Ascensori bloccati e tecnici che non si vedono, inquilini con disabilità impossibilitati ad uscire di casa. Ma non solo. Nello stabile comunale di Via Marx 606 non sanno più quale strada percorrere per vedere risolti i gravi problemi di vivibilità e sicurezza con cui ormai convivono da troppo tempo. Ne avevamo già dato conto lo scorso mese di settembre ma la situazione, a quanto ci ha segnalato il costituendo Comitato Inquilini, pare non essere minimamente cambiata. Anzi.
Torniamo sul posto. Il palazzone di 12 piani, la cui facciata è stata ridipinta con colori che ne hanno ravvivato il look otto anni orsono, si staglia nel cielo azzurro di un freddo pomeriggio che inaugura il mese di dicembre. Da lontano sembra anche grazioso e ordinato, ma è solo apparenza. Arrivati nelle vicinanze del civico 606 un cumulo di rifiuti abbandonati giace lungo il marciapiede in prossimità del cancello principale che si apre sul parcheggio. Poco distante l’ingresso pedonale, con l’elenco dei conduttori posto accanto al citofono coperto da un foglio che indica che non è funzionante. Poco male, il cancello è aperto e ci spostiamo nella portineria per attendere uno dei rappresentanti del Comitato Inquilini.
Il nostro cicerone è accompagnato da un gruppo di inquilini dello stabile, tutti accomunati dall’esasperazione per una situazione oramai divenuta insopportabile e determinati a richiamare l’attenzione sulle reali condizioni di vivibilità e sicurezza con cui quotidianamente fanno i conti: “Qui è uno schifo”, è la descrizione lapidaria di una signora che vive da anni al civico 606, cui fa seguito un corale “non ne possiamo più”, che ben descrive lo stato d’animo di molti degli inquilini del palazzo dove risiedono 168 famiglie suddivise nelle quattro scale dello stabile. Tutte accomunate dai medesimi problemi.
A partire della possibilità di utilizzo degli ascensori. Nella scala B l’ascensore più grande ha smesso di funzionare dallo scorso 17 novembre e a nulla sono servite le chiamate giornaliere alla ditta che ha in carico l’assistenza tecnica. Alla data della nostra visita non si è presentato ancora nessuno, ci spiegano, nonostante la costante rassicurazione telefonica che la richiesta sarà inoltrata internamente per predisporre l’uscita dei professionisti incaricati di curare l’intervento.
L’ascensore ha la porta bloccata
Un problema non da poco considerando che, insieme alla scala C, sono le scale più popolose con 112 famiglie sulle 168 presenti nello stabile. In particolare per gli inquilini del 4° piano dove l’ascensore più piccolo ha la porta bloccata, sebbene sia stata sostituita – insieme a quella dell’8° piano – nei mesi scorsi. Qui, ci spiega il Comitato Inquilini, risiede una persona con disabilità motoria che non può quindi accedere direttamente alla propria abitazione. Ma nella scala ci sono anche numerose persone anziane, alcune con cardiopatie ed altre patologie invalidanti che li costringono in carrozzina: “Qui gli ascensori devono essere la priorità assoluta, non possiamo andare avanti così – denuncia il Comitato -. Significa vedere persone prigioniere della propria abitazione, bloccati nello stabile in cui vivono, dal momento che gli ascensori si fermano e nessun tecnico esce tempestivamente per vedere che cosa sia successo e per provvedere a risolvere il problema”.
“Sono intervenuti i vigili del fuoco a liberarmi”
Alla scala C le cose non vanno meglio. L’ascensore più piccolo è fermo all’11° piano dallo scorso mese di agosto e l’altro funziona poco: “Sono rimasta bloccata dentro per 2 ore – racconta un’inquilina – e sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per liberarmi”. Le speranze di veder migliorata la situazione arrivano direttamente dall’assessore agli Stabili SAP e Comunali, Loredana Paterna, che nella mail di risposta alle segnalazioni degli inquilini, ha specificato che “sono stati stanziati 445mila euro per il ripristino degli ascensori, fra cui quelli del vostro stabile”. Secondo l’assessore le operazioni effettive potrebbero già partire il prossimo mese di gennaio.
