Gio. 02 Mag. 2024
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Rapine in posta e al super, a processo la “banda dei Kalashnikov”

[textmarker color=”E63631″]NORDMILANO[/textmarker] – Solo i vetri antiproiettile salvarono i carabinieri dalla furia di fuoco di questi criminali, che avevano appena rapinato la Posta di via Pisa. I rapinatori, mascherati con cappellini e barbe finte stavano per scappare con un bottino di appena 239 euro, quando sono stati raggiunti dai militari, contro i quali non hanno esitato a sparare. Era il 24 settembre del 2010, il loro colpo più violento, che valse l’appellativo di “banda dei Kalashnikov“.

Gli imputati Valiano Alessio, Antonio Cavallo e Antonello Sedda si sono presentati al tribunale di Monza per l’udienza preliminare. I primi due hanno chiesto di essere processati secondo rito abbreviato, che inizierà il 21 gennaio. Il terzo ha chiesto di patteggiare la pena.

I tre malviventi erano specializzati in colpi a supermercati, distributori e uffici postali. Avrebbero messo a segno almeno sette rapine nelle province di Milano, Lecco e Monza. In particolare, tra i colpi messi a segno ci sarebbero quelli ai benzinai Tamoil di Cusano e Paderno nel 2013 e nel 2012 e al supermercato Superdì di Sesto San Giovanni nel 2013. Sono accusati, a vario titolo, di tentato omicidio, rapina, detenzione e porto abusivo di armi, resistenza a pubblico ufficiale.

Dopo l’arresto di Sedda, nel marzo 2013, nel suo appartamento di Quarto Oggiaro i carabinieri avevano trovato tre fucili di assalto Ak47, con caricatori e pistole. C’erano anche oggetti per camuffarsi: maschere in lattice, nasi finti e parrucche.

Una delle pistole era una calibro 45, arma collegata anche a un omicidio: quello di Ivano Casetto, pregiudicato di 48 anni ucciso nel dicembre 2012 con un colpo dietro all’orecchio sinistro, un esecuzione. L’uomo era stato ucciso perché sospettato da Alessio e Cavallo di essere un informatore della polizia. Il cadavere era stato poi gettato nei campi della periferia, sopra la neve, la notte di Sant’Ambrogio. Per questo omicidio Alessio e Cavallo sono già stati condannati rispettivamente a 30 anni e 18 anni.

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(nella foto, un kalashnikov ak47)

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