Covid 19, Fontana: “Siamo vicini alla zona rossa”

La zona rossa sembra alle porte, secondo le recenti dichiarazioni di questa mattina rese a SkyTg24 dal governatore della Regione Lombardia: “Stiamo peggiorando in tutti i parametri”. Non ci sono troppi giri di parole e Attilio Fontana traccia per la sua regione un futuro che potrebbe essere nuovamente da zona rossa. Nell’intervista il governatore ha fatto il punto della situazione e non ha nascosto le preoccupazioni per l’emergenza covid 19, che sembra abbia ricominciato a correre.
“Purtroppo la scorsa settimana l’indice Rt ha avuto un improvviso rialzo, a 1,24. Tenendo conto dei nuovi parametri introdotti dal governo poco prima di Natale, ci stiamo avvicinando sicuramente alla zona rossa”, ha ammesso il presidente lombardo proprio nel giorno in cui la regione è tornata in zona arancione. “Mi auguro sempre che questi numeri si invertano, mi auguro sempre che l’indice Rt come l’indice dei ricoveri si possano abbassare. Questo è un auspicio, ma se non succede allora il rischio è la zona rossa. Stiamo peggiorando in tutti i parametri, la situazione va tenuta sotto controllo”, ha ripetuto Fontana, che già sabato aveva lanciato l’allarme”.
Sui nuovi parametri introdotti dal governo – adesso per passare in zona rossa “basta” un indice Rt di 1.25 – il governatore ha spiegato: “Ci vuole più omogeneità e chiarezza, la situazione cambia continuamente. Anche l’introduzione dei tamponi rapidi è un argomento che merita maggiore discussione altrimenti si rischia di peggiorare la percentuale senza una ragione valida. È vero che siamo stati anche noi a chiedere modifiche, io stesso ho chiesto di valutare dati più vicini nel tempo”, ha ricordato.
Una donna milanese positiva a novembre del 2019 è il nuovo paziente 1
Intanto sul fronte delle ultimi aggiornamenti sul tema, è giunta la notizia che il Coronavirus era presente in Italia già nel novembre 2019, l’ulteriore conferma di questa ipotesi arriva da uno studio internazionale coordinato dal dermopatologo Raffaele Gianotti dell’Università Statale di Milano. La ricerca ha indagato le biopsie cutanee dell’autunno 2019 riscontrando il virus Sars-CoV-2 in una giovane paziente affetta solo da una dermatosi.
Il professor Gianotti ha spiegato che dopo aver studiato le manifestazioni cutanee in pazienti affetti da Covid-19 dell’area milanese ha riesaminato al microscopio le biopsie di malattie cutanee atipiche eseguite alla fine del 2019 in cui non era stato possibile effettuare una diagnosi ben precisa.
Gli esperti hanno cercato nel passato perché nei loro lavori già pubblicati su riviste internazionali, hanno dimostrato che esistono, in questa pandemia, casi in cui l’unico segno di infezione da Covid-19 è quello di una patologia cutanea. Il professor Gianotti si è domandato se avessero potuto trovare indizi della presenza della Sars-CoV-2 nella cute di pazienti con solo malattie della pelle prima dell’inizio della fase epidemica ufficialmente riconosciuta.
La biopsia di una giovane donna, risalente a novembre 2019, ha mostrato la presenza di sequenze geniche dell’Rna del virus Sars-CoV-2, identificato tramite due tecniche differenti su tessuto cutaneo: immunoistochimica e Rna-Fish. In questo modo, metaforicamente, il gruppo di lavoro ha trovato “le impronte digitali” del Covid-19 nel tessuto cutaneo”.
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