Ci sarà la bici del record dell’ora di Eddy Merckx, quella di Saronni del mondiale di Goodwood, le cinque specialissime vittoriose a Roubaix con la Mapei e tante altre chicche ciclistiche. Sorgerà a Cambiago “La Collezione”, mille metri quadrati espositivi creati da Ernesto Colnago, visionario costruttore di bici destinate ai campioni e ai tanti ciclisti amatoriali che si dilettano di fatica nei fine settimane con gli stessi mezzi usati dai professionisti.
Sarà un vero e proprio museo della bicicletta e sarà inaugurato a fine anno nel borgo della Martesana alle porte di Milano: mille metri quadrati a disposizione di tifosi, pubblico,
appassionati della bicicletta.
Colnago ha compiuto 90 anni a febbraio ed è un’icona non solo della storia del ciclismo, ma anche dell’imprenditoria. La sua storia è un romanzo. Da giovane andava in bici
e aspirava a diventare un campione, ma non ne aveva la stoffa. Alla Milano- Busseto nel 1950 cadde dopo il traguardo. In casa non riusciva a stare con le mani in mano e così iniziò
a riparare biciclette; 25 a settimana. In sei giorni guadagnò i soldi di un mese di lavoro in fabbrica. Da allora iniziò la parabola professionale di Colnago: da garzone di bottega ad artigiano, sino a diventare imprenditore conosciuto in tutto il mondo grazie alle sue bici usate dai corridori professionisti.
“Il genio? E’ anche fatica”. Così si è espresso al Politecnico di Milano, durante un incontro con gli studenti. Quando Colnago spiega il suo metodo di lavoro racconta questo aneddoto: “Un’idea poteva venirmi anche di notte. Di fianco al letto sul comodino c’era sempre un foglietto bianco per scrivere i miei appunti”.
Il lavoro per Ernesto? Sicuramente una passione.
Angelo De Lorenzi