Mar. 22 Apr. 2025
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Giro 2024: Highlander Pozzovivo, Pogačar extraterrestre e un Alaphilippe redivivo

Ieri il Giro d’Italia ha regalato paesaggi da cartolina. La nona tappa ha messo in fila le località di Avezzano, Civitella, Sora, Cassino…  E prima di raggiungere Napoli, i
corridori sono passati da Licola, Monte di Procida, Pozzuoli, Coroglio… La giornata era bella, accarezzata dal sole, una tipica domenica napoletana in un maggio che sapeva
giù d’estate. Il numeroso pubblico sul traguardo ha gradito lo spettacolo.

L’olandese volante

Ha vinto Kooij, un olandese, un velocista delle nuove leve: ha bruciato Milan, il gigante buono che arriva da Buja, Friuli; un marcantonio che dopo aver fatto cose egregie in pista, si è scoperto velocista di talento anche nelle corse su strada. Forse ha lanciato troppo presto la volata, l’avversario e l’avversario è stato abile ad infilzarlo negli ultimi centimetri di gara.
Terzo è giunto Molano, lanciato addirittura dalla maglia rosa Pogačar nel finale. Che dire dello sloveno? Dopo aver strapazzato in lungo e in largo gli avversari,  ieri si è improvvisato addirittura gregario per agevolare il suo compagno di squadra. Il protagonista della tappa di ieri, però, non è stato il vincitore, ma Julian Alaphilippe, il due volte campione mondiale, vincitore di sei tappe al Tour e tre volte primo alla Freccia Vallone, ma che dalla caduta della Liegi del 2022 sembra non si sia più ripreso.
Ieri è scattato negli ultimi chilometri di gara, andando a prendere i fuggitivi di giornata, ha sfidato il gruppo, la rimonta dei velocisti, ha provato a resistere sulle salitelle finali per poi soccombere negli ultimi scampoli di tappa. Non ha vinto, ma l’importante era dimostrare di essere vivo. E’ vivo.
Oggi giornata di riposo per i “girini” e quindi è tempo di fare un bilancio della prima settimana di corsa. Andiamo ai voti.

Lo spirito di Alaphilippe

Tadej Pogačar: 10 e lode.
Come lui nessuno. Ha vinto in salita e a cronometro. Orchestra una squadra che non è fortissima, ma in cui ogni compagno riesce a dare il suo contributo al momento giusto. Il polacco Rafał Majka, nella veste di gregario, è un faticatore esemplare in salita che prepara l’affondo del capitano.
Lo sloveno fa lo strafottente eppure riesce ad essere simpatico a tutti (mistero). Ieri, per esempio, poteva risparmiarsi di tirare la volata al compagno Molano mettendo a repentaglio la propria incolumità. Cercasi direttore sportivo alla UAE Team Emirates.
Tadej ha un “motore” straordinario e dimostra di usare bene la testa. Nella cronometro di Perugia, che ha dominato, ha pedalato d’agilità nella prima parte per poi accendere il gas nella salita finale. Il suo avversario Geraint Thomas, invece, ha bruciato energie nella prima parte spingendo un rapporto troppo duro per esaurirsi come una candela negli ultimi sei chilometri.
Domenico Pozzovivo: 8
Finora è caduto due volte e ieri ha forato. Ha vinto il Nobel della sfortuna. Eppure terminerà il suo ultimo Giro d’Italia ed eguaglierà le 18 partecipazioni record di Miro Panizza. Chiamatelo Highlander. L’ultimo immortale.
Antonio Tiberi: 9
Voto alto per Antonio Tiberi, il giovane che vuole entrare fra i primi cinque della classifica generale e che punta a indossare la maglia bianca. Sul finale di Piani di Tivo ha persino osato  attaccare la maglia rosa; due scatti secchi in salita che dimostrano carattere e  gamba.
Geraint Thomas: 7
Corre forse per un onorevole piazzamento nella classifica generale, sul podio appena sotto a Et, l’extraterrestre sloveno. Deve solo sperare in una giornata no della maglia rosa e sfruttare l’esperienza. Ha sbagliato a interpretare la cronometro di Perugia, ma è un regolarista e nelle tappe più impegnative di montagna potrebbe far emergere il suo talento.
Julian Alaphilippe: 8
Un voto d’incoraggiamento per un grande campione che fatica a tornare quello che è stato. Ieri ci ha messo molta volontà e ha dimostrato di essere ancora sul pezzo. Un suggerimento ad Alaphilippe: concentrarsi su un paio di tappe e tentare di vincerle.
Davide Piganzoli: 7
La giovane promessa, 21 anni, si è messo in evidenza, ma è a oltre 9 minuti dalla maglia rosa. Si farà.
Martin Marcellusi: 7
Il ragazzo romano della VF Group Bardiani CSF Faizané è sempre all’attacco, lotta per i Gpm e i traguardi volanti. Sa interpretare un ciclismo romantico, vecchia scuola, che piace ai tifosi. Premio combattività.
Jhonatan Narvaez: 8
L’ecuadoregno è stato protagonista della prima settimana di corsa. La prima maglia rosa presa a Torino battendo in volata Pogačar ieri ha fatto uno show tentando di mettere tutti i velocisti nel sacco con un attacco intelligente. Ci ritenterà.
Andrea Vendrame: 7
Non gode di grandi attenzioni da parte della stampa, eppure c’è.
Mirco Maestri e Andrea Pietrobon: 8
Un bel voto per l’impegno dei due compagni della Kometa Polti che, nella tappa di ieri, hanno macinato insieme chilometri e chilometri nella tappa di ieri, come in un Trofeo Baracchi, prima di essere inghiottiti dal gruppo.
Angelo De Lorenzi

 

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