Intelligenza artificiale o artificiale intelligenza? È attorno a questo tema che si è sviluppata la quinta edizione de I Dialoghi di NordMilano24.it, appuntamento annuale ormai consolidato per offrire spunti di riflessione su temi di particolare attualità, analizzandone l’impatto sulla vita del territorio nordmilanese attraverso il confronto tra esperti e protagonisti dei nostri 7 Comuni.
Quest’anno la scelta è ricaduta su un argomento che oggi, piaccia o meno, sta entrando in modo sempre più invasivo e rapido nella nostra quotidianità, suscitando interesse, ma al tempo stesso timore perché ci interroga su potenzialità ed effetti nella vita di tutti i giorni. A partire dall’ambito lavorativo, con le sue innumerevoli sfaccettature, fino alla sfera educativa dove scuola e famiglie devono imparare ad approcciarsi alla nuova tecnologia che avanza, senza censura ma con un metodo chiaro che chiama in gioco la nostra ragione e la nostra libertà. Una sfida, dunque, che provoca anzitutto la nostra umanità.
Tutti ne parlano ma cosa e quanto sappiamo di Intelligenza Artificiale? A Fabio Mercorio, professore ordinario Dipartimento Statistica e metodi quantitativi, associato di AI e Data Science nonché direttore del Master in Business Intelligence e Big Data Analytics presso l’Università Milano- Bicocca, il compito di tracciare un percorso per capire cos’è l’IA, esplorandone i passaggi del suo rapido sviluppo – deduttiva, induttiva e generativa – ed illustrando i principali algoritmi che stanno alla base di questo strumento. Come l’apprendimento con rinforzo – i “like”, per capirci – che è alla base di tutto quello che quotidianamente visualizziamo online: “Tutta la raccomandazione di contenuti online, come Netflix o Spotify, è costruita per piacerti secondo il principio che il fine giustifica i mezzi. E qual è il fine di Netflix se non tenerti sulla piattaforma?”. Un aspetto che, però, può generare una polarizzazione data dal fatto che l’algoritmo non ha interesse a mostrare qualcosa che potrebbe non piacere: “Il rischio – avverte -, soprattutto per i giovani, è di non vedere ciò che ti piace ma ti piace solo ciò che vedi, perché è l’algoritmo che sceglie per te”.

A partire da queste premesse Mercorio analizza il possibile impatto dell’IA sul mondo del lavoro, chiamato a fare i conti con la velocità del progresso che supera la nostra capacità di metterlo a terra: “Il tema è non lasciarsi trainare dalla tecnologia ma cercare di guidarla anziché rincorrerla”. E, citando lo studio del Fondo Monetario Internazionale che ha provato a stimare l’esposizione all’IA, aggiunge: “Le nostre economie avanzate sono molto più esposte delle altre, questo comporta rischi maggiori ma altrettante opportunità, perché ogni cambiamento tecnologico ottimizza il lavoro, riducendo costi e migliorando la performance, ed in secondo luogo crea nuovi mercati”. Quindi come porsi davanti a questa nuova realtà? La ricetta di Mercorio punta su un approccio senza timore, guidato da un elemento chiave: la formazione, imprescindibile per stare al passo con le sfide del prossimo futuro: “Il 2025 sarà l’anno degli agenti IA, avremo sempre più intelligenze artificiali che faranno compiti specifici – conclude -. È un futuro positivo con tanti punti di attenzione, ciascuno deve confrontarsi per non subire l’IA”.
In questo scenario l’educazione all’uso di questo strumento gioca un ruolo fondamentale, come descritto da Luca Botturi, professore in Media in educazione, Laboratorio media e MINT presso la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, esperto di progetti sull’educazione al digitale con le scuole. Una sfida interessante considerando che l’avvento dell’intelligenza artificiale in ambito scolastico non è stata accolta, per lo meno inizialmente, con toni entusiastici, tutt’altro: “Se da un lato gli strumenti tecnologici ottimizzano, c’è però il rischio che contribuiscano a disabilitare alcune funzioni, tra cui la capacità di pensiero – esordisce -. Così come, in un sistema impostato sulla valutazione della prestazione, il confronto con la macchina può avere un effetto demotivante perché questa farà sempre meglio”. Per non soccombere e sfruttare al meglio le opportunità offerte da questo strumento occorre un metodo: “Anzitutto conoscere queste tecnologie, imparare ad usarle declinandole a seconda dei livelli e valutare, cioè definire dei criteri utili a stabilire quando l’interazione con la macchina è stata proficua”, spiega Botturi, sottolineando anche la necessità di saper gestire spazi di disconnessione. La grande sfida, in sintesi, è un approccio umanistico alle nuove tecnologie: “Dobbiamo interrogarci su come possano concorrere ad un bene – conclude -. Abbiamo tutti gli strumenti per affrontare questa sfida, che rappresenta inoltre una occasione per stabilire una relazione motivante con i giovani”.
Lanciato il patto educativo: liberare bambini e genitori dalla schiavitù del cellulare
E sul ruolo dell’educazione in rapporto agli strumenti digitali è incentrato il Patto Digitale dei Sindaci del Nord Milano, progetto lanciato proprio in occasione del convegno per un uso consapevole dei device digitali che si rivolge a scuole, imprese e istituzioni del territorio e che verrà sottoscritto ufficialmente nell’ambito dell’Edufest, la kermesse dedicata all’educazione in programma a Cinisello Balsamo il 17 e 18 maggio 2025.

