Bistrattato, deriso, spesso oggetto di insulti e lamentele epocali ma comunque capace di resistere.
Il servizio sanitario nazionale è così.
Come fosse un atleta mai incoraggiato ma sempre pronto a correre.
Non bastano gli incresciosi fatti di cronaca legati alla Sanità, ne sono esempio i nuovi risvolti della clinica Santa Rita degli ultimi giorni, senza pensare alle morti per semplici appendicectomie, per anestesie sbagliate o per allergie a farmaci mal riconosciute.
Non sono serviti i tentativi, ripetuti più riprese, da forze politiche di ogni forma e colore, di affossare la pubblica sanità, in favore di quella privata, a smantellare il servizio sanitario nazionale.
Certamente una macchina vecchia di un secolo e così poco spesso oleata non può garantire un funzionamento eccellente.
E si sommano i ritardi, le attese, le code nelle quali i capelli possono anche imbiancare e cadere.
Chiaramente gli ospedali pubblici sono ben lontani da essere resort ultra lusso, con arredi spesso fermi agli anni 60, bagni in comune che ricordano le colonie marittime di fascista memoria e tanti altri elementi non esattamente invitanti.
Ma sono anche fatti di persone; medici, infermieri, personale asa, addetti alle pulizie.
Tutti lavoratori che spendono buona parte della propria esistenza in quei luoghi nei quali mai vorremmo entrare e che, non di rado, salvano altre vite.
I guadagni dei dipendenti della pubblica sanità hanno molto da invidiare a quelli dei colleghi delle cliniche private, così come gli orari di lavoro parecchio distanti da un qualsiasi impiegato d’azienda.
Il sistema sanitario nazionale, che si sorregge quasi unicamente sulle tasse dei contribuenti, è la classica cosa che diamo per scontata fino a che non ne abbiamo bisogno e che invece andrebbe difesa quotidianamente.
Un piccolo gioiello italiano invidiato in tutto il mondo e secondo, ancora adesso, solo al sistema francese.
Un intervento semplice ma non banale al quale sono stato sottoposto in un ottimo ospedale del Nordmilano sarebbe costato, secondo le stime della Regione Lombardia, circa 1.300 euro, cifra che di questi tempi può dare non pochi grattacapi a chiunque e che personalmente mi farà borbottare un po’ meno quando pagherò le tasse.
Diversamente si può provare a rompersi anche solo un dito negli Stati Uniti per poi tornare sull’argomento.