Sab. 14 Dic. 2024
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L’incendio di Pavia collegato a quello di Cinisello? La comissione d’inchiesta indaga

[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO[/textmarker] – “L’incendio dei capannoni industriali di Pavia conferma purtroppo la gravità del fenomeno dei roghi che colpiscono gli impianti dei rifiuti in tutto il Paese. Su questo fenomeno la commissione ha concentrato la propria attenzione già da mesi e mercoledì prossimo inizierà la discussione della relazione finale su questo tema”. Lo ha dichiarato la presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti onorevole Chiara Braga.

“Si tratta di una importante mappatura di circa 260 incendi avvenuti negli ultimi tre anni. Nel corso dell’inchiesta parlamentare – ha aggiunto la presidente Braga – la commissione ha effettuato una serie di interventi diretti, con diversi sopralluoghi sugli impianti interessati dagli incendi. Nella relazione sulla regione Lazio, approvata lo scorso 20 dicembre, abbiamo approfondito ampiamente il caso della Eco X di Pomezia. Abbiamo poi visitato in missione il comune di Vidor, in provincia di Treviso, Bedizzole, in provincia di Brescia, Mortara, in provincia di Pavia e Cinisello Balsamo, in provincia di Milano. Tutti siti colpiti da incendi di impianti di trattamento rifiuti. Nel corso dell’inchiesta abbiamo raccolto notizie importanti, anche su base nazionale, da tutte le procure interessate e da tutte le agenzie ambientali. Il contributo della Commissione può aiutare a leggere il fenomeno nella sua complessità, non come sommatoria di singoli eventi”. 

L’incendio sviluppatosi la notte scorsa in un capannone di rifiuti industriali nel pavese non è che l’ultimo di una serie di roghi che hanno interessato la zona del Pavese, in Lombardia. Legambiente non ha mai nascosto il sospetto che si tratti di “un’epidemia strana”. Il 5 settembre scorso andò a fuoco lo stabilimento della ditta Eredi Bertè a Mortara. Anche in quell’occasione alte colonne di fumo visibili a chilometri di distanza. Quell’ incendio, per modalità e tipologia, fu considerato in tutto e per tutto analogo ad un altro rogo il 25 luglio a Bruzzano (Milano). Anche allora andò a fuoco il deposito di una ditta di stoccaggio e trattamento rifiuti, la EcoNoca, e anche in quel caso furono numerosissime le chiamate da parte della popolazione per i cattivi odori sviluppatisi nell’area.

Un paio di mesi dopo, l’1 ottobre, i vigili del fuoco di Milano impegnarono 13 mezzi per domare le fiamme scoppiate all’interno di un deposito di rifiuti industriali e speciali a Cinisello Balsamo, nel milanese, che fa capo al gruppo Carluccio srl, lo stesso gruppo cui appartiene il deposito andato a fuoco a Bruzzano. L’incendio della notte scorsa di Corteolona, inoltre, ha ricordato agli abitanti della zona l’impatto visivo che ebbe il 6 febbraio quello sviluppatosi nella raffineria Eni di Sannazzaro dè Burgundi, quanto esplose un impianto di desolforizzazione di gasolio. Colonne di fumo altissime si levarono anche allora sulla pianura pavese. In quel caso, tuttavia, non furono rifiuti ad andare a fuoco. Mentre sui frequenti roghi a depositi di rifiuti c’è chi avanza il sospetto che siano dolosi. Legambiente Lombardia ha in più occasioni parlato di «strana epidemia», evidenziando il sospetto che dietro alle fiamme non ci sia solo fatalità.

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