Ha ammazzato questo Giro sin dalle prime tappe. Eppure ieri Pogačar è stato applaudito e osannato dalla gente che si è portata sulle strade, arrampicata sui tornanti, quasi a Livigno, per ammirare da vicino il fenomeno.
Un gruppo numeroso di corridori ha subito iniziato la fuga. Il grosso, con la maglia rosa, ha lasciato fare cercando poi di contenere il distacco. A 13,8 km dal traguardo di Livigno Mottolino, Pogačar è partito salutando la compagnia, recuperando via via tutti i corridori che erano in fuga fin dal mattino: l’ultimo è stato Nairo Quintana, raggiunto e saltato a due chilometri dalla conclusione.
Era la tappa regina, lunga e con tante salite, compreso il mitico Mortirolo; anche se affrontato dalla parte meno impegnativa, ha evocato le imprese di Marco Pantani.
Il gran lavoro di Majka
Parte subito una fuga con una cinquantina di corridori che dopo qualche km si isolano in testa Scaroni, Wood, Pellizzari e Tonelli, che iniziano in testa la salita del Mortirolo, con 50” sul gruppetto inseguitore e 5 minuti sul gruppo maglia rosa. Wood si stacca, poi si sfila anche Tonelli, restano davanti Pellizzari e Scaroni, su di loro rientra un Conci piuttosto pimpante. Sul Mortirolo passa in testa Scaroni che anticipa Pellizzari. In discesa sugli uomini di testa tornano Quintana, Piganzoli e Storer, poi una dozzina di altri corridori. Il gruppo maglia rosa procede a ritmo regolare e in pianura guadagna terreno sui primi della corsa. In vista del traguardo di La Motte si mette in evidenza Piganzoli, poi riparte in contropiede il tedesco Steinhauser che sembra procedere spedito. A guidare l’inseguimento del gruppo maglia rosa c’è il fedele Majka che detta il ritmo. A poco più di 5 km dal Foscagno, il polacco si fa da parte e Pogačar attacca. L’azione è decisa, quell’accelerata che solo lui riesce a fare per il tempo necessario a stroncare la resistenza degli avversari. Quintana, intanto, raggiunge Steinhauser e tenta il colpaccio. Lo sloveno, da par suo, continua la cavalcata, inarrestabile; cerca l’impresa. L’unico che prova a resistergli è, sciaguratamente per lui, l’ungherese Valter, presto costretto a piantarsi. A due chilometri la maglia rosa aggancia il redivivo Quintana e lo salta facile. Pogačar sembra fare veramente fatica solo in un centinaio di metri, quelli dell’ultima salita che hanno pendenze da stambecco. Poi, prossimo al traguardo, appare più rilassato e si prepara, braccia al cielo, per la fotografia finale. Sembra uno sloveno in gita anche se per un un attimo abbiamo pensato a Eddy Merckx.
Ordine d’arrivo
1. Pogačar UAE Team Emirates 06:11:43
2. Quintana Nairo Movistar Team 130 +
3. Steinhauser Georg EF Education-EasyPost + 02:32
4. Bardet Romain Team dsm-firmenich PostNL + 02:47
5. Martinez Daniel BORA-hansgrohe + 02:50
6. Thomas Geraint INEOS Grenadiers + 02:50
7. Rubio Einer Movistar Team + 02:58
8. O’Connor Ben Decathlon AG2R La Mondiale Team + 02:58
9. Arensman Thymen INEOS Grenadiers + 03:05
10. Hirt Jan Soudal Quick-Step + 03:20
Classifica generale
1. Pogačar Tadej UAE Team Emirates in 56:11:42
2. Thomas Geraint INEOS Grenadiers + 06:41
3. Martinez Daniel BORA-hansgrohe + 06:56
4. O’Connor Ben Decathlon AG2R La Mondiale Team + 07:43
5. Tiberi Antonio Bahrain Victorious + 09:26
6. Arensman Thymen INEOS Grenadiers + 09:45
7. Bardet Romain Team dsm-firmenich PostNL + 10:49
8. Zana Filippo Team Jayco-AlUla + 11:11
9. Rubio Einer Movistar Team + 12:13
10. Hirt Jan Soudal Quick-Step + 13:11
Le pagelle
Tadej Pogačar: 10 e lode. Doveva divertire e l’ha fatto. Ha lasciato andare via la fuga e poi ha attaccato al momento giusto. Ha orchestrato la rincorsa e raggiunto uno a uno gli avversari. Ha dato distacchi abissali agli avversari, ma continua a rimanere un ragazzo simpatico. Lui troppo forte rispetto agli avversari che corrono per i piazzamenti in classifica.
Nairo Quintana 9: ha tentato di vivere almeno un giorno da leone ed è arrivato vicino al risultato. Redivivo.
Georg Steinhauser: 7 e mezzo. Bravo e coraggioso a tentare l’attacco, ma poi è stato costretto a cedere. Ha tenuto l’assetto aerodinamico persino in salita. Da applausi.
Romain Bardet: 8. Una bella corsa in avanscoperta e alla fine conquista un ottimo piazzamento.
Geraint Thomas 6. Pedala in difesa con le forze che si sente. Non prova nemmeno a inseguire la maglia rosa. Non può fare di più, alla sua età. Saggio.
Antonio Tiberi 7: cede nella tappa più dura, ma non va completamente alla deriva. In classifica generale si trova al quinto posto, una posizione onorevole. Da incoraggiare.
Angelo De Lorenzi
L’irlandese Conor Murphy primo all’Eroica Juniores Coppa Andrea Meneghelli