Gio. 18 Apr. 2024
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Tino Magni, un lavoratore al Senato

Dopo anni un operaio, con una lunga carriera da dirigente in Fiom-Cgil, conquista un posto a Palazzo Madama. Il padre lavorava in una fonderia di Sesto San Giovanni

Giovedì 13 ottobre Tino Magni si insedierà come Senatore della Repubblica dopo essere stato eletto per Alleanza Verdi Sinistra il 25 settembre al collegio Lombardia 2 che comprende le province di Milano, Pavia e Lodi. Dopo anni un operaio, con una lunga carriera da dirigente in Fiom-Cgil, conquista un posto a Palazzo Madama.

«Raggiungere questo traguardo è per me grande motivo di orgoglio. – commenta Tino Magni – Non finirò mai di ringraziare tutti quelli che hanno votato Alleanza Verdi Sinistra nel mio collegio e coloro che sono stati al mio fianco in questi mesi. Al Senato cercherò di occuparmi di ciò che più mi sta a cuore: il lavoro, il futuro dei giovani e la lotta per i diritti.»

È stato eletto un operaio con una storia politica importante a riconoscimento di un lungo percorso nel quale si sono intrecciati ruoli dirigenziali sia politici che organizzativi ricoperti negli anni più cruciali della storia politica italiana.

Dirigente sindacale di lungo corso

Dirigente sindacale e politico di lungo corso, Tino Magni ha vissuto in prima persona la conquista dei diritti dei lavoratori: «Gli anni ‘70 sono stati straordinari per la mia crescita culturale, politica, sociale e, ovviamente sindacale, ed hanno inciso moltissimo nelle coscienze delle persone della mia età. Anni che mi hanno consentito di maturare anche sensibilità diverse, come l’impegno volontario in associazioni legate al mondo della disabilità. Una forte presa di coscienza verso le realtà locali e le tematiche internazionali, mi hanno portato inevitabilmente a condividere la necessità di ampie suggestioni politiche.»

Impegnato in azioni di solidarietà internazionali

Oltre al continuo impegno politico e sindacale, il segretario organizzativo di Sinistra Italiana nazionale ha sempre avuto particolare riguardo sia verso le tematiche dell’inclusione sia quelle internazionali declinando questa sua sensibilità in diversi progetti: «Non ho mai smesso di occuparmi di solidarietà internazionale. Da oltre 25 anni partecipo attivamente al progetto Mir Sada, che da Lecco, allo scoppio della guerra nei Balcani, ha svolto un importante azione di solidarietà internazionale portando aiuti umanitari nei campi profughi prima in Albania, Kosovo, Slovenia e Bosnia e oggi nei campi profughi di Sid e Velika Kladusa sulla cosidetta Rotta Balcanica. In particolar modo, ho conosciuto la realtà di Kragujevac, una città in Serbia a 140 chilometri a sud di Belgrado, con cui si è creata una lunga amicizia. È nato così il progetto (Adotta un Bambino), cioè famiglie locali che vengono supportate da famiglie italiane, anche portando in Italia per cure specialistiche, minori affetti da gravi patologie.»

Il papà lavorava in una fonderia di Sesto San Giovanni

Tino Magni nasce a Barzago (Lc) il 29 giugno 1947 da una famiglia operaia (la madre tessitrice e casalinga, il padre al lavoro in una fonderia di Sesto San Giovanni).

È sposato con Rita, operaia metalmeccanica, ed è padre di Sara, laureata in Scienze dell’Educazione all’università Bicocca e attualmente coordinatrice in un Centro Residenziale per persone disabili.

Alla scomparsa del padre nel 1959, unico sostegno della famiglia, decide di andare a lavorare e così comincia la sua formazione alla vita nel mondo del lavoro. Dapprima garzone presso un fabbro, poi in una piccola officina metalmeccanica, a 14 anni (nel 1961), col libretto di lavoro in mano, viene assunto da una fabbrica tessile del comune dove viveva.

Per migliorare la sua condizione salariale va a lavorare in una piccola fabbrica metalmeccanica di Cassago Brianza dove rimane per 15 anni. Lì impara il mestiere di saldatore frequentando anche una scuola professionale, che gli consente di diventare operaio specializzato.

Nel 1967 l’incontro col movimento sindacale che darà una svolta decisiva alla sua vita. Si iscrive alla Fiom Cgil e partecipa attivamente alle lotte operaie di quegli anni. È un periodo di grande fermento per la costruzione del Sindacato Unitario Metalmeccanici (FLM) che, tra l’altro, gli dà la forza nel 1969 di costituire la rappresentanza sindacale anche nella piccola azienda dove lavora. L’elezione a delegato nel suo luogo di lavoro è il primo e importante passo verso un coinvolgimento totale nell’organizzazione sindacale e per una scelta di impegno totale in favore dei lavoratori.

La conquista del CCNL del 1969 e il perseguimento dei diritti delle persone in quanto tali sanciti dalla Costituzione, dentro e fuori le fabbriche, lo vede fortemente impegnato, anche oltre le ore trascorse in fabbrica (sere, sabati e domeniche comprese) per organizzare corsi di formazione, elaborare piattaforme contrattuali e progetti per il territorio. Il 1° gennaio 1976 assume l’incarico di funzionario a tempo pieno presso la Fiom di Lecco.

Iscritto al PCI nel 1973, fondata la sezione di Barzago nell’anno successivo, viene eletto consigliere comunale nel suo comune (mandato che lascerà dopo pochi mesi per incompatibilità con la carica sindacale). Prosegue però la sua carriera come funzionario di zona nel meratese dal 1976 al ’79 e col congresso Fiom Cgil del ’78 viene eletto nella segreteria provinciale di Lecco, assumendone la responsabilità organizzativa, con il compito di seguire le grandi fabbriche metalmeccaniche della città: Fiocchi, SAE, Badoni, Beretta e tante altre. Nel successivo congresso del 1981 viene eletto Segretario generale della Fiom Cgil di Lecco. Quattro anni dopo entra a far parte della segreteria regionale Lombardia, con la responsabilità di Segretario Organizzativo e, di conseguenza, svolge il suo impegno a tempo pieno presso la struttura regionale. Nel settembre del 1994 viene eletto Segretario generale della Fiom Cgil Lombardia, carica riconfermata anche nel congresso del 1998 sino a fine mandato.

Durante gli anni della dittatura di Pinochet in Cile, cura per la Fiom regionale i rapporti con la Confederación Nacional de Trabajadores Metalúrgicos (CONSTRAMET), ospitandone in Lombardia giovani dirigenti, alcuni dei quali avrebbero poi occupato le più alte cariche di quel sindacato.

A seguito del congresso della Fiom Cgil svoltosi nel gennaio del 2002 a Rimini, pur avendo già maturato il diritto alla pensione, nell’aprile dello stesso anno accetta la proposta di assumere la responsabilità di segretario organizzativo della Fiom Cgil nazionale, incarico che mantiene fino al settembre 2005.

A seguire fa una breve esperienza (un anno) nella segreteria dello SPI Cgil Lombardia, ma decide di interrompere il suo impegno nel sindacato e di dare, In modo del tutto volontario e gratuito, la sua disponibilità per un impegno politico in Sinistra Democratica (componente non aderente al nascente PD). Assume così il coordinamento per la Regione Lombardia che viene confermato alla nascita di Sinistra Ecologia e Libertà e poi di Sinistra Italiana. Nel gennaio del 2021

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