Dom. 13 Lug. 2025
HomeBreaking NewsCinisello Balsamo e una piazza per ricominciare

Cinisello Balsamo e una piazza per ricominciare

La giunta di Cinisello Balsamo ha deciso di intitolare una piazza di Cinisello Balsamo a Sergio Ramelli, il militante di estrema destra (Fronte della Gioventù) picchiato il 13 marzo 1975 a Milano da esponenti di Avanguardia Operaia e deceduto il 29 aprile dello stesso anno. Apriti cielo! La sinistra è insorta, anche per le modalità con le quali si è arrivati alla decisione. Stando a quanto dichiarano le forze di opposizione la decisione “non è stata presa all’unanimità dal Consiglio Comunale, dove la proposta non è mai pervenuta”. La comunicazione non sembra neppure avere una forma istituzionale, poiché non è stato divulgato nessun comunicato stampa ufficiale da parte dell’Amministrazione.

Entrando nel merito della questione, è che tale scelta risulterebbe divisiva. Scrive sui social Daniela Gaparini, ex Sindaco della città: “Una piazza a Sergio Ramelli? La giunta sceglie la divisione e non la riconciliazione La proposta della giunta di intitolare una piazza a Sergio Ramelli, giovane vittima di una brutale aggressione politica nel 1975, riapre a Cinisello Balsamo una ferita ancora dolorosa, e rischia di trasformare un momento che dovrebbe essere di memoria e riflessione in una occasione di contrapposizione ideologica.

Non è questo il modo. Non è questa la strada di una città che ha saputo, nel tempo, affrontare la complessità della propria storia con responsabilità. La lunga stagione delle amministrazioni di centrosinistra ha portato avanti un’idea di istituzioni capaci di costruire coesione sociale, di isolare ogni forma di violenza — da destra e da sinistra — e di riconoscere, senza ambiguità, il ruolo della democrazia nella sconfitta del terrorismo nero e rosso. Il PCI, nel corso di quegli anni drammatici, ha saputo distinguersi per fermezza e rigore democratico.

Per questo, oggi, appare chiaro il segno politico di un gesto che non nasce da un bisogno condiviso di memoria, ma dalla volontà di marcare un “nuovo corso”, più attento alla bandiera ideologica che al bene della comunità.

Chi vuole davvero ricordare quella stagione dovrebbe farlo nella consapevolezza del dolore comune e della necessità di superare le divisioni. Una proposta istituzionale e unificante sarebbe quella di dedicare uno spazio cittadino a tutte le vittime della violenza politica, in nome della pace civile e della riconciliazione, non della rivendicazione.

La memoria non si usa come clava. Si coltiva con rispetto, equilibrio e verità”.

E quindi? Poteva essere fatta un’altra scelta. Non sarebbe stato meglio, per il bene di tutti, scegliere un’altra figura, un personaggio di Cinisello Balsamo, ad esempio, che tanto ha dato alla nostra città? Il nostro pensiero va al professor Giovanni Morandi, preside mai dimenticato per il grande lavoro educativo svolto nelle scuole. Una figura ancora molto apprezzata, a cui l’amministrazione dedicò una serata che vide partecipare alcuni protagonisti della vita civile della città. “Giovanni Morandi è stato un importante educatore.  Egli ha saputo adempiere con grande dedizione e spirito di servizio il suo compito di docente nelle diverse scuole della città, ricoprendo poi il ruolo di Preside della scuola media Giuliani” scrisse il sindaco Giacomo Ghilardi, che aggiunse: “Il suo è stato un impegno lungo e costante, durato ben oltre 50 anni, volto alla formazione, educazione e crescita culturale dei giovani, prima come docente, poi come preside e infine come volontario”.

Angelo De Lorenzi

 

ARTICOLI CORRELATI