro che “il numero del sindaco” non ce l’hanno o non lo vogliono. Come ho detto nella prima riunione di Consiglio comunale: quelli di prima – come i vincitori di oggi chiamavano il centrosinistra di governo – adesso sono loro, e le scuse sono finite! Di questo passo arriverà il tempo di chiedere scusa.

Come vedete il presente e il futuro della Crocetta?
Crocetta è il quartiere su cui più di tutti gli altri sono previsti investimenti e, d’altra parte,
necessitano trasformazioni. I fondi europei del progetto Entangled sono un’opportunità che non possiamo e non dobbiamo perdere, ma non si può pensare che scelte come l’abbattimento di una scuola può essere presa nelle stanze della giunta comunale (perché neanche il Consiglio comunale o le commissioni consiliari sono state coinvolte o informate dei progetti). I comitati di quartiere, i comitati genitori, gli operatori dei servizi, i cittadini hanno fatto arrivare forte e chiaro il messaggio che “il sindaco del dialogo” deve davvero andare in quartiere e dialogare sul futuro della Crocetta (sono state raccolte oltre 1.200 firme in pochi giorni!). Ci sono risorse destinate, ma nella pratica si chiudono i servizi, come la scuola Anna Frank e il consultorio? Non è accettabile. I presidi di legalità ed educazione vanno rafforzati, bisogna investire per potenziare i servizi nel quartiere anche se oggi la lotta è per mantenerli. Il Consiglio di Istituto Paganelli (il cui presidente è un consigliere comunale della Lega) ha fatto una proposta organica salvaguardando i principi con cui si è vinto Entangled, certo è la loro proposta, ma non si può ignorarla come è stato fatto finora! Bisogna sedersi al tavolo e “ricondurre la discussione nelle sedi istituzionali” come ha detto il sindaco in una recente intervista, peccato che proprio questa settimana hanno bocciato una proposta della minoranza che puntava a istituire una commissione consiliare speciale proprio su questo argomento e per questa ragione. Devono smetterla di dire delle cose e fare l’esatto opposto, altrimenti non rimane che la mobilitazione.
Inoltre Crocetta non è solo Entangled, c’è il tema del Copacabana, la realizzazione di una piazza che elimini una delle cesure del quartiere (via Stalingrado) e lo riconnetta a Casati-Brollo, gli interventi della parrocchia per il nuovo oratorio, l’arredo urbano sulla passerella di scavalco della A4, la passerella sul Fulvio Testi finanziata con il bando periferie del 2016 e non ancora realizzata, la questione M5 con la fermata tolta dal quartiere… insomma, per riprendere la domanda, la sfida è avere una visione di futuro del quartiere, un’idea di trasformazione che non si limiti a gestire con astuzia il presente e le urgenze.

Qual è la vision del PD a riguardo dei temi della città metropolitana, i collegamenti fra i vari comuni del NordMilano e lo stesso capoluogo lombardo e i trasporti?
La Città Metropolitana è un’istituzione rimasta incompleta a causa della bocciatura del
referendum del 2016. Il superamento della Provincia non ha comportato una ridefinizione delle competenze e delle risorse economiche necessarie. Questo ha prodotto il controsenso che Milano, città capoluogo, ha per anni assorbito le energie e le risorse dei territori, attraendo anche eccellenze internazionali alla ricerca di una sede nel territorio milanese. Questo ha comportato un’impossibilità di concretizzare una politica urbanistica condivisa, in grado di risolvere le contraddizioni (anche sociali) che si sono create in questi anni. Oggi dunque ci troviamo in una situazione in cui Milano – sempre più centrale – vede schizzare alle stelle i prezzi delle abitazioni. Le opportunità di vita che si trovano nel capoluogo costringono al ruolo di “dormitori” i comuni della provincia, sempre meno attrattivi per poli tecnologici, industriali, per start up e in grado di creare un volano sui territori.
Per questo motivo, una delle grandi sfide che caratterizzano il territorio della Città Metropolitana è quello della mobilità e delle infrastrutture. I prolungamenti delle metropolitane e delle metrotranvie hanno definito le grandi scelte degli ultimi 15 anni: la grande sfida di creare la dorsale milanese della M4, di meglio collegare la Brianza con M5 e due metrotranvie, portare la M3 verso il sud Milano, e la M1 verso l’ovest. Insomma, pur essendo progetti solo in parte realizzati, su queste direttrici sono stati tracciati destini di sviluppo.
Ora, l’attenzione dovrebbe spostarsi sui collegamento est-ovest: linee “circolari”, capaci di
svincolare i pendolari da un necessario passaggio su Milano per arrivare a destinazione.
Certo, serve un’ingente quantità di soldi: ecco perché alleviare Milano dal peso di essere king maker delle scelte e primo contribuente delle spese per il TPL potrebbe essere una risposta per le esigenze dell’hinterland e del capoluogo stesso.
Su queste tematiche ho sottoscritto e promosso un Comunicato Stampa uscito in questi giorni e c’è un lavoro importante coordinato da Giordano Ghioni (membro della Direzione
metropolitana del Partito Democratico e già segretario e consigliere comunale a Cormano) che verrà presentato nelle prossime settimane come contributo alla linea del PD sulla riforma della Città metropolitana in discussione in questi giorni in Parlamento.

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