Sab. 20 Apr. 2024
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Parco Nord, protagonista nel progetto di Parco Metropolitano. Intervista a Riccardo Gini

[textmarker color=”E63631″]NORDMILANO-[/textmarker] -Milano – Presentato a Palazzo Marino nei giorni scorsi il progetto ReLambro, che entra ora nella terza fase di attuazione. ReLambro SE (Rete Ecologica Lambro metropolitano. Servizi Ecosistemici a Sud Est) rappresenta infatti la prosecuzione di due progetti oggetto di co-finanziamento da parte di Fondazione Cariplo, ovvero ReLambro avviato nel 2013 con una fase di studio e proseguito con le prime azioni attuate a Ponte Lambro e al Gran Parco Forlanini e VOLARE iniziato nel 2015 che ha coinvolto la Valle del Lambro da Milano a Melegnano.

Il progetto ReLambro SE è la prima reale occasione per concretizzare l’idea di Parco Metropolitano, attraverso una strategia che entra nell’ottica di superamento dei confini a favore di una visione d’insieme condivisa e organica: “Tra gli obiettivi di sostenibilità di qui al 2030 – ha dichiarato l’Assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura Pierfrancesco Maran- c’è l’impegno del Comune di Milano, insieme a Città Metropolitana, Parco Nord e Parco Agricolo Sud, a lavorare per la nascita del grande Parco Metropolitano attraverso la connessione ecologica tra il Parco Nord e il Parco Sud. In quest’ottica il progetto ReLambro SE ci consentirà di agire in modo efficace in una delle zone verdi più estese del territorio che necessitano ancora di interventi di riqualificazione”.

La realizzazione del progetto vede, tra gli altri, Parco Nord come attore fondamentale, ne abbiamo parlato con il suo direttore, Riccardo Gini.

Parco Nord come modello, come si inserisce all’interno del progetto ReLambro SE?

Il Parco Nord è stato preso a modello della trasformazione territoriale, che si realizza con una grande idea che si sviluppa su vasta scala, ma con un presidio quotidiano cioè con delle persone che quotidianamente sono sul territorio. Questo perché altrimenti il rischio che si corre è di fare molta progettazione e poca concretezza e sottolineando il fatto che, come è sempre stato per Parco Nord, l’aspetto progettuale va insieme a quello manutentivo e gestionale perché, se si scollegano, i risultati non sono positivi.

Qual è per Parco Nord il valore aggiunto di questo progetto?

Parco Nord sta proponendo da anni alle Amministrazioni e a Città Metropolitana in primis, l’idea di Parco Metropolitano. Un’idea che tiene insieme le aree verdi già

esistenti che attraverso una regia unica possono trovare una valorizzazione delle stesse pur mantenendo il carattere e le peculiarità che ogni area ha. Questa è una cosa importante perché nei vari tentativi di leggi che si sono succedute si è sempre avuta la preoccupazione che si perdesse l’identità. L’identità è una cosa fondamentale che non può essere dimenticata e annullata, c’è bisogno però di una regia complessiva perché attraverso una visione più ampia si creano sinergie che da soli si fa fatica a cogliere.

In questo riassetto di Parco Nord si dà spazio a numerose iniziative che coinvolgono diversi ambiti, sportivo, scolastico, culturale. Qual è l’obiettivo?

Un’altra delle trasformazioni generali che stiamo facendo di Parco Nord è quello di comunicare che Parco Nord, da fatto ambientale qual è fondamentalmente e quello che è diventato con il lavoro di questi anni, sia oggi un fatto culturale. Vogliamo che venga colto l’aspetto culturale e cultura significa animazione, significa che la gente venga a praticare sport, vuol dire erogare tutti quei servizi ecosistemici che un’area verde ha nel suo interno ma che eroga ai cittadini in modo chiaro anche in maniera misurabile come stiamo facendo in questo progetto. Se riuscissimo a valutare qual è il valore economico dei servizi ecosistemici avremmo meno difficoltà, come ha sottolineato oggi l’Assessore Maran, a dire che c’è bisogno di remunerazio

ne di questi servizi, che i parchi hanno bisogno di essere finanziati e hanno delle necessità come le altre grandi strutture che fanno la qualità della vita. È evidente il nostro sforzo anche con progetti di found raising di chiamare i cittadini a mettere del loro x dimostrare concretamente l’affezione a un progetto che funziona, ma dall’altra parte le Amministrazioni devono capire che chi amministra deve investire in qualità della vita, perché investire nel verde è investire in qualità della vita.

Parco Nord e ruolo sociale, un’ambizione realistica?

Questo è un altro aspetto imprescindibile, perché quando si è sul territorio non si può tralasciare nessun aspetto. La parte della socialità l’abbiamo esercitata da sempre, con gli orti sociali ad esempio, con il fatto gli anziani potessero avere gli orti e adesso, con il nuovo regolamento, anche le giovani famiglie possono avere questi orti. In questo lavoro manuale la presenza di chi richiede asilo, di chi sta arrivando nel nostro Paese, per noi è una grande ricchezza. Quello che abbiamo voluto sottolineare con gli aspetti che per ora si limitano al volontariato e a qualche borsa lavoro, è che i rifugiati sono una risorsa e non un problema, diventano un problema se non sono gestiti. Noi invece abbiamo l’ambizione, e anche dei risultati, che ci confermano che gestendoli diventano una risorsa importante.

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