Prendiamo l’unico ascensore funzionante per raggiungere l’ultimo piano, qui la ringhiera è incrostata di piume ed escrementi di piccione. Il tema delle pulizie è un altro problema con cui si interfacciano quotidianamente gli inquilini: “Tutte le ringhiere sono così – dicono -, piene di sporcizia che si accumula da anni”. Sul pianerottolo sono parcheggiate vecchie biciclette e un carrello della spesa abbandonati da qualcuno. Aspettiamo l’ascensore per tornare al pianterreno, ma le luci della pulsantiera non funzionano così non è dato sapere se sia libero oppure occupato. Si fa alla vecchia maniera, con un’inquilina che a voce alta richiama l’attenzione degli altri piani: “Chi c’è giù? A che piano?”. Tutte le porte – dicono – sono nelle medesime condizioni. Nell’attesa, il nostro accompagnatore ci fa notare che le calamite che dovrebbero tenere la porta del pianerottolo aperta non funzionano, così l’hanno legata con della corda. Non è l’unico caso in cui sono gli stessi inquilini ad improvvisarsi manutentori dello stabile per piccole riparazioni.
Tornati al piano terra prosegue il tour all’interno del palazzo, tra scritte su muri scrostati, portoni d’ingresso con vetri rotti e mai riparati, porte sprovviste di maniglie perché vandalizzate. Alla sera poi lo scenario è ancora peggiore, ci spiegano, con lo stabile – in particolare gli spazi esterni comuni – che diventa luogo prescelto da baby gang e altri gruppi di persone provenienti anche da fuori (visto che i cancelli rimangono perennemente aperti perché rotti), che si ritrovano per spacciare droga o commettere atti di vandalismo. E a poco serve il cartello appeso nella portineria che vieta il transito ai non residenti. “Vede queste caselle? – dice un inquilino – Sono tutte spaccate e ci portano via la posta”. Ci sarebbero le saracinesche per chiudere la portineria e mettere in sicurezza le caselle postali ma non funzionano nemmeno quelle, così rimangono ostaggio dei vandali. E il problema diventa un pericolo vero e proprio per chi ha l’alloggio al pian terreno, costretto a barricarsi in casa alle cinque del pomeriggio per evitare brutte sorprese: “Nei balconi degli appartamenti vicino al mio, ormai chiusi – racconta un inquilino della scala D -, c’è chi bivacca e passa la notte, lasciando una quantità di rifiuti e di sporcizia che poi non vengono portati via e puliti da nessuno”. Per la gioia di topi e scarafaggi cui ormai ci si è fatta l’abitudine.
Ma non è tutto: “Dalla data del 24 novembre scorso è subentrato un nuovo appalto per la manutenzione delle caldaiette per l’erogazione dell’acqua calda sanitaria senza fornire agli inquilini i numeri dell’assistenza – segnala il Comitato -. Cosa accadrà se uno di questi apparecchi inizierà a funzionare male/si bloccherà, piuttosto che per quanto riguarda le richieste di intervento inoltrate alla ditta titolare del precedente appalto, a oggi ancora inevase?”. In realtà, come ha precisato l’assessore Paterna, “non esiste un appalto di manutenzione delle caldaiette” che pertanto rimangono di competenza degli inquilini “liberi di poter chiamare chiunque sul mercato”.
Piume ed escrementi di piccione…
Il problema è che le chiavi del locale dove sono custodite – uno per ogni piano dello stabile con le caldaiette degli appartamenti corrispondenti – sono a disposizione esclusiva della custode che è presente in portineria solo quattro ore al mattino, dal lunedì al venerdì: “Abbiamo bisogno delle chiavi dei locali per poter intervenire in caso di necessità – spiegano gli inquilini -. È già successo un paio di volte di domenica che si sia rotto un tubo della caldaia e abbiamo dovuto chiamare i pompieri perché nessuno aveva le chiavi. Hanno dovuto spaccare la porta e le spese di ripristino sono passate a noi”. Anche perché le caldaiette, installate cinque anni fa, cominciano ad accusare qualche problema e i pezzi di ricambio non sono facilmente reperibili. “Pare che il Comune abbia messo un’azienda da contattare in caso di bisogno per l’assistenza tecnica – proseguono -. Ma gli inquilini che finora hanno chiamato hanno avuto problemi a mettersi in contatto”.
Ci avviamo verso l’uscita, passando nelle vicinanze dei locali per la raccolta dell’immondizia e anche qui non mancano i problemi, tra chi butta i rifiuti dove vuole senza rispettare la divisione per scale di competenza e chi addirittura li porta dall’esterno: “C’era una telecamera ma poi è stata tolta per ripararla e non si è più vista”, ci spiegano i nostri accompagnatori con un misto di rassegnazione ed amarezza. “Abitiamo qui da 40 anni, i primi anni c’era più cura e rispetto sia per la propria abitazione che per gli spazi comuni – osserva una signora -, poi questa attenzione negli anni è andata scemando e ora siamo lasciati soli”. Ma adesso gli inquilini chiedono davvero aiuto alle istituzioni.