[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO[/textmarker] – Un materia insegnata in lingua inglese. Questo uno dei diktat della Riforma Gelmini del 2010 che da quest’anno diventerà obbligatoria in tutte le classi quinte di licei e istituti tecnici. Che sia storia o matematica, filosofia o chimica, poco cambia; l’insegnante dovrà spiegare almeno la metà delle ore previste in lingua inglese.
Un’idea ambiziosa ma che potrebbe se non altro riuscire a colmare il gap che gli italiani, anche giovanissimi, hanno nei confronti della lingua inglese.
Peccato però che in molte scuole non vi siano gli insegnanti adeguatamente formati o meglio, riconosciuti dal ministero.
Da Roma infatti, i corsi di formazioni per ottenere l’abilitazione sono partiti solo la scorsa primavera, non permettendo a tanti docenti di attivarsi per tempo.
Al Liceo Casiraghi, uno degli istituti del complesso del Paco Nord, provano a inventare sistemi alternativi, come svela il dirigente scolastico Mario Maestri dalle colonne de Il Giorno: “Le scuole godono di una certa autonomia per sopperire alle carenze e scavalcare gli ostacoli. Parte delle discipline non linguistiche potranno essere insegnate in compresenza, con il docente di lingua straniera”.
Ma una volta ultimato l’anno scolastico sorge comunque un problema: gli esami di maturità, in quanto la materia insegnata in lingua sarà oggetto di prova. “Serviranno commissari preparati e in gran numero – conclude il dirigente scolastico -. Dubito fortemente che le scuole siano pronte”.