Ven. 29 Mar. 2024
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Penati: “il magistrato che sbaglia non viene punito”

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Il Sistema Sesto non si cancellerà mai. Dalle aule giudiziarie è passato ai corridoi della politica. I protagonisti sono sempre gli stessi. Solo che oggi, nel ruolo di accusatore c’è Filippo Penati, che del Sistema Sesto era stato l’imputato più in vista e che oggi, dopo l’assoluzione del dicembre 2015, ha ripreso a fare opinione. Se la prende con quel Walter Mapelli, Pm nel processo, che starebbe per diventare capo della procura di Bergamo.

“C’è un eccesso di carcerazione preventiva e una totale deresponsabilizzazione dei magistrati che sbagliano. Perché un chirurgo che sbaglia paga e un magistrato no? In magistratura chi sbaglia non solo non viene punito ma fa carriera. È il caso del mio accusatore, il procuratore aggiunto di Monza Walter Mapelli, che è in procinto di diventare capo della procura di Bergamo”. Parole che Penati,  ex presidente della Provincia di Milano ed ex sindaco di Sesto San Giovanni, coinvolto nell’inchiesta della procura di Monza sul Sistema Sesto ha rilasciato in un’intervista alla Stampa.

Sulle parole del premier Matteo Renzi, che ha parlato di”«barbarie giustizialista”, Penati aggiunge “sarei più cauto e lascio a lui la parola barbarie, ma giustizialismo sì. Renzi ha ragione: un’accusa equivale a una condanna. Ma è che la giustizia viene sempre intestata ai pm: sono loro che fanno notizia grazie all’uso dei media e dei giornalisti”, dice Penati. Su Piercamillo Davigo, “è una persona di spessore e valore, ma quello che mi stupisce non è quello che ha detto, lo ha sempre detto: mi stupisce che sia stato eletto al vertice dell’Anm. Non è più l’illustre magistrato ma il rappresentante di una categoria”.

Per Penati “c’è una parte della politica che utilizza una certa magistratura contro la maggioranza, come ai tempi di Mani pulite”.

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