La tecnologia dunque a servizio dell’uomo, che si declina in molteplici ambiti come nel campo della Pubblica Amministrazione dove può rappresentare un valido strumento per migliorare i servizi ai cittadini, ottimizzando i tempi e semplificando i numerosi passaggi burocratici: “Dobbiamo ragionare in cosa l’IA può migliorare la vita, guadagnando tempo sulle attività ripetitive”, spiega Silvio Stafuzza, Founder e CEO di CrowdM, che dai lontani anni ’90 ha puntato tutta la sua carriera sull’innovazione, scontrandosi con una certa diffidenza iniziale. Accessibilità, risposte immediate, multilinguismo, disponibilità continua e automazione dei servizi sono alcuni degli elementi che la PA dovrà implementare con il ricorso all’IA per offrire un migliore servizio ai cittadini.
Sindaci e imprese del Nord Milano: “l’IA non ci spaventa, anzi è un’opportunità”
Lo sa bene Giacomo Ghilardi, sindaco di Cinisello Balsamo, tra i primi Comuni a sperimentare le opportunità offerte nei servizi al cittadino dalla digitalizzazione, grazie anche al PNRR: “Il primo obiettivo è creare valore pubblico offrendo ed ampliando i servizi – spiega – ed in questa direzione l’IA e la digitalizzazione sono strumenti utili per raggiungere l’obiettivo”. Che però si scontra con la carenza di personale nella PA da impiegare su questo fronte, così come con la necessità di una adeguata formazione dei dipendenti pubblici. Ciononostante, il Comune è tra i pionieri nella sperimentazione dell’IA in alcuni servizi come quello di smistamento dei documenti di protocollo da indirizzare agli uffici competenti, raggiungendo un margine di esattezza del 85%. E per il futuro è già in cantiere il progetto di utilizzare l’IA collegata al sito istituzionale per offrire un’assistenza virtuale, da implementare successivamente anche al servizio centralino.
Special guests del convegno Kiwitron, con Smart Industry Solution di Ungari, un software che utilizza l’IA per migliorare l’efficienza e la sicurezza sul lavoro in ambito logistico. Un sistema in continua evoluzione per essere sempre più preciso che ad oggi, oltre a coprire l’intero territorio nazionale, serve 9 Paesi europei e 8 extra UE con oltre 30mila dispositivi venduti per un fatturato che supera i 16mln di euro.
Ed in tema di fatturato, anche per questa edizione non poteva mancare la TOP 200, la ricerca condotta dall’Istituto Gatti che classifica la presenza delle più grandi imprese presenti nei 7 Comuni del Nord Milano, offrendo uno spaccato sintetico delle potenzialità e del ruolo economico del territorio nel contesto milanese e nazionale. Dalla ricerca emergono elementi positivi su diversi fronti, rispetto all’anno precedente il tasso di disoccupazione è sceso ulteriormente e sono aumentate le imprese che entrano per fatturato tra le prime 400 a livello nazionale, con 32 grandi aziende che superano i 100mln e 10 new entry che hanno oltrepassato i 10mln di fatturato. In crescita la percentuale di imprese che rientrano nella TOP 200 per ciascun Comune nordmilanese, cresce Cormano in particolare mentre cedono qualcosa Cinisello Balsamo, Paderno Dugnano e Sesto San Giovanni. E sull’impatto dell’IA in ambito lavorativo, la survey condotta tra le imprese ha mostrato un sentiment positivo, valutandola come una opportunità di sviluppo per la maggior parte degli intervistati. “Dove si perdono posti di lavoro e dove si costruiscono – chiosa Francesco Cacopardi, direttore dell’Istituto Gatti -? Questa è la sfida della formazione”.

De Rosa e mongolfiere: la tecnologia del Nord Milano vola alto
Al termine del convegno sono stati assegnati come di consueto i premi alle eccellenze del territorio che si sono particolarmente distinte nel corso del 2024 nel settore di loro competenza. Il premio SOCIAL FABRIQUE, assegnato alla realtà no profit che ha offerto un significativo e originale contributo alla comunità milanese quest’anno va alla Fondazione Della Frera, recentemente costituita, e già capace di intercettare una prima batteria di bisogni legata ai suoi scopi a favore di famiglie, giovani e idee realizzate, come il progetto “IO SONO FUTURO“, che darà l’opportunità a giovani talenti italiani di partecipare all’Expo Osaka 2025; il premio VISION FABRIQUE, per l’azienda più intraprendente e visionaria se lo aggiudica la sestese Aeronord Aerostati che dal 1960 sviluppa il business degli aerostati coniugando tradizione e innovazione; infine, alla storica ditta di biciclette De Rosa di Cusano Milanino, oggi marchio affermato a livello internazionale, il premio SPECIAL FABRIQUE, dedicato alla realtà più innovativa del territorio.
Dialoghi del Nord Milano. TOP 200: ecco la classifica della 5^edizione