Gio. 25 Apr. 2024
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Vigili davanti al comune per chiedere giustizia e tutela

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – “Ci devono ammazzare per avere giustizia?” domanda lo striscione impugnato durante il presidio che si è svolto ieri pomeriggio sotto il municipio.

Agenti di polizia locale, tutti in abiti civili, sono arrivati anche da Opera, Segrate, Monza e Bresso, per unirsi alla manifestazione dei loro colleghi sestesi che hanno chiesto e ottenuto un incontro in Comune per parlare della loro situazione. Una mobilitazione spontanea nata in solidarietà ai due vigili vittima dell’aggressione di dieci giorni fa, pestati e mandati in ospedale da un uomo che era stato fermato per aver bruciato un semaforo rosso guidando senza cintura.

aggressione vigili
Preoccupati, accanto all’ambulanza che ha soccorso i colleghi

manifestazione vigiliMa l’episodio di violenza è soltanto l’ultimo di una serie di casi simili, e l’amarezza degli agenti ha radici più generali. “Da tempo stiamo cercando di far capire alle istituzioni locali che gli agenti di polizia non possono essere considerati normali lavoratori comunali. E’ vero, sono dipendenti del comune, ma le situazioni in cui si trovano ogni giorno sono molto diverse – spiega Sergio Bazzea (foto a sinistra), segretario regionale del sindacato Sulpm – Dall’inizio dell’estate solo a Sesto si sono registrate sei aggressioni che hanno causato ferite con prognosi superiori ai 7 giorni”.

Dati che, secondo gli agenti, impongono di riflettere sulle condizioni in cui quotidianamente gli operatori di polizia locale sono costretti a lavorare.

I due principali temi al centro del dibattito durante l’incontro sono il servizio in coppia e la causa di servizio. Il primo è una questione che coinvolge il Comune, cui compete la scelta. Anche a Sesto infatti il pattugliamento in coppia è oggetto di dibattito.

Secondo i manifestanti, non c’è sicurezza se gli agenti non lavorano in coppia, come dimostrerebbe l’episodio sestese: se non fosse stato per il collega che è riuscito a mettersi in contatto radio, l’arrivo dei rinforzi sarebbe stato molto meno tempestivo.

L’altra questione, che coinvolge tutti i “ghisa” nazionali, è quella della tutela in caso di infortunio. A differenza di tutte le altre figure di sicurezza pubblica, agli agenti della Locale è negata la causa di servizio. “In caso di aggressione o invalidità – spiega Bazzea – i vigili non hanno diritto a nessuna tutela e a nessun indennizzo per i familiari”.

Anche per affrontare questi nodi, prima del presidio si è svolta un’assemblea tra gli agenti sestesi e i rappresentanti sindacali di Sulpm, Usb, Uil e Cisl. Hanno partecipato anche i due vigili aggrediti, ancora a riposo per le ferite subite.

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Una delegazione di agenti di polizia ricevuta in sala Giunta dal vicesindaco

Dopo il confronto al Comando di via Volontari del Sangue, i manifestanti si sono spostati in Comune, dove sono stati ricevuti dal vicesindaco Felice Cagliani. Tra le richieste, c’è stata quella di votare un ordine del giorno da inviare al parlamento per chiedere una revisione delle norme che minano la sicurezza della municipale.

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Il vicesindaco Felice Cagliani

“Era giusto e importante ricevere subito gli agenti e ascoltare le loro richieste, in particolare dopo quello che è successo – ha detto Cagliani – riferirò al sindaco e all’assessore competente Alessandro Piano, in modo che a settembre si possa riprendere la discussione sia sui temi generali che su quelli che ci riguardano direttamente relativi alla riorganizzazione in corso”.

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ABOLIZIONE DELLA CAUSA DI SERVIZIO

All’articolo 6 del “decreto Monti” si legge: “Equo indennizzo e pensioni privilegiate 1. Ferma la tutela derivante dall’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, sono abrogati gli istituti dell’accertamento della dipendenza dell’infermità da causa di servizio, del rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, dell’equo indennizzo e della pensione privilegiata. La disposizione di cui al primo periodo del presente comma non si applica nei confronti del personale appartenente al comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico. La disposizione di cui al primo periodo del presente comma non si applica, inoltre, ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, nonché ai procedimenti per i quali, alla predetta data, non sia ancora scaduto il termine di presentazione della domanda, nonché ai procedimenti instaurabili d’ufficio per eventi occorsi prima della predetta data”.

Questo il passo del decreto Salva Italia messo in discussione dai vigili. Gli agenti di polizia locale, infatti, a differenza della polizia di stato, guardia di finanza, carabinieri ecc. non rientrano nel comparto sicurezza.

Per “causa di servizio” si intende comunemente il riconoscimento della dipendenza dal servizio di una infermità o di lesioni fisiche, contratte, appunto, a causa del servizio prestato. Tale riconoscimento era, prima del decreto Monti, previsto anche per tutti i dipendenti delle amministrazioni pubbliche.

L’abrogazione, voluta per ragioni economiche e burocratiche, aveva equiparato la tutela dei lavoratori pubblici a quelli privati, ma non teneva conto della specificità del comparto di polizia locale.

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