Ven. 20 Set. 2024
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La strage in famiglia a Paderno Dugnano, “Un movente non c’è”

Le parole della dottoressa Sabrina Ditaranto, procuratrice dei minori facente funzione di Milano che ha parlato di ciò che è accaduto nella villa di via Anzio dove il primogenito ha ucciso i genitori e il fratello

“Ha confessato subito”. Sono le parole della dottoressa Sabrina Ditaranto, procuratrice dei minori facente funzione a Milano, che oggi ha presenziato la conferenza stampa al comando provinciale dei Carabinieri durante la quale ha dettagliato la vicenda di Paderno Dugnano dove un ragazzo di 17 anni nella notte tra sabato e domenica ha ucciso il padre, la madre e il fratellino di 12 anni. “Ha capito di non poter tornare indietro. Non c’è movente”. “Il pensiero di uccidere lo aveva da qualche giorno per un profondo malessere interiore”. La conferma della premeditazione della strage famigliare.

Dal racconto emerge un ragazzo che “si sentiva estraneo rispetto al mondo”. Colpiscono alcune parole riportate dalla procuratrice: “Ascoltava musica triste”. Sembra emergere, quindi, una personalità complessa, un ragazzo che soffriva di solitudine e che non aveva nemmeno motivi particolari di odio nei confronti della famiglia, a detta di molti, “sana”.

La mamma abitava a Cinisello Balsamo

La mamma Daniela, 49 anni, vissuta a Cinisello Balsamo, dove per anni aveva gestito un negozio di intimo in via Libertà, è una persona molto conosciuta in città. Il marito, Fabio Chiarioni, era di Paderno Dugnano, quindi si erano trasferiti lì. Il 51enne aveva ereditato la ditta edile del papà e aveva costruito il complesso residenziale di via Anzio, dove risiedevano. Fabio dava anche una mano alla polisportiva di Bresso: entrambi i figli giocavano nella squadra di pallavolo. Riccardo era bravo a scuola, dopo le medie all’Allende stava frequentando il quarto anno delle superiori al Gadda.

“Ha subito ritrattato la prima versione dei fatti”. Le forze dell’ordine avevano capito subito che qualcosa non tornava nelle parole del ragazzo. Non era vero che avrebbe cercato di difendere la famiglia dal padre. Riccardo ha colpito più volte con un coltello da cucina il fratellino, Lorenzo, che dormiva nella stessa stanza. Poi ha infierito sulla mamma accorsa nella camera, gli ultimi colpi mortali all’indirizzo di papà Fabio, raggiunto alla schiena, che stava cercando di soccorrere il figlio più piccolo.

“Sentiva musica triste”

Ora Riccardo si trova presso il centro di prima accoglienza del carcere minorile Beccaria, già seguito da educatori e psicologi, deve rispondere di omicidio plurimo aggravato da premeditazione, da rapporti di parentela, dalla minorata difesa delle persone uccise. Domani, mercoledì, ci sarà l’interrogatorio di convalida.
Fanno riflettere le parole della dottoressa Ditaranto a proposito dei ragazzi che avuto modo di conoscere nell’esercizio della  professione: “C’è più solitudine. Manifestano un malessere importante, soprattutto negli aspetti che riguardano la socialità”.

Angelo De Lorenzi

 

 

 

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