Lavorare, costruirsi una famiglia e una casa dove viverla. Una semplice sequenza di passaggi che rientrava nella materia ordinaria fino alla fine del secolo scorso. Fino all’inizio degli anni duemila. Fino alle generazioni dei nonni e dei padri. Ma che non vale più ora, in un quotidiano che fatica a colmare i bisogni ordinari, rendendo anche il desiderio di “normalità” come straordinario.
I fatti di settimana scorsa legati allo sgombero della ex Impregilo hanno portato alla luce un problema troppo grande per essere nascosto, in costante e preoccupante espansione; quello della casa.
Troppo facile pensare che interessi solo i clochard, assurdo insinuare vi siano facinorosi violenti in ogni protesta, soprattutto quando pacifica.
Gli sfratti sono all’ordine del giorno, a Milano ne hanno registrati 17mila nel corso dell’ultimo anno e, il capoluogo, non è altro che un amplificatore della situazione che vivono i comuni del nostro territorio.
Sempre a Milano vi è un patrimonio di circa 6.800 alloggi sfitti tra case del Comune e Aler, alle quali è impossibile accedere per ristrutturazioni in lunghissimo corso se non addirittura inagibilità.
La musica non cambia nel Nord Milano, basta prendere ad esempio il comune più grande del nostro territorio, Sesto, dove le abitazioni del comune sono circa 900 e quelle dell’Aler 1.500.
Ma il modo per accedervi è una tortuosa peregrinazione nei meandri burocratici.
Dando un’occhiata, perché solo quella si può dare, alla locazione privata, i numeri destano non poco imbarazzo. Un affitto medio nella provincia di Milano, (calcolato su tutte le soluzioni abitative), è di 959 euro mensili, che scende a 480 nel caso di monolocali o condivisioni.
Cifre da capogiro, se si considerano le entrate, quando ci sono, dei cittadini del territorio.
Il tutto, non aprendo neanche il capitolo “acquisto” di un’abitazione, pressoché impensabile, considerati ancora una volta i salari e l’inacessibilità al credito e la morsa delle banche per avere una qualsivoglia forma di prestito..
E si torna ai fatti della ex Impregilo.
Occupare è indubbiamente una extrema ratio e che sia una soluzione illegale è cosa risaputa.
Ma in questo progressivo ampliamento dell’emergenza abitativa, se non dovesse arrivare un importante colpo di reni da parte della cosa pubblica, gli accadimenti della ex Impregilo saranno sempre più frequenti e messi in atto da diverse classi sociali.
Oppure vedremo tante generazioni che cresceranno i propri figli in macchina, dormendo sotto la volta celeste.