[textmarker color=”E63631″]NORDMILANO[/textmarker] – Dieci giorni esatti. Dieci giorni e la Città Metropolitana diventerà realtà, sostituendo la Provincia di Milano, assumendone la sede, ovvero Palazzo Isimbardi e raccogliendo competenze e funzioni.
LO STATUTO
Giovedì scorso il consiglio metropolitano, composto da 24 membri, (tra cui due sindaci del Nordmilano Monica Chittò e Marco Alparone), hanno approvato lo statuto, dopo una lunga sessione durata fino a notte inoltrata.
Tra i punti principali, l’elezione diretta del sindaco metropolitano e la divisione della Grande Milano in aree “omogenee” al fine di evitare che le periferie diventino aree “grigie” e maggiormente trascurate rispetto al centro città.
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Oggi, 22 dicembre, avverrà l’ultimo passaggio “politico”, la presentazione e l’approvazione dello statuto da parte della conferenza dei sindaci, ovvero dei 134 primi cittadini coinvolti dalla Città Metropolitana.
“La Città Metropolitana è una grande occasione – commenta Giuliano Pisapia, primo “sindaco metropolitano” – . È però fondamentale che ci sia maggiore chiarezza sulla delicata questione delle risorse e delle funzioni perché è evidente che senza fondi adeguati c’è il rischio di non poter soddisfare i bisogni e le aspettative dei cittadini. Devono inoltre essere risolte alcune questioni molto urgenti, a partire da quella relativa ai lavoratori precari”.
RISORSE E DIPENDENTI
Risorse e dipendenti sono i veri punti dolenti del nuovo ente.
Per far funzionare la macchina amministrativa, occorrono ancora 40 milioni di euro, che al momento non sono stati ancora individuati. Si tratta di risorse indispensabili, per garantire la manutenzione ordinaria, per sistemare strade e scuole, giusto per intendere.
Ne consegue inoltre che i primi a farne le spese saranno proprio i lavoratori, ovvero il personale impiegato nella vecchia Provincia, che rischia di trovarsi in serie difficoltà.
I tagli delle risorse già previsti sono nell’ordine del 30% del personale; 500 lavoratori non sanno cosa accadrà dopo il 31 dicembre mentre per i precari è pressoché certa la perdita del posto.
LA PREFETTURA
Dulcis in fundo, l’osservazione del consigliere metropolitano e sindaco di Opera Ettore Fusco che sostiene come senza la Provincia a delimitarne l’ambito di competenza “scomparirà” anche la Prefettura, non essendo la Città Metropolitana obbligata ad assorbire le funzioni non previste da statuto o dalla legge istitutiva.