[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Silvia Sardone, consigliere comunale di Forza Italia a Milano, nonché mogli del sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, utilizza il caso sestese per criticare l’operato dell’amministrazione di Palazzo Marino sul tema sicurezza.
“Dopo una mia interrogazione ho finalmente saputo dall’assessorato alla sicurezza il numero di allontanamenti fatti a Milano, in base al decreto Minniti. Dall’entrata in vigore del provvedimento, la polizia locale di Milano ha applicato il decreto Minniti nei confronti di 18 cittadini per condotta limitante la libera accessibilità e fruizione delle infrastrutture di trasporto pubblico (vendita abusiva nei mezzanini) e per imbrattamento e/o danneggiamento. Ricordiamo che il decreto sulla sicurezza urbana è legge da aprile 2017. Quindi da aprile a ottobre sono stati fatti solo 18 allontanamenti in una città da 1.4 milioni di abitanti. Nella vicina Sesto San Giovanni, da quando si è insediato il centrodestra in Comune e cioè da luglio, sono stati fatti 110 allontanamenti in una città di soli 82mila abitanti. Il paragone è imbarazzante per Milano, soprattutto se pensiamo che a guidare la città è il Pd, lo stesso partito del Ministro Minniti”, dice la “pasionaria” consigliera di Fi.
“E’ vergognoso non usare uno strumento creato per contrastare i fenomeni di delinquenza e degrado in città, tra l’altro considerando il successo dell’analoga iniziativa a Sesto dove gli allontanamenti sono un utile deterrente e trovano il favore dei cittadini. Evidentemente a Milano non c’è la volontà politica di contrastare tanti fenomeni, dai bivacchi al commercio abusivo, dalle carovane rom a situazioni legate a spaccio o abuso di alcool di cui i cittadini si lamentano quotidianamente. Chiedo al sindaco Sala perché sconfessa un Ministro del suo partito in una maniera così plateale e perché non si interessa dei problemi segnalati dai milanesi”, chiude la Sardone.
A proposito degli “allontanamenti” eseguiti dalla polizia locale di Sesto San Giovanni, nessuno degli oltre 100 è stato riconosciuto dalla Questura di Milano e tramutato in Daspo urbano.