[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – “Sindaco, legga questo libro. La storia contenuta potrebbe aiutarla a capire meglio perché sesto deve essere solidale”. Ha detto più o meno così Gianpaolo Caponi al sindaco Monica Chittò mentre le consegnava una copia del libro “Dimmi che non hai paura” dello scrittore bressese Giuseppe Catozzella.
Un po’ per provocazione, un po’ per condannare la scelta dell’amministrazione comuanle di dichiarare insostenibile l’accoglienza a 31 profughi provenienti dall’Africa, per altro a spese dello Stato e dell’operazione Mare Nostrum.
L’altra sera in consiglio comunale si è verificata una scena piuttosto inusuale per le stanze della politica.
La Lista Civica Sesto nel Cuore, composta dai Consiglieri, Gianpaolo Caponi, Angela Tittaferrante e Marco Lanzoni, ha donato al Sindaco Chittò una copia del libro che uno scritore bressese ha scritto sulla storia vera di una ragazza somala morta in mare mentre stava attraversando per raggiungere l’Italia. Una ragazza che era un’atleta olimpica e che cercava di scappare dala guerra per potersi allenare per le Olimpiadi di Londra.
“Non è stata una provocazione – affermano all’unisono Caponi, Tittaferrante e Lanzoni – ma un invito al primo cittadino affinché, dopo aver letto la storia vera di questo libro, rifletta sul contenuto del comunicato stampa diramato dalla sua amministrazioni ai primi di ottobre, intitolato: “Profughi a Sesto: esperienza conclusa”: nel testo del comunicato si legge che “pur comprendendo l’esigenza di gestire un’esperienza drammatica come questa, per una Città come la nostra numeri di questo tipo non sono sostenibili”.
Si trattava e si tratta di 31 profughi scappati dalla guerra, vittime di violenze inaudite, persecuzioni e umiliazioni di ogni tipo. Persone che sono ospitate fino a fine mese nel residence Fiorani a spese dello Stato.
“Se una città non in grado di assistere “simili numeri”(31 esseri umani) significa che ogni altra cosa perde importanza – hanno detto i consiglieri comunali della Lista Civica Sesto nel Cuore – E’ vero, Sesto San Giovanni sta vivendo uno dei periodi più difficili. I cittadini sono arrabbiati per le troppe inefficienze che l’Amministrazione Comunale ha prodotto in anni di mal governo. Sono delusi e angosciati dalla crisi. Affaticati dal peso delle tasse e dalle difficoltà del lavoro. Ma una città come Sesto San Giovanni non può “gettare alle ortiche” il suo valore e la sua tradizione. Sindaco e assessori devono alzare la testa e sconfiggere con determinazione le inefficienze prodotte dal malgoverno dei loro predecessori; devono alzare la testa e guardare con rispetto e spirito di accoglienza a chi sta peggio di noi. Nella crisi, la nostra città deve ritrovare unità nell’accoglienza e non nella divisione. Invece, fino ad ora l’amministrazione comunale si è comportata in modo cinico: forte con i deboli e debole con i forti – hanno attaccato nel comunicato stampa diffuso dalla lista –
Perché il Sindaco e la giunta non hanno mostrato altrettanta determinazione e fermezza con le centinaia di nomadi accampati ai margini della città che rendono invivibile interi quartieri di Sesto San Giovanni, provocando problemi di sicurezza, degrado e aumento di furti negli appartamenti? L’amministrazione comunale trovi le risposte alle proprie inefficienze e non si nasconda dietro a nessun alibi; la città non è sporca, insicura e degradata perché ci sono 31 profughi, ma perché la nostra classe politica al governo della città non è stata in grado di adottare strategie adeguate e soluzioni rapide ai malesseri della nostra comunità.
Il Sindaco si legga questo bellissimo libro, lo regali a sua volta a tutti i componenti della giunta e della maggioranza, faccia proprio il bisogno dell’accoglienza a chi ne ha davvero bisogno e dia voce alla consapevolezza della vita e dignità umana; dopo aver letto il libro prenda le dovute decisioni e tragga le adeguate e dignitose conseguenze”.