Mer. 24 Apr. 2024
HomeAttualitàSesto San Giovanni, il nucleo Alzheimer di via Boccaccio tra le eccellenze...

Sesto San Giovanni, il nucleo Alzheimer di via Boccaccio tra le eccellenze del Rapporto Mondiale Alzheimer 2020

[textmarker color=”E63631″] SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker]

C’è anche il Nucleo Alzheimer della RSA “Monsignor Olgiati” di via Boccaccio tra le eccellenze mondiali selezionate all’interno del rapporto annuale redatto da Alzheimer Desease International. L’associazione, che raccoglie tutte le federazioni Alzheimer a livello globale, in occasione della giornata mondiale celebrata lunedì, ha presentato il “Rapporto Mondiale Alzheimer 2020: Design, Dignità, Demenza: design dedicato agli ambienti costruiti per le persone con demenza”, che illustra i risultati della più vasta indagine condotta al mondo, focalizzata sul design degli spazi delle strutture dedicate alla demenza.

Obiettivo è sensibilizzare i governi affinché riconoscano la demenza come disabilità all’interno dei piani nazionali. “Negli ultimi 30 anni il design per la disabilità fisica ha compiuto notevoli passi in avanti – spiegano dalla Federazione Alzheimer Italia – applicare le stesse linee guida e i principi progettuali alle persone con demenza significa permettere che godano dei benefici terapeutici di arredamenti realizzati su misura per loro a casa, nelle strutture residenziali e di assistenza diurna negli ospedali e in edifici e spazi pubblici”. Il rapporto sottolinea l’urgenza di porre l’attenzione su questo tema su cui gravano ancora troppi ritardi, ma evidenzia anche esempi virtuosi cui ispirarsi.

Tra le 84 strutture mondiali menzionate, le uniche due realtà italiane ad essere rappresentate sono lombarde, si tratta di “Il Paese Ritrovato” con sede a Monza, gestito dalla Cooperativa sociale La Meridiana e la sestese RSA “Monsignor Olgiati”, gestita dalla Fondazione Istituto Geriatrico La Pelucca onlus. Due realtà ben conosciute dalla Federazione Alzheimer Italia, come ricorda la presidente Gabriella Salvini Porro: “Siamo particolarmente orgogliosi che due strutture con cui la Federazione collabora siano entrate a far parte delle case history di studio di ADI proprio per il loro approccio all’avanguardia – spiega – stimolare la nascita di luoghi di eccellenza e di inclusione su misura per le persone con demenza è alla base del nostro progetto Comunità Amiche della Demenza, di cui siamo molto orgogliosi, ad oggi sono 26 le comunità aderenti al progetto e in continua crescita”.

Inaugurato lo scorso dicembre, il reparto si presenta come un piccolo borgo dal sapore d’altri tempi, dove trovano spazio un emporio che ricorda i negozi di una volta al centro del paese, la fermata del bus, l’antica trattoria posta davanti al meraviglioso giardino d’inverno curato nei minimi dettagli, e poi ancora l’ufficio con la vecchia macchina da scrivere e il camino al centro del salotto casalingo. Tutto rievoca, meno che un reparto dedicato alla cura dei malati di Alzheimer e già nella sua presentazione mostra quelli che sono i suoi obiettivi: sicurezza, stimoli e adeguatezza degli spazi dedicati ai suoi ospiti. “Ogni spazio e ogni attività sono studiati per il mantenimento delle abilità residue, dell’autonomia e per favorire la diminuzione dei disturbi comportamentali e il miglioramento della qualità della vita, che rimane al centro dell’approccio terapeutico”, spiegano dal centro di via Boccaccio.

La diagnosi di demenza non deve porre la parola fine sulla vita dell’anziano e in questa direzione si orientano i nuovi approcci terapeutici, frutto di uno studio attento ai fabbisogni, che si sviluppano in nuove strategie per una migliore assistenza ai malati di Alzheimer, oggi fenomeno sempre più in crescita con 1.240.000 casi diagnosticati in Italia.

 

 

ARTICOLI CORRELATI