Lun. 09 Dic. 2024
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Profughi tra i disabili di Milanino. Una madre scrive una lettera toccante

[textmarker color=”E63631″]NORDMILANO[/textmarker] – Riportiamo qui di seguito la lettera scritta dalla madre di uno dei disabili che frequentano il Cdd di Cusano, in merito all’ipotesi di aprire un campo profughi all’interno del complesso del Centro Diurno Disabili di Cusano Milanino, in via Azalee.

Comunicato rivolto alle Amministrazioni Pubbliche del mio ambito territoriale (Cinisello Balsamo, Cusano Milanino, Bresso, Cormano) 

Il 1 settembre non so se potrò partecipare all’assemblea indetta dall’Azienda che gestisce i servizi alla Persona, visto l’orario di convocazione e in considerazione che non saprei a chi affidare mia figlia. Pertanto sento il bisogno e la necessità di dire che non è facile doversi rapportare con chi crede, semplicisticamente, che tutto questo ambaradam si sia scatenato dal rifiuto di accogliere i profughi, da parte di genitori e familiari delle persone con disabilità che frequentano quel Centro a Cusano Milanino.
Personalmente se avessi lo spazio necessario e se la mia vita non fosse così condizionata dell’assistenza continua che richiede la disabilità di mia figlia, sarei disposta ad accogliere anche in casa profughi che necessitano di ri-abilitarsi in un contesto che non sia di guerra.  
La storia dei CDD di via Azalee è conosciuta soprattutto dai familiari che l’hanno vista nascere e si sono impegnati per farla diventare ciò che è oggi e che rappresenta un luogo dedicato alle persone con disabilità anche gravi, complesse e specifiche. Disabilità non facili e che richiedono particolari competenze. Quel centro non può considerarsi una struttura pubblica che le Amministrazioni Pubbliche utilizzano a seconda di ciò che ritengo giusto, anche perché la sua storia, che ora non sto a raccontare, nasce da una donazione che so essere legata ai bisogni delle persone con disabilità! Forse molti non sanno che la palazzina che ora si vuole rendere disponibile per accogliere altre fragilità: i profughi, è stata chiesta per scopi nobilissimi e di degna considerazione, anche dai familiari delle persone con disabilità che frequentano il centro! Era stata chiesta anche dall’associazione La Rondine (credo nel 2004) che si occupava di pronto intervento e accoglienza di persone con disabilità specifiche che avevano problemi a stare in famiglia. Ma queste richieste non sono mai state accolte e si è lasciato che l’associazione La Rondine chiudesse per mancanza di sostegno in questo ambito territoriale, dove non esistono riferimenti al dopo di noi e al pronto intervento e a percorsi di accompagnamento alla residenzialità. Alcune persone con disabilità che oggi frequentano i CDD hanno vissuto l’esperienza con La Rondine e sofferto di quella chiusura! 
Per quello che è stato per diversi anni il mio personale impegno come coordinatrice del Comitato Genitori e Parenti e nei tavoli “Fragilità”, “Adulti con disabilità, e “residenzialità” del Piano di Zona, prima ancora che subentrasse l’azienda Speciale “Insieme per il Sociale”, mi sento di dire che questa scelta di voltare le spalle alle famiglie per guardare ad altre nuove emergenze, è inquietante e mi provoca una dolorosa delusione, un senso d’ingiustizia soprattutto nei confronti di mia figlia e delle persone come lei, con disabilità impegnative e specifiche, che non trovano risposte adeguate e nessun impegno per migliorare la loro vita assai precaria! I profughi non c’entrano nulla in questa diatriba, sono le Amministrazioni Pubbliche che stanno inciampando su una questione spinosa, decidendo per un luogo, senza nemmeno un confronto con i loro stessi tavoli istituzionali, col tavolo di sistema! E sorge il dubbio che i signori Amministratori della cosa pubblica non intendono far funzionare un confronto sul sociale nemmeno con chi opera da anni sul sociale! 
Ci contattano ad agosto, a decisioni prese! E dovremmo accettare tutto questo a testa china? Mi dispiace, anzi non mi dispiace affatto dire di no a questo modo autoritario d’intendere la socialità! Non si fa così! Non si agisce in questo modo. Il territorio di Cusano Milanino deve ancora far fronte al suo impegno di accogliere i profughi e sembra che per questo Comune l’accoglienza rappresenta una criticità, vista l’opposizione dei cittadini manifestata anche nei Social! Vi siete chiesti perché il centro che comprende i CDD in qualche modo metterebbe tutti d’accordo? Chiedetevelo! Io mi sono data delle risposte e una di queste consiste nel fatto che quel luogo si trova al confine della città e non turberebbe o disturberebbe più di tanto i cittadini nelle loro stupende casette che a Cusano Milanino sono particolarmente belle! Questa è integrazione, inclusione dei profughi? Più comodo e utile metterli in una realtà dove già ci sono le persone con disabilità, tanto cosa vuoi che dicano? Ma fatemi il piacere Dirigenti e Amministratori Pubblici di non tentare di prendermi/ci in giro! Personalmente sono pronta a battermi anche per i diritti dei profughi ma non contro i diritti di mia figlia e delle persone come lei, ovvero delle molte persone con disabilità che frequentano i CDD di via Azalee a Cusano Milanino e che devono trovare da anni anni e anni risposte per le loro emergenze!
Emanuela Borrelli
Genitore di persona con disabilità che frequenta uno dei 3 CDD di Cusano Milanino

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