Hanno giocato come il gatto con il topo e viceversa. Chi è il gatto e chi il topo? Ieri, mercoledì marzo, sul traguardo in salita a Loge des Gardes, alla Parigi-Nizza, è andato in scena uno degli scontri che terranno banco nella stagione 2023 del ciclismo professionistico. Il duello tanto annunciato fra Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard è andato a vantaggio dello sloveno. Una bellissima sfida a suon di scatti nell’erta finale, dove prima l’uno e poi l’altro, hanno cercato di lasciare indietro l’avversario. Il più tonico e scanzonato, al limite dell’irriverenza, è stato Tadey, il fenomento sloveno della UAE Team Emirates.
Pogačar a 1500 dal traguardo ha aumentato l’andatura staccando il rivale e tutti i migliori, riportandosi poi su David Gaudu. In seconda posizione ha concluso la prova il francese della Groupama – FDJ, mentre sul gradino più basso del podio di giornata è salito lo svizzero Gino Mäder (Bahrain – Victorious), distanziato 34″ dal vincitore. Vingegaard ha terminato sesto, e sembrava un pugile suonato dall’avversario, facendo registrare un ritardo di 43″. Gaudu è stato il migliore fra i corridori “normali”, ottima la sua prestazione di ieri.
Pogačar, dieci corse sei vittorie
Ma torniamo al fenomeno. In dieci giorni di corsa Pogačar ha ottenuto sei vittorie, la numero 52 in carriera. Sembra che corra con una gamba sola. Si diverte come un matto. Sorride alle telecamere quando è in fuga. Con una gamba da fenomeno oggi sa usare sempre di più la testa, usa strategia e non spreca energie. Ed è per questo motivo che vince.
Il “pescatore” Vingegaard è rimandato a settembre, anzi a luglio quando si ripeterà la loro sfida sui tornanti più arcigni del Tour de France. Saranno brividi verticali.
E come direbbe Bruno Pizzul (ieri 85 anni, auguri!), “tutto molto bello”.