Ven. 29 Mar. 2024
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La favola di Sidy Keita: “Sarò il nuovo Samuel Eto’o”

[textmarker color=”E63631″]CORMANO[/textmarker] – “..Ma Nino, non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore..”. Cantava così Francesco De Gregori nella bellissima “La leva calcistica del ’68”, raccontando la favola di come il calcio potesse essere sogno e speranza per evadere dalle periferie, delle città e della vita e volare in alto, nell’olimpo dello sport più diffuso e, forse, più bello del mondo.
Decenni dopo la musica non cambia; Nino si chiama Sidy Keita, ed è una giovane promessa del calcio che sogna, sogna in grande.
L’avventura comincia quando dal Senegal approda in Italia, a Cormano e il papà lo spinge a iscriversi al San Luigi, squadra del vicino oratorio.
“Per fare amicizia”, era l’intento iniziale del genitore premuroso che aveva a cuore l’integrazione del figlio e che di certo non si sarebbe mai aspettato quanto il suo fosse un consiglio decisivo per la vita di Sidy.
“Io giocavo e mi divertivo, non mi rendevo conto di altro – ammette il giovane -, dopo qualche stagione al San Luigi mi sono spostato alla Cob, che giocava già nel Figc”.Cormano_Sidy Keita

Grande velocità, piedi buoni e senso del gol. Le qualità di un centravanti si vedono subito e, infatti già a 11 anni Keita chiude una stagione da record, con 35 gol in 24 partite.

Il piccolo Sidy cresce e sale di categoria, passa agli allievi della Cob e tenta una stagione a Bruzzano, “pensavo mi servisse una squadra che mi desse più visibilità” ma, dopo un altro passo indietro a Cormano il talento del giovane goleador è ancora inespresso.
“Avevo capito che il calcio potesse essere qualcosa in più di passione e divertimento ma non ci speravo più racconta – mi interessava andare a lavorare e aiutare la mia famiglia”. Una famiglia che però non ha mai smesso di credere nelle sue potenzialità, sino alla partita della svolta, quando viene notato dal direttore sportivo del Varese e invitato a fare un provino.
“Eravamo quasi una trentina e ci avevano detto che avrebbero preso un giocatore per ruolo: un portiere, un difensore, un centrocampista e un attaccante”.
Il provino non è memorabile, Keita non segna ma forse fa quel qualcosa in più. Un paio di palle gol e un gran lavoro sulla fascia. “..un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia”, per dirla ancora con De Gregori.

La favola non finisce ma diventa sempre più reale.

Il 17 luglio del 2013 arriva la chiamata che Sidy, ormai 18 enne col fisico di un vero atleta non si aspetta più: Varese lo vuole, ha un biglietto di sola andata per il calcio professionistico.
“Ero contento ma mi aspettavo una stagione a scaldare la panchina e a incassare un primo piccolo assegno”. Un qualcosa che non basta, non a chi come dice lo steso Sidy, “ha fame di vittoria, di vita e di riscatto”.

Dieci minuti, gli ultimi dieci in un match già scontato e il mister Pistone, di Beretti, la sezione “civetta” della primavera del Varese dà a quella punta senza referenze venuta dà Cormano l’occasione giusta. Sidy entra in campo e segna, aggiudicandosi un posto da titolare.

Un lungo inverno di crescita porta il bomber cormanese un’altra chanche: Maurizio Ganz, vecchia gloria del Milan e allenatore della primavera lo vuole nel match decisivo contro l‘Hellas Verona.
Sidy si galvanizza, sogna e corre. E fa una doppietta in pochi minuti di gioco.

Quando non gioca come punta o seconda punta, corre sulla fascia, da esterno, facendo assist che risolvono partite impegnative, come quella in trasferta a Zingonia, sull’ostico campo dell’Atalanta, la squadra italiana con il migliore settore giovanile: finisce 2 a 1 per il Varese e Sidy Keita aggiunge un altro tassello al suo sogno.

Ora, a fine stagione le prospettive per il giovane talento sono molteplici; si parla di un rinnovo con il Varese, forse già in prima squadra ma il cartellino di Keita vale già oro e non sono pochi i procuratori a cercare di mettersi sulle sue tracce.

Ma qui si inizierebbe a parlare di calcio mercato e, la favola, perderebbe poesia.
Sidy si gode l’attesa con serenità, palleggiando con gli amici nel cortile di casa, nella vecchia Cormano ma, alla domanda “qual è il tuo giocatore preferito” risponde senza esitazione, sfoderando la classe del campione.

“Samuel Eto’o”

“E perché?”

“Perché oltre a essere un grande campione ha detto: corro come un nero per guadagnare come un bianco. Ed è esattamente quello che voglio fare io, per me e per ripagare la mia famiglia di tutti gli sforzi”.

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