[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO [/textmarker]- Una lettera che fa seguito alla conferenza stampa di ieri. I dipendenti del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello hanno scritto una lettera aperta alle Istituzioni, per chiedere cosa intendono fare. Come detto chiaramente dal sindaco Trezzi ieri a Milano, il museo rischia di chiudere a gennaio, se non si prenderanno provvedimenti. Nella lettera i dipendenti sottolineano di aver lavorato nella precarietà dieci anni, ma non per questo è venuta meno la loro passione e la loro fiducia: ora però chiedono di garanzie sul futuro del Museo.
LEGGI ANCHE: “Basta parole: senza un intervento il Mufoco chiude”
Ecco la lettera:
Lettera aperta a Comune di Cinisello Balsamo, Provincia di Milano, Comune di Milano, Citta’ Metropolitana, Regione Lombardia, Ministero per i Beni e le Attivita’ Culturali
Cari rappresentanti delle Istituzioni,
siamo qui oggi per raccontarvi la nostra condizione di lavoratori all’interno di un’istituzione culturale unica in Italia quale è il Museo di Fotografia Contemporanea, pur nella consapevolezza di non essere i soli e che ciò che succede a noi accade anche nel resto del Paese.
Siamo professionisti della cultura. Curatori, archivisti, conservatori,fotografi, bibliotecari, educatori museali, allestitori, esperti della comunicazione e dell’amministrazione. Abbiamo collezionato ogni tipologia contrattuale: stage, rimborso spese, collaborazione occasionale, contratto a progetto, partita IVA, e solamente due di noi hanno un tempo indeterminato (ma non è un caso che entrambi ricoprano ruoli non strettamente legati al patrimonio culturale). Dieci anni di precarietà caratterizzati da stipendi ridotti all’osso, assenza di riconoscimenti e scatti contrattuali o di livello, costante incertezza dei rinnovi, cronica riduzione del personale, reiterati ritardi negli stipendi.
Da almeno quattro anni, alla precarietà contrattuale si aggiunge l’instabilità dell’istituzione, nell’incertezza dei finanziamenti e nella mancanza di un progetto continuativo e di ampie vedute. Abbiamo contribuito a costruire questo luogo credendo che potesse rappresentare una grande sfida culturale e civile, un’istituzione contemporanea, permeabile, attiva, rivolta ai cittadini. Ci troviamo invece a vivere e operare sempre nell’immediato e a investire i nostri sforzi in un programma dal respiro corto e in attività sempre al ribasso.
Ciononostante, continuiamo portare avanti con professionalità, impegno, passione e fiducia le attività del Museo. Non ci stanchiamo di continuare a crederci, perché noi ci crediamo ancora.
Ora chiediamo a voi cosa intendete fare, Enti fondatori del Museo di Fotografia Contemporanea, Comune di Milano, Città Metropolitana, Regione Lombardia e Ministero per i beni e le attività culturali.
Intendete sostenere il nostro lavoro, superando la precarietà e dando alle nostre posizioni i necessari riconoscimenti, continuità e stabilità? Intendete promuovere la fotografia, valorizzare e diffondere un patrimonio che è un bene culturale pubblico? Intendete rilanciare il Museo di Fotografia Contemporanea con un nuovo progetto?
I lavoratori del Museo di Fotografia Contemporanea e Nidil CGIL Milano
Cinisello Balsamo, 10 ottobre 2014
LEGGI ANCHE: “Basta parole: senza un intervento il Mufoco chiude”