È rinato. Julian Alaphilippe, il due volte campione del mondo che dopo
una grave caduta alla Liegi-Bastogne-Liegi 2002 non era più tornato ai suoi livelli, ieri al Giro, sul traguardo di Fano, ha firmato una vittoria importante, alla sua maniera.
Julian è tornato nel gruppo dei migliori. Ci voleva l’Italia, i “muri” delle Marche, i paesaggi da cartolina, il mare, i borghi incantevoli, le stradine su e giù. Ci voleva tutto l’orgoglio e il talento rispolverato per un giorno. Povero Julian, ferocemente criticato dal suo team manager per i risultati che non arrivavano; Patrick Lefevere lo aveva accusato, insieme alla moglie, l’incantevole Marion Rousse, di essersi lasciato andare a troppe feste, alcool, vita mondana. Tutte accuse rimandate sdegnosamente al mittente dalla consorte, uno dei personaggi del ciclismo francese, ex ciclista, volto della tv e direttrice di corsa del Tour de France Femmes.
LouLou – questo il suo soprannome – ieri è tornato alla vittoria, a quasi un anno di distanza, da quel 5 giugno di un anno fa, al Giro del Delfinato. Lo ha fatto sfoderando la sua classe, andando all’attacco, come nei giorni migliori.

Maestri, eroe di giornata
Attivo fin dalla prima asperità di giornata, il due volte iridato prende il largo assieme a Mirco Maestri a parecchi chilometri dall’arrivo per poi staccarlo sull’ultimo durissimo muro dopo una bella cavalcata a due.
La tappa è movimentata sin dall’inizio da una fuga di coraggiosi. Fra di loro spiccano i profili di Affini, Trentin, Scaroni, Ganna, Quintana e, ancora, l’inossidabile Pozzovivo. Dopo un alternarsi di situazioni Alaphilippe e Maestri, un marcantonio di talento che finora non è ancora riuscito a raccogliere il giusto da quando è professionista, lasciano la compagnia. La coppia è perfetta, l’accordo di giornata proficuo. Il francese sfrutta la stazza del compagno di fuga e mette sul piatto il suo immenso talento. Sul muro più duro, nei chilometri finali, spicca il volo e riesce a non farsi raggiungere dal gruppetto di avversari che lo segue. L’impresa di Maestri si conclude a 11 chilometri e mezzo dall’arrivo, dopo 145 di fuga e con 47 secondi vantaggio sugli inseguitori. Piantato su un’arcigna parete marchigiana, poi inghiottito dal gruppetto degli inseguitori trova ancora le forze per giungere nono a un minuto e mezzo dal vincitore di giornata.
Classifica di giornata
ALAPHILIPPE Julian Soudal Quick-Step 04:07:44
2 NARVAEZ Jhonnatan INEOS Grenadiers + 31
3 HERMANS Quinten Alpecin-Deceuninck + 32
4 VALGREN Michael EF Education-EasyPost + 43
5 SCARONI Cristian Astana Qazaqstan Team + 43
6 TRENTIN Matteo Tudor Pro Cycling Team + 01:30
7 CLARKE Simon Israel-Premier Tech + 01:30
8 LEEMREIZE Gijs Team dsm-firmenich PostNL + 01:30
9 MAESTRI Mirco Team Polti Kometa + 01:30
10 THOMAS Benjamin Cofidis + 01:30
Classifica generale
1 POGACAR Tadej UAE Team Emirates 45:22:35
2 MARTINEZ Daniel BORA-hansgrohe + 02:40
3 THOMAS Geraint INEOS Grenadiers + 02:56
4 O’CONNOR Ben Decathlon AG2R La Mondiale Team + 03:39
5 TIBERI Antonio Bahrain Victorious + 04:27
6 BARDET Romain Team dsm-firmenich PostNL + 04:57
7 FORTUNATO Lorenzo Astana Qazaqstan Team + 05:19
8 ZANA Filippo Team Jayco-AlUla + 05:23
9 RUBIO Einer Movistar Team + 05:28
10 ARENSMAN Thymen INEOS Grenadiers + 05:52
Le pagelle
Alaphilippe: 10 e lode. Un Loulou ispirato, quello dei tempi migliori, vince e convince. Ci voleva l’Italia per farlo rinascere.
Mirco Maestri: 9. Voto alto per il corridore che ha contribuito al trionfo di Alaphilippe. Dopo essersi piantato sull’ultimo muro ha trovato comunque le forze per arrivare dignitosamente al traguardo.
Filippo Pozzovivo 9-: non molla, tira nel gruppetto degli inseguitori, si fa vedere davanti quando c’è una salita. Per sempre Pozzovivo.
Pogacar 8: ha finalmente capito che deve mettersi nella pancia del gruppo, lasciare l’iniziativa alle squadre avversarie e godersi il panorama. Se vuole vincere anche il Tour deve fare così.
Jhonatan Narvaez: la prima maglia rosa di Torino sta correndo un giro da protagonista.
Il paesaggio delle Marche: il percorso della dodicesima tappa è una meraviglia.
Angelo De Lorenzi
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