Mer. 04 Dic. 2024
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Cinisello Balsamo, 20 anni di galera in Francia ad Alessandro Grasso. I giudici accusano l’imprenditore per stupro e torture

Dopo quattro anni di indagini sembra si sia giunti alla fine della vicenda. L'uomo continua a dichiararsi innocente

Avrebbe torturato e stuprato la ex compagna durante un festino in Costa Azzurra. Un’accusa pesantissima quella rivolta ad Alessandro Grasso, 56 anni, l’imprenditore lombardo, che è stato condannato a 20 anni di carcere. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, i giudici di Nizza avrebbero inflitto all’imputato la “massima pena possibile” per i reati che gli sono stati contestati
Ora si attende il ricorso da parte dei legali dell’uomo che, dal suo canto, si è sempre professato innocente.

Alessandro Grasso era di base a Cinisello Balsamo

Grasso era attivo nel settore dei mobili e faceva base a Cinisello Balsamo. Le presunte violenze si sarebbero consumate la notte tra l’8 e il 9 novembre 2019 in un appartamento di Mentone (Costa Azzurra), residenza della vittima, nei confronti di una donna di 67 anni con cui l’imprenditore in passato aveva avuto una relazione.
Da quel giorno il cellulare dell’imprenditore risultava spento. Non riuscendo più a contattarlo, la sorella del 56enne si era recata in caserma a Ventimiglia, dove risultava l’ultimo domicilio dell’uomo, per presentare denuncia di scomparsa. Ai militari dell’Arma aveva raccontato di aver ricevuto notizie da una persona che il fratello avesse partecipato a un festino alcolico in Costa Azzurra culminato con il ricovero, in gravi condizioni, di una donna, la quale presentava ferite compatibili con una violenza sessuale.

Il calvario della ex

A detta della sorella, Grasso si era recato in Francia per capire meglio la situazione. Poi si era scoperto che l’uomo si era recato all’ospedale dove si trovava la donna ferita ed era stato linciato dai parenti della ricoverata. In quella circostanza la polizia lo aveva arrestato ipotizzando che fosse responsabile degli abusi.
La vittima ha raccontato ai giudici il calvario ospedaliero a cui è stata costretta a seguito delle violenze. Nel corso degli anni, infatti, la donna si è sottoposta a molteplici e delicati interventi chirurgici, per riuscire a tornare alla normalità.
Non è chiaro al momento se gli avvocati dell’imprenditore presenteranno o meno ricorso contro la sentenza di primo grado.

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