La 13esima frazione del 106° Giro doveva essere il classico tappone, con salite da brivido e terreno adatto per gli attacchi da lontano. La frazione, invece, con lo sconfinamento in Svizzera, si è ridotta a una gara di una settantina di chilometri con sole due salite, Croix de Coeur e l’ascesa che porta a Crans Montana. Troppo poco per provocare terremoti in classifica. Frazione adatta a scalatori nervosi ed esplosivi.
La decisione di ridurre il chilometraggio della tappa è avvenuta questa mattina durante una riunione fra i rappresentanti dei corridori e gli organizzatori della gara. Il direttore della corsa, Mauro Vegni, ha spiegato così i motivi del cambiamento di programma: “Situazioni particolari: il maltempo continua ad imperversare, i corridori ci hanno chiesto l’applicazione del protocollo delle condizioni meteo estreme. Andremo oltre il San Bernardo, prima di Verbier daremo la nuova partenza con la Croix de Coeur e il finale a Crans Montana. In pratica verrà neutralizzata la prima parte della corsa”.
Un Giro di polemiche
La decisione ha preso un po’ alla sprovvista alcuni corridori e non è piaciuta a tanti appassionati, che hanno protestato vivacemente sui social. Le condizioni, in effetti, non sono sembrate così proibitive e nell’ultima parte della gara è spuntato persino il sole. Tipica polemica da Processo alla Tappa…
La fuga a inizio salita
Dopo le vicissitudini della mattina e la simbolica partenza da Borgofranco d’Ivrea per non scontentare pubblico e sponsor locali, la carovana si è spostata con il pullman in Svizzera per iniziare alle ore 15 a Le Chable. La gara è partita all’attacco dei 15 km della Croix de Coeur e dopo appena un paio di chilometri è partita la fuga di una decina di corridori promossa da Cepeda. La presenza nel drappello di un corridore di classifica, come Hugh Carthy, ha scatenato la reazione del gruppo. Poi è ripartito un drappello di ciclisti al km 9, quasi tutti già facenti parte del tentativo precedente: lo stesso Jefferson Cepeda (EF), Einer Rubio (Movistar), Valentin Paret-Peintre (Ag2r Citroen), Derek Gee e Matthew Riccitello (Israel Premier Tech), Thibaut Pinot e Bruno Armirail (Groupama FDJ). Di questo gruppo sono poi rimasti solo tre a contendersi la vittoria: Thibaut Pinot, Einer Rubio e Jefferson Cepeda.
Thibaut Pinot, lo scalatore che piaceva molto a Gianni Mura
Dietro, i big si controllavano a vicenda e proseguivano regolari. Voleva approfittarne Thibaut Pinot, francese d’arrembaggio, che smetterà a fine stagione. Lo scalatore di Lure voleva lasciare il segno e portarsi a casa la vittoria. A Thibaut, che ha vinto tappe sia al Tour sia al Giro d’Italia, piace vivere in campagna ed è un tipo alternativo: a fine carriera pensa di dedicarsi a creare qualcosa legato alla natura, come produrre frutta, verdura o allevare animali. In corsa è un tipo sanguigno e nervoso. Oggi avrebbe potuto vincere, invece si è logorato con allunghi continui e ha litigato con Jefferson Cepeda durante tutta la salita finale. Ne ha approfittato il colombiano Rubio che sembrava sul punto di lasciarsi staccare dai due compagni di fuga.
I big, forse a corto di energie e troppo risparmiosi, non si sono dati quindi battaglia. Solo Fortunato, prima e poi Damiano Caruso hanno tentato un allungo nella salita finale. Il primo attacco si è esaurito, ma il giovane ha dimostrato coraggio, mentre l’azione del siciliano non ha sortito un grande effetto. I migliori della classifica sono rimasti assieme, a scapito dello spettacolo e delle attese dei tifosi.
Classifica
- Rubio Einer Augusto Movistar Team 2:16:21
2. Pinot Thibaut Groupama – FDJ 0:06
3 Cepeda Jefferson Alexander EF Education-EasyPost 0:12
4 Gee Derek Israel – Premier Tech 1:01
5 Paret-Peintre Valentin AG2R Citroën Team 1:29
6 Carthy Hugh EF Education-EasyPost ,,
7 Almeida João UAE Team Emirates 1:35
8. Dunbar Eddie Team Jayco AlUla ,,
9 Thomas Geraint INEOS Grenadiers ,,
10 Roglic Primož Jumbo-Visma ,,