Sab. 20 Apr. 2024
HomeBreaking NewsA Goodwood la "fucilata" più bella della storia

A Goodwood la “fucilata” più bella della storia

Serata speciale da Rossignoli – la storica sede dell’azienda di Corso Garibaldi 71 a Milano,
una sorta di chiesa laica per gli appassionati meneghini di bici e ciclismo
di ogni ordine e grado.  A tenere banco –  la scorsa settimana –  i racconti di Giuseppe Saronni, incalzato dalle domande e dall’eloquio di Marco Pastonesi, giornalista e scrittore.

Il pretesto per vedersi è stato la presentazione de L’ITALIA CHE VOLA, 168 pagine, Ediciclo editore, testo che rievoca le vicende sportive del “Beppe”- scritto da Pastonesi – e di Libero Ferrario, – vergato da Claudio Gregori – corridore nato anch’egli a Parabiago, vincitore del mondiale strada dilettanti a Zurigo nel 1923.

Il punto incandescente del racconto è stata la rievocazione del famoso mondiale vinto da Saronni in Inghilterra 40 anni fa con i suo numerosi retroscena: una nazionale con tante primedonne che trova però l’accordo per propiziare la vittoria del capitano di giornata.

Così quella corsa è passata alla storia come la fucilata di Goodwood, per via di un’accelerata straordinaria e forse irripetibile sull’ultimo tratto di salita del circuito inglese prima del traguardo finale.

“La corsa e l’arrivo – ha raccontato Saronni – non erano durissimi, ma la salita alla fine è diventata abbastanza difficile. Quando abbiamo provato il tracciato tutti i miei compagni di nazionale hanno capito che sembrava fosse stato disegnato per me, il problema era di dover controllare la corsa. Dissi ai miei compagni di portarmi all’ultimo chilometro che poi ci avrei pensato io. E così è stato”.

Saronni ha riconosciuto la lealtà e l’aiuto di Francesco Moser, il suo storico rivale, che in occasione del Mondiale ha abbandonato ogni ambizione personale per dedicarsi alla causa. Di più: durante la gara si sono anche parlati, fatto più unico che raro. L’ex campione del mondo ha raccontato alcuni aneddoti di quella straordinaria impresa del 1982. “Una delle cose che mi vengono in mente della vittoria di Goodwood – ha raccontato Saronni –
oltre alla felicità e alla gioia per il successo iridato sono i poliziotti inglesi, alti due metri con le scarpe numero 45, che mi hanno preso dopo l’arrivo, anzi mi hanno anche pestato un piede e avevo un gran male”.

Angelo De Lorenzi


Marco Pastonesi: “Amo i pedalapiano perché nessuno li intervista”

La festa al Vigorelli per celebrare il record dell’ora di Fausto Coppi

Tra genio e passione per il lavoro. Nasce “La Collezione”, il Museo delle bici di Ernesto Colnago

 

ARTICOLI CORRELATI