Ven. 21 Mar. 2025
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Sesto San Giovanni, nuove polemiche sulla Moschea

Foggetta: "La destra sestese attacca in assenza di proposte concrete". Il candidato di sinistra precisa il suo pensiero: "Il rispetto della sentenza del Consiglio di Stato quindi l'annullamento del vecchio progetto, la garanzia del diritto di culto e un tavolo partecipato per definire un progetto che risponda alle esigenze della comunità locale"

Con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale sestese, tornano anche le polemiche sulla Moschea. Argomento ripreso anche dalla stampa quotidiana. Stamattina, sulla prima pagina dell’edizione milanese de Il Giornale, infatti, svetta il titolo “Sesto, la sinistra insiste. Torna la Grande Moschea” accompagnato dal sottotitolo “Il candidato Foggetta vuole la Mecca del Nord. No del centrodestra”.

«Noi ci prendiamo l’impegno di garantire i Diritti imprescindibili riconosciuti dalla Costituzione – risponde Michele Foggetta, candidato sindaco di #ReinventiamoSesto – La propaganda di destra è solo funzionale a un’assenza di proposte e di idee su quella che sarà la città nel futuro e sintomatica della paura di perdere la città. Il diritto sancito anche dalla Costituzione di ogni sestese a praticare la propria fede religiosa non è contestato da nessuno, neppure dal sindaco pro tempore leghista, tanto che la struttura provvisoria è ancora nell’area di Via Luini. Nel contempo però nessuno pensa di fare di Sesto San Giovanni una città meta di pellegrinaggi religiosi con santuari o moschee che portino a Sesto San Giovanni fedeli da tutta la regione. Saremo la città della ricerca e della salute, ed è semplicemente fuori luogo immaginarci anche come la piccola Mecca, la piccola Gerusalemme e neppure la grande San Giovanni Rotondo d’Italia. Ogni progetto che dovesse essere approvato sarà assolutamente in linea con le reali esigenze della comunità locale.»

“Il 5 dicembre 2019 la sentenza del CdS, a cui si è appellato il Comune dopo aver perso il ricorso al Tar, – dice una nota del candidato sindaco di #ReinventiamoSesto – ha annullato il Permesso di Costruire del vecchio progetto, ha ribadito la validità della Convenzione (tant’è che il Centro provvisorio è rimasto) e ha invitato le parti a trovare un accordo per un progetto ridimensionato”.

“Il Consiglio di Stato, infatti, – prosegue la nota – aveva ribadito più volte: la norma urbanistica soccombe, perché la materia non è solo urbanistica. Tradotto: in gioco non c’è il permesso a costruire di una villetta, ma i diritti individuali e la possibilità di avere un luogo di culto di una comunità”.

 

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