Mer. 15 Mag. 2024
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Cinisello Balsamo: debito gas, “il silenzio non paga”

La discussione infiamma la rete sul conto da 20 milioni che deve pagare il Comune: la ricostruzione del sindaco Giacomo Ghilardi, le considerazioni del segretario Pd, Andrea Catania, e le riflessioni nel campo dei moderati con Roberto Mastromatteo, Coordinatore della lista civica La Nostra Città

Continua a tenere banco la vicenda legata alla sentenza lodo gas a Cinisello Balsamo, che obbliga l’amministrazione al pagamento di una cifra monstre di oltre 20 milioni di euro, che si è gonfiata nel tempo a causa degli interessi di mora, come spiega il sindaco Giacomo Ghilardi in un video diffuso via social nei giorni scorsi: “Per capire che cosa è successo dobbiamo andare alla radice della questione, che risale al periodo tra il 1970 e il 1995, un periodo caratterizzato dall’assenza di una convenzione e di una regolamentazione del servizio. La mancanza della definizione della proprietà degli impianti e dei relativi pagamenti è stata il nucleo del problema, come conferma anche il recente lodo finale che abbiamo ricevuto”.

Giacomo Ghilardi
Giacomo Ghilardi, primo cittadino di Cinisello Balsamo

Nel 1995 venne sottoscritta una convenzione con Aem, ora A2A, che durò sino al 2004: “Ma anche in questa convenzione – spiega il sindaco – le questioni di proprietà non erano state definite come avrebbero dovuto. Da qui le cause e gli innumerevoli ricorsi che l’allora amministrazione decide di portare avanti, che perdurano per anni e tutti con esiti sfavorevoli per il Comune”. “Nel 2006 – prosegue Ghilardi – con il passaggio delle reti ad altro gestore, tramite gara, inizia il procedimento per i rapporti economici pendenti bloccato sino al 2010 a causa dei ricorsi sugli atti della gara. Nel 2010 il procedimento si riapre e la posizione del Comune viene nuovamente respinta stabilendo che il costo degli impianti dal 1970 al 2006 doveva poi ricadere sul Comune. L’allora amministrazione di sinistra che cosa decide di fare? Decide nonostante tutto d’impugnare nuovamente la decisione con altri ricorsi respinti sia dalle Corti d’appello che di Cassazione e che ci portano ai giorni nostri”.

Perché questo debito?

“Ma perché oggi – si chiede il primo cittadino di Cinisello Balsamo – dobbiamo pagare 20 milioni di euro? Il lodo del 2020 riconosce un debito di 9,9 milioni per il valore delle reti al quale poi si aggiungono l’Iva al 10% e gli interessi moratori che la stessa convenzione del 1995 aveva previsto, cioè quella convenzione non ha definito chi, quanto, quando e come andavano pagate le reti, ma definiva che qualora non venissero impiegati gli impianti, sarebbero maturati gli interessi moratori al tasso della Cassa Depositi e Prestiti. Oggi il totale degli interessi supera i 9 milioni e mezzo di euro; ma quando l’andamento di una causa si orienta in una direzione non è giusto e direi inevitabile fermarsi oppure avere i fondi sufficienti per affrontare le conseguenze finanziarie?”

“Allora a questo punto diventa naturale domandarsi – ecco il commento di Ghilardi – se i fondi per l’eventuale rigetto degli eventuali ricorsi siano stati nel tempo accantonati dall’amministrazione precedente, anche alla luce delle numerose sentenze negative che continuavano ad arrivare. Oggi, però, nel nostro bilancio troviamo solo circa 5 milioni accantonati dalle precedenti amministrazioni. Noi che operiamo secondo il principio di prudenza abbiamo fatto tutto ciò che potevamo considerando i vincoli di bilancio e con quello consuntivo 2023 previsto per l’aprile di quest’anno, disporremo di un fondo complessivo di 11 milioni di euro. A conti fatti meno della metà di questi 11 milioni proviene dalle amministrazioni precedenti che hanno avviato questo percorso nel 1995 portandolo avanti per ben 23 anni mentre più della metà è stata accumulata nei nostri 5 anni di mandato legislativo”.

Secondo Ghilardi l’investimento fatto per le reti del gas è corretto, andava fatto: “anche noi abbiamo acquistato ulteriori reti nel 2022 per 8,8 milioni; la differenza è che noi
li abbiamo pagati integralmente perché ogni anno abbiamo accantonato a bilancio l’esatto importo dei lavori dell’anno verificandolo puntualmente con l’azienda
che gestiva arrivando quindi al momento dell’acquisto con i soldi sufficienti per pagare   il giusto importo senza bisogno di cause legali”.

