Mar. 30 Apr. 2024
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Gli splendidi ottant’anni di Gianni Motta

Oggi è il compleanno di un corridore-icona degli anni ‘70, che ha vinto tanto, ma è anche stato perseguitato dalla sfortuna

E oggi fanno 80, ma praticamente è ancora un ragazzino. Il biondino di Groppello di Cassano d’Adda (Milano), al secolo Gianni Motta, è eternamente abbronzato anche nel giorno del suo compleanno. Ha iniziato a festeggiare in anticipo: torte, sorrisi, balletti diffusi via social, da famigliari e aficionados. Bella storia, quella del Motta. Nasce contadino di cascina; bestie e fieno, ma ha la bici nel cuore.

Gianni Motta in azione durante l’ultima frazione del Giro 1974 (foto Franco Brambillasca)

Gianni Motta: bello, ma incompiuto?

La vittoria a Milano (foto Franco Brambillasca)

A 14 anni va a lavorare alla Motta a Milano (era destino), la fabbrica dolciaria in viale Corsica a Milano. Per recarsi sul posto di lavoro compra una bici da donna, un’Atala. Nei fine settimana Gianni suona la fisarmonica ai matrimoni, per diletto e per guadagnarci qualcosa. Il vero divertimento, però, è la bici, il ciclismo. Inizia e correre e ci si accorge presto di avere di fronte un fenomeno. Compra a rate una bici usata da Ernesto Colnago, corre con la Faema fra i dilettanti. E vince: 64 vittorie, diventa professionista a 21 anni ancora da compiere. Nel 1964 vince una tappa al Giro, altre gare importanti, e soprattutto il Giro di Lombardia, in solitaria. Nel 1965 si afferma in una Sei Giorni in coppia con il belga Van Steenbergen: poteva essere l’anno della consacrazione di un giovane campione, ma un incidente d’auto al Giro di Romandia gli impedisce di puntare a vincere il Giro d’Italia. La vittoria nella competizione nazionale arriva l’anno successivo. Il favorito era Adorni, ma va in crisi nella tappa della Maddalena. Motta prende la rosa e respinge gli attacchi di un forte scalatore, Jimenez.

I guai all’arteria iliaca femorale

Poi arriveranno altre vittorie, ma anche altri guai, soprattutto un’arteria iliaca femorale che non funzionava come avrebbe dovuto. La carriera è compromessa. Motta ha vinto tanto, ma poteva vincere di più e confrontarsi ad armi pari con i suoi grandi avversari, che rispondevano al nome di Eddy Merckx e Felice Gimondi, per citarne solo due. Fra i record di Gianni Motta le vittorie alla Tre Valli Varesine, tre edizioni di seguito (dal 1965 al 1967) e quella del 1970.

Dopo il ciclismo il corridore lombardo ha intrapreso molte attività: un maglificio, un mobilificio, è diventato costruttore di biciclette. Anche testimonial della Mediolanum a seguito del Giro d’Italia.

Un giorno disse di non aver mai lavorato. Con un’abbronzatura così il giornalista abboccò subito. Poi il Gianni smentì su tutta la linea.

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Angelo De Lorenzi

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