Dom. 28 Apr. 2024
HomeCultura e SpettacoloIl 3 settembre di 25 anni fa moriva Gaetano Scirea

Il 3 settembre di 25 anni fa moriva Gaetano Scirea

[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO [/textmarker] – Era una domenica, il tre settembre del 1989. Quel giorno il calcio rimase orfano di un campione “non soltanto di sport, ma soprattutto di civilità”, per usare le parole del grande portiere Dino Zoff. A 25 anni da quel pomeriggio tragico, questa sera al campo di via Cilea che porta il suo nome, Scirea sarà ricordato con un minuto di silenzio, nell’ambito del torneo per under 14 che tiene vivo il ricordo di una delle più nobili figure del calcio e dello sport.

[blockquote style=”1″]Mai un’espulsione, gli bastava la classe: mai visto uno così elegante, con la testa così alta (Dino Zoff)[/blockquote]

Fu un incidente stradale in Polonia a spezzare la vita di Gaetano. Era andato a studiare la squadra Gornig Zabrze pochi giorni prima della sfida di Coppa Uefa con la Juventus allenata da Zoff. Scirea faceva il suo vice: dopo essere stato un campione in campo stava iniziando una carriera da tecnico, da “maestro”. Aveva 36 anni.

“Gaetano era un grande uomo che si riconosceva dallo stile – scrive sulle pagine della Gazzetta dello Sport Dino Zoff, che con il “Gai” vinse la coppa del mondo a Madrid, nel 1982 – Non la forma, lo stile. Era serenità, chiarezza e pulizia. Era convincente anche quando (di rado) si arrabbiava, non perdeva mai il controllo. Una persona sempre misurata e tranquilla. Diceva solo cose autentiche, ponderate. Quando lo conobbi, all’inizio mi sembrava troppo perfetto per essere vero”.

Nato a Cernusco sul Naviglio il 25 maggio del 1953 a 5 anni si trasferisce a Cinisello in via XXV Aprile 235. I primi passi nel mondo del calcio li compie sul campetto della parrocchia S.Pio X, giocando nella Serenissima sotto la guida di Giovanni Crimella. Proprio quello che oggi, insieme a decine di volontari è l’instancabile organizzatore del Memorial, fa spiccare il salto di qualità al giovane Gaetano, portandolo all’Atalanta. Qui, a 19 anni, compie l’esordio in serie A con un pareggio contro il grande Cagliari di Gigi Riva.

Due anni dopo, nel 1974, passa alla Juventus e a 21 anni inizia quella sfolgorante carriera che ha reso il suo nome indimenticabile. Libero d’eccezione, Scirea è l’unico giocatore al mondo che ha vinto tutte le competizioni alle quali ha partecipato. Sette scudetti, due Coppe Italia, una Uefa, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, una Intercontinentale e una Champions League, oltre ai mondiali di Spagna.

memorial_scirea

Ma al di là dei risultati calcistici, il suo ricordo è legato soprattutto a un modo di comportarsi, dentro e fuori dal terreno di gioco, che lo rende un esempio da ricordare ai giovani calciatori di ogni generazione. E’ per questo che, in un momento di crisi di valori del calcio italiano, il torneo che da oltre vent’anni si ripete a Cinisello assume ancora più senso e importanza.

“Un fuoriclasse raro, inarrivabile. – lo ha definito la società Juventus Fc – Per la raffinata eleganza con cui stava in campo e per l’educazione e l’onestà con cui affrontava la vita. Gaetano Scirea è stato un campione straordinario e un uomo squisito. Come giocatore della Juventus ha vinto tutto […] Come uomo è stato un modello di dolcezza e integrità, una persona leale e gentile”.

Per tutte queste ragioni, Scirea rimane un modello, un giocatore d’altri tempi che non smetterà mai di essere attuale. Per rendere questo contrasto basti solo un dato: il grande numero 6 non fu ricevette mai un cartellino rosso in tutta la sua carriera. “Un difensore mai espulso perché gli bastava la classe. – precisa Zoff – Mai visto uno così elegante, con la testa così alta. E la purezza del tocco era purezza morale”.

CLICCA QUI PER SAPERE LE PARTITE IN PROGRAMMA STASERA

ARTICOLI CORRELATI