Gio. 12 Dic. 2024
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Sicurezza, tra il dire e il fare c’è di mezzo la politica

[textmarker color=”E63631″]NORDMILANO[/textmarker] – “Chi ha scelto di rubare tutto il materiale della nostra radio, ha scelto di derubare la propria comunità”. Si legge questa frase nel comunicato congiunto firmato da Marse, Torpedon, La Grande Casa e amministrazione comunale: cooperative sociali e amministratori locali, sindaco in primis, condannano insieme il furto richiamando il valore del luogo colpito. Circa un mese fa, dopo il doppio vandalismo nella scuola Sardegna, sempre sindaco e assessori, insieme a docenti e cittadini del quartiere Crocetta, si erano pronunciati in modo molto simile: “La scuola è di tutti, è un bene pubblico”. Oppure: “La cultura è il futuro dei nostri figli”. E ancora: “Chi ha fatto questo ha colpito tutti, non solo la scuola”.

Tutte dichiarazioni sacrosante, anzi, sacrosantissime. Ma ci permettete di dire una cosa? Chi ha compiuto questi atti non legge il giornale. Non legge Nordmilano24, non legge gli altri giornali, quotidiani o periodici, che si occupano di cronaca locale. Quelle frasi, quelle dichiarazioni, come al solito finiscono addosso a chi sa bene che rubare o distruggere una scuola è un atto barbaro, vile, ingiustificato e ingiustificabile.

A che pro sperticarsi in parole e parole che non toccheranno mai e poi mai la coscienza (ma nemmeno gli occhi o le orecchie) di chi quegli atti li ha compiuti davvero? Crediamo che oltre alle parole (dicevamo sacrosante) si debba rispondere con gli atti, con decisioni concrete. Noi diremmo con la politica. “Le parole infiammano, gli esempi trascinano”, diceva qualcuno. Ecco. Appunto. A Cinisello il tema della sicurezza è quantomai attuale e i fatti di cronaca non fanno altro che alimentare le fiamme del dibattito. Lungi da noi dire che la città è insicura, che si vive in un clima di far west o che siamo in allerta. Ma è innegabile che qualche, legittima e in qualche modo naturale, campanella di allarme sia suonata. E per spegnerla le parole non bastano.

Telecamere? Pistola ai vigili? Ognuno risponda come crede. L’importante, crediamo, è che il tema si affronti, a livello sociale e a livello politico. Lo chiedono i cittadini onesti, anche quelli che non hanno rotto i banchi della scuola Sardegna ma l’indomani armati di stracci e scope si sono adoperati per ripulirla a puntino. Questo è un appello che non riguarda solo Cinisello, ma tocca Sesto e tutti gli altri Comuni del Nordmilano dove la parola “sicurezza” sta in cima all’agenda delle chiacchiere in piazza.

A proposito di furti, qualche tempo fa in una intercettazione telefonica un giovane ladro rumeno, che parlava con un parente fuori dai confini italiani, diceva qualcosa di questo tipo: “Vieni qui, tanto se ti beccano rubare fai solo qualche giorno di prigione poi sei fuori subito”. Più o meno così. Allora perché i sindaci del Nordmilano, non si mettono insieme e chiedono che il Governo intervenga a livello di legge affinché le pene per chi rubano siano certe e severe? E’ solo un esempio, per qualcuno magari stupido e banale, ma sarebbe una presa di posizione forte, anche mediaticamente. Lo chiedono i cittadini, lo chiedono anche gli uomini delle forze dell’ordine che spendono diverse ore della loro giornata lavorativa per il bene della nostra città vedendo troppo spesso vanificate le loro fatiche. Perché in seguito a un furto, ci si fa prendere dallo sconforto. Ma subito dopo subentra la rabbia perché ormai noi italiani siamo rassegnati al fatto che i ladri non pagheranno mai il giusto.

Sindaci, cosa aspettate? Questa è la battaglia giusta per far sì che le nostre comunità siano più sicure. Non costa soldi e interpreta ciò che pensano tutti i cittadini. Pene giuste, rapide e e certe.

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