[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – “Vedi quel frigorifero blu? Il 27 agosto abbiamo chiamato il Co.Re. per farlo ritirare e quasi un mese dopo non è ancora passato nessuno. E’ per questo che si è creata una discarica sul marciapiede”.
Lorenzo De Lorenzo è uno degli inquilini che in questi giorni sta dormendo nei container montati accanto al suo palazzo di via Marx 606, che è in ristrutturazione. A turno, dieci famiglie alla volta lasciano gli appartamenti e si trasferiscono nei prefabbricati per una quindicina di giorni.
Con la riqualificazione, non sono pochi quelli che decidono di sbarazzarsi di mobili e vecchi arredi. Così, sul marciapiede sotto al palazzone del comune, si è accumulata una vera e propria discarica a cielo aperto. Se si aspetta un po’, oltre al viavai di gente che porta armadi o elettrodomestici, si vedono anche residenti di palazzi vicini che passano a controllare se in quel cumulo ci può essere qualcosa di utile.
“Con la manutenzione in corso, è inevitabile che si accumulino un po’ di materiali – dice De Lorenzo – ma così è proprio brutto. Abbiamo chiesto di mettere un cassone da cantiere per raccoglierli ma la richiesta è rimasta inascoltata”.
Intanto, foto e video dei cumuli di rifiuti sono stati pubblicati sui social network, e la situazione è stata denunciata dal consigliere comunale Vito Romaniello in un video pubblicato in rete: “Si fa fatica a comprendere come mai i cittadini non utilizzino il servizio messo a disposizione dal Co.Re per il ritiro o non si rechino direttamente in discarica per smaltire i rifiuti ingombranti”, si chiede.
“La telefonata l’ho fatta il 26 di luglio” assicura Francesca M., che abita nel condominio e il giorno dopo ha portato sul marciapiede sotto casa il materasso da buttare: “Ma è ancora lì. Tra l’altro – continua- ad aggiungere roba viene anche gente che non abita in questo palazzo”.
Al di là di questo “imprevisto”, i lavori procedono. A quanto riferito da alcuni inquilini, il clima generale sarebbe di soddisfazione riguardo ai lavori. Del resto, viste dall’esterno, le due facciate sono imparagonabili: grigia e malandata prima, nuova e colorata quella già interessata dai lavori.
Così il palazzo che era tra i più malmessi di Sesto sta assumendo pian piano un volto completamente diverso, pur mantenendo la sua specificità nella forma squadrata che lo rende da sempre così caratteristico.