Mer. 09 Ott. 2024
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Sesto San Giovanni, il sindaco sul rinvio a giudizio di Romaniello: “Ma il Pd non ha nulla da dire?”

[textmarker color=”E63631″] SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] Duro sfogo del primo cittadino Roberto Di Stefano in merito al rinvio a giudizio dell’ex consigliere del partito democratico Vito Romaniello, accusato di aver colpito Silvia Sardone, sua compagna, durante una diretta tv a Cascina Gatti il 19/04/2017 sul tema della disoccupazione.

“Abbiamo appreso la notizia del rinvio a giudizio di Romaniello – ha dichiarato Di Stefano – che durante una diretta tv si permise, non solo di disturbare la trasmissione, ma addirittura di aggredire e colpire la mia compagna Silvia Sardone”.

L’aggressione costò alla Sardone, all’epoca consigliera nelle fila di Forza Italia del comune di Milano, una prognosi di svariati giorni per un trauma a gomito, avambraccio e polso. L’episodio scatenò un’accorata protesta da parte delle forze di maggioranza che sottolinearono a gran voce come la Sardone non avesse ricevuto nessun attestato di solidarietà da parte degli esponenti del Partito Democratico, che non presero le distanze da Romaniello condannandone il gesto inaccettabile.

“In seguito al quell’episodio spregevole su una donna colpevole solo di non pensarla come la parte politica avversa – ha proseguito Di Stefano – nessuno prese le distanze da Romaniello, tanto che non venne nemmeno tolto dalle liste elettorali nonostante le numerose sollecitazioni”.

E rincara la dose: “Ora, dopo il rinvio a giudizio – ha aggiunto – il Pd di Sesto San Giovanni non ha nulla da dire? La violenza sulle donne va condannata solo se di mezzo ce n’è una di sinistra? Le donne di centrodestra, invece, meritano di essere aggredite? Ci diano delle risposte”.

Dall’altra parte alcune risposte cominciano ad arrivare via Facebook, dove lo stesso Romaniello in un post dello scorso sabato ha risposto a un commento sulla vicenda dell’Assessore Antonio Lamiranda: “Non ci facciamo intimidire da questo tipo di operazione che intende delegittimarci – ha dichiarato Romaniello – non è nostra intenzione spargere veleno. Diciamo solo la nostra”.

E sul processo, previsto a maggio 2020, nessun timore: “Affronterò il processo tranquillamente, non ho nulla da temere – ha proseguito Romaniello nel video postato su FB – Mi ha sorpreso però che si vada a processo, perché gli elementi che c’erano a disposizione facevano pensare a un’archiviazione. Personalmente non avrei dato evidenza della notizia, non perché abbia paura o debba nascondere qualcosa, soprattutto perché ci sono i miei genitori che emotivamente ne soffrono”.

E invita i visitatori della pagina FB a guardare il video da lui pubblicato per appurare come sono andate le cose: “E’ un esempio didattico di come oggi è facile andare a processo e di come una persona ti può mettere in condizioni non particolarmente felici attraverso una serie di sistemi che sono alla portata di tutti. È la prima volta che entro in tribunale come imputato, ma non saranno i post dell’Assessore Lamiranda a fermarci”.

Di Stefano dal canto suo ha ribadito: “Romaniello, anziché gettare fango su un’amministrazione che quotidianamente lavora per il bene dei propri cittadini, inventandosi fake news o falsi scoop su facebook, rifletta sul suo comportamento. E insieme a lui riflettano anche tutti gli esponenti del Pd che in questi due anni hanno fatto finta di nulla. Chi alza le mani su una donna non può nemmeno aspirare a rappresentare la collettività. Anche in queste ore alcuni simpatizzanti del Pd continuano a insultare Silvia Sardone, sia come donna che come politica. Una deriva antidemocratica e indecente che squalifica chi si permette di offendere e ridere di questa vicenda”.

È noto l’impegno dell’amministrazione nella lotta contro la violenza sulle donne, solo un paio di settimane fa è stato inaugurato lo sportello antiviolenza presso la Casa delle Associazioni, oltre alla promozione di numerosi corsi di difesa personale rivolti alle donne.

 

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