Si sono svolti questo pomeriggio nel Duomo di Milano i funerali di Stato di Silvio Berlusconi, scomparso lunedì all’ospedale San Raffaele dopo un breve ricovero a seguito di complicazioni legate alla leucemia cronica di cui era affetto.
Una piazza gremita ma composta ha accolto l’arrivo del feretro dell’ex premier, partito da Villa San Martino alla volta di Milano, con un lungo applauso e non sono mancati nemmeno i cori dei numerosi tifosi milanisti che hanno tributato il loro saluto sventolando le bandiere della squadra di cui Berlusconi è stato a lungo presidente intonando il coro “Un presidente, c’è solo un presidente”.
Visibilmente commossi i cinque figli, Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi che insieme al fratello Paolo e alla compagna Marta Fascina hanno accompagnato la bara all’ingresso della Cattedrale dove ad attendere il feretro di Berlusconi erano presenti le più alte cariche dello Stato, tra cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni, i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, oltre al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, il sindaco milanese Beppe Sala e numerose delegazioni internazionali, con Paolo Gentiloni in rappresentanza della Commissione europea. E poi tutta la famiglia di Forza Italia, rappresentati del mondo dell’imprenditoria, dello sport e personaggi dello spettacolo. In un continuum con la piazza, anche all’interno del Duomo un lungo applauso, sulle note del Requiem aeternam di Tomas Luis De Victoria, ha preceduto la funzione funebre presieduta dall’arcivescovo Mario Delpini che ha concelebrato insieme a don Colombo parroco di Arcore e a mons. Pesce, cappellano della Camera.
Carica di significato l’omelia di mons. Delpini che ha tracciato la figura di Silvio Berlusconi tratteggiandone ogni sfaccettatura, cogliendo l’uomo. “Ecco l’uomo: un desiderio di vita, di amore, di felicità”, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento. Parole che risuonano più volte nell’orazione funebre dell’arcivescovo. La prima sottolineatura sul gusto di amare la vita e viverla come occasione di mettere a frutto i talenti ricevuti, senza lasciarsi abbattere dalle sconfitte, guardando alla speranza: “Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti”. E poi amare ed essere amato: “Amare e percorrere le vie della dedizione. Amare e sperare. Amare e affidarsi. Amare ed arrendersi”. E il desiderio di gioia, una gioia non da tenere per sé ma da condividere con gli altri. Poi l’uomo, d’affari, politico, il personaggio sempre alla ribalta della notorietà: “Ma in questo momento di congedo e di preghiera, cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, di amore, di gioia. E ora celebriamo il mistero del suo compimento. È un uomo e ora incontra Dio”.
Le note del Silenzio hanno concluso la celebrazione e di nuovo un lungo applauso ha accompagnato il feretro all’uscita per l’ultimo saluto della piazza. In 15mila – stando ai dati diffusi – giunti da tutta Italia, hanno tributato ancora una volta tutto l’affetto per Silvio Berlusconi. Negli stessi istanti dal quartier generale di Mediaset a Cologno Monzese è partito il lancio di 5mila palloncini azzurri che hanno colorato il cielo nordmilanese.
Il corteo funebre è poi ripartito attraversando Milano, Sesto San Giovanni e Monza per tornare a Villa San Martino ad Arcore prima di essere trasferito in provincia di Alessandria per la cremazione per poi fare ritorno nella cappella di famiglia della residenza brianzola.