“C’è un’altra cosa che ci ha lasciato abbastanza basiti in questa storia – aggiunge Ghilardi – e riguarda il 2010 quando A2A chiede al Comune di sedersi al tavolo”

Ed ecco l’ultimo affondo politico del primo cittadino: “C’è una responsabilità in questo approccio che non riguarda solo una scarsa competenza degli amministratori, ma riguarda anche il principio di cautela nella gestione dei fondi pubblici, del bene comune e delle risorse dei cittadini”. “Ora – conclude Ghilardi in questo videomessaggio – stiamo lavorando sul bilancio per individuare le soluzioni finanziarie in modo da pagare questo debito incidendo il meno possibile sui cittadini, ma poi affronteremo anche questo tema perché è giusto che chi è responsabile risponda delle proprie azioni”.

Fin qui la ricostruzione del sindaco. Il Pd locale replica con il pensiero espresso dal suo segretario, Andrea Catania, che invita ad accantonare le polemiche per il bene dei cittadini, ma allo stesso tempo – come scrive su La Città  – chiede di “smetterla di usare questa vicenda per creare confusione e continuare a fare campagna elettorale da parte di chi governa ormai da sei anni, era al corrente del contenzioso aperto e poteva valutare rischi e intraprendere azioni differenti.

Andrea Catania

Il contenzioso tra pubblico e privato è infatti una vicenda che parte addirittura nel 1995. Ha portato alla proprietà gratuita delle reti gas realizzate fino al 1970 (il Comune non ha versato una lira, cosa buona) e ci ha permesso di avere un’entrata complessiva di circa 27 milioni. L’acquisto delle reti del gas è stata quindi una scelta economicamente vantaggiosa e i benefici dovrebbero continuare nel futuro. Questo è un punto fermo che va riconosciuto, se no ogni discorso è monco”.

“È invece rimasto aperto per diversi anni – aggiunge Catania –  il tema del valore della rete realizzata dopo il 1970, su cui all’epoca la valutazione dei tecnici comunali era molto diversa da quella del privato. Gli amministratori di allora avrebbero dovuto fregarsene di questo giudizio e muoversi diversamente? Io non c’ero ma, so solo che ai giorni nostri un sindaco che andasse contro un parere di questo tipo potrebbe anche essere accusato di danno erariale. I successivi passaggi hanno determinato il valore che dobbiamo pagare oggi”.

“I cittadini rimasti all’oscuro della vicenda”

“Parole, quelle di Catania, complessivamente positive – commenta Roberto Mastromatteo  – coordinatore della lista civica La Nostra Città  –  a dire il vero molto diverse da quelle di altri autorevoli esponenti del Pd, ma direi apprezzabile e soprattutto condivisibile l’implicito messaggio in cui si mette in luce il fatto che ora è più importante rimboccarsi le maniche piuttosto che polemizzare”.
“Il problema – dice Mastromatteo – va risolto limitando il contraccolpo ai cittadini che oltre a non avere alcuna responsabilità, sono rimasti all’oscuro della vicenda per decenni e questo è grave, i cittadini l’hanno notato e sono giustamente risentiti.
Nel merito tutti danno i loro numeri con l’intento di tenere lontano e limitare responsabilità a loro potenzialmente riconducibili, ma un dato è certo ed ineludibile: con i 27.000.000 di entrate menzionati (grazie alla rete) è inaccettabile aver accantonato solo 9/10 milioni in circa 25 anni per un contenzioso che, rivalutato, ha raggiunto i 20 milioni.

Roberto Mastromatteo

“Sarà poi interessante un giorno capire  dalle relazioni di bilancio – fa notare Mastromatteo – quali sono state le indicazioni dei revisori su questo contenzioso.
Inoltre si domanda perché impiegare e spendere quasi tutte le entrate senza poi accantonare il necessario a coprire il contenzioso e poi ritrovarselo dopo decenni sulle spalle dei cittadini ignari di cosa stesse accadendo. Non è proprio correttissimo, non è proprio un atteggiamento rispettoso della comunità”.

“Ad ogni modo è bene rimboccarsi le maniche e collaborare, ma un segnale, un gesto da chi ha taciuto alla cittadinanza per 20 anni a mio avviso non guasterebbe; ad esempio sarebbero apprezzate le dimissioni di chi, dalla parte politica ha generato questo pasticcio e non ha ritenuto di dire ai cittadini una mezza parola, Luca Ghezzi in primis, tra l’altro sottolineo brava persona, ma che con 20 anni di aula consigliare, con 10 anni da vice sindaco con deleghe al bilancio, candidato sindaco 8 mesi fa, non può pensare che passi inosservato il suo infinito silenzio ai cittadini su uno tsunami del genere. Le sue dimissioni dalla carica di consigliere sarebbero un gesto di grande dignità”.
Torneremo nei prossimi giorni a scrivere di questa vicenda; nel frattempo le forze politiche di destra sabato scenderanno in piazza Gramsci a manifestare. Lo slogan è già un programma: “Cinisello ridotta alla canna del gas grazie alla sinistra”.

(continua)

A.d.L.

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