Nel corso degli ultimi anni gli attacchi informatici sono diventati una seria minaccia per le aziende, che si trovano quindi costrette a individuare e mettere a punto soluzioni finalizzate a prevenire la sottrazione di dati da parte dei cyber criminali. La crittografia dei dati rappresenta, a questo scopo, una soluzione ottimale e un prezioso strumento di difesa. Quando si parla di crittografia si fa riferimento alla conversione, in un formato codificato, di dati che si trovano in un formato leggibile. Il formato codificato, a sua volta, necessita di essere decriptato affinché lo si possa poi elaborare o leggere.
Come funziona la crittografia
Non esiste un solo metodo per crittare i dati e poi decrittarli, ma tutti hanno in comune un aspetto: i dati possono essere decriptati unicamente da soggetti autorizzati, i quali di conseguenza sono i soli ad avere l’accesso alle informazioni mostrate nel loro formato originale. Come si può facilmente intuire, però, è fondamentale fare in modo che la password – vale a dire la chiave crittografica – resti segreta, o comunque sia conosciuta unicamente dai soggetti autorizzati. È per questo motivo che la crittografia costituisce il punto di partenza per la protezione dei dati. Essa, inoltre, è la soluzione più efficace e al tempo stesso più semplice per evitare che i dati di un sistema informatico vengano sottratti per scopi criminali.
La crittografia a chiave simmetrica e quella a chiave asimmetrica
Esistono due tipologie differenti di crittografia, distinte a seconda della chiave che viene utilizzata: la cifratura a chiave simmetrica e la cifratura a chiave asimmetrica. Iniziamo dalla prima, che a volte viene indicata anche con la definizione di algoritmo a chiave segreta. Si tratta di schemi crittografici che in genere non vengono usati sulla rete Internet, ed è facile intuirne il motivo: occorre evitare che la password viaggi sul medesimo canale, in modo che non possa essere intercettata da eventuali malintenzionati. Per la condivisione della chiave crittografica, pertanto, si può fare riferimento ad altri canali. Nel caso della cifratura a chiave asimmetrica, invece, si adoperano due chiavi differenti: una privata, destinata a restare segreta, e l’altra pubblica, condivisibile con tutti. La crittografia asimmetrica permette di cifrare un testo utilizzando la chiave pubblica, ma per decriptarlo poi ci sarà bisogno della chiave privata, di cui è in possesso solo il destinatario del messaggio. Fra i metodi di crittografia asimmetrica più diffusi tra quelli usati attualmente c’è l’infrastruttura a chiave pubblica PKI, che prevede l’emissione di certificati digitali e la loro emissione.
Proteggere i dati con la crittografia end-to-end
Le soluzioni di aziende di settore, come Boolebox, basate sulla crittografia aiutano professionisti, aziende e privati a proteggere i dati da tentativi di furto e altri atti di cyber criminalità. In effetti nel mondo della sicurezza informatica pare essere diventata una risorsa di cui non si può fare a meno per la protezione dei dati, siano essi in transito o archiviati. Un’altra delle soluzioni che possono essere sfruttate a questo scopo è la crittografia end-to-end, che viene utilizzata da colossi del mondo informatico come Telegram, Messenger o WhatsApp. Grazie a questo strumento, si ha la possibilità di proteggere le comunicazioni e la privacy utilizzando due coppie di chiavi crittografiche, che servono per cifrare i messaggi e poi decifrarli. Ciascun utente dispone di una chiave privata e di una chiave pubblica, legate l’una all’altra: la prima permette di decifrare i messaggi in entrata e resta sul dispositivo dei due comunicanti. Invece la chiave pubblica è necessaria per crittare i messaggi che vengono inviati, ed è condivisa con l’interlocutore. Lo scopo di questa cifratura è, tra l’altro, quella di neutralizzare eventuali attacchi man in the middle: si tratta di iniziative cyber criminali il cui scopo è quello di sottrarre informazioni e dati personali andando a intercettare le comunicazioni tra gli utenti.
Perché proteggere i dati è fondamentale
Oggi i server connessi e i cloud ospitano una massa quasi infinita di dati sensibili e di informazioni preziose. La sicurezza informatica che si basa sulla crittografia è un’arma da cui non si può prescindere per difendersi dagli attacchi informatici, a cominciare dai ransomware e dai malware. Nel momento in cui vengono cifrati, i dati digitali possono essere protetti e, di conseguenza, viaggiare sui sistemi informatici e sul cloud senza rischi. Ma, sia chiaro, a dover essere protetti non sono solo i dati in-flight, cioè quelli che vengono trasmessi: particolari cautele sono indispensabili anche per i dati digitali inattivi o archiviati.
Le soluzioni moderne per la crittografia
Gli algoritmi crittografici moderni hanno preso il posto degli standard di crittografia meno recenti e ormai obsoleti. Gli algoritmi non solo proteggono i dati, ma contribuiscono anche alla promozione di autenticazione e integrità. Autenticare un messaggio vuol dire, molto semplicemente, verificare la sua origine; invece lavorare sull’integrità significa controllare che i contenuti non siano variati.