Ven. 19 Apr. 2024
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Cinisello Balsamo: “Senza Mufoco rischiamo di perdere non solo un Museo”

Daniela Gasparini, già sindaco della città,, interviene con un post sul suo profilo Facebook a proposito della chiusura temporanea dell'attività espositiva del Museo: "Per la città, perdere il Museo così come la presenza dell’Università Bicocca, vuole dire abbandonare la sfida di diventare una città con una rete di opportunità di scala almeno metropolitana, di non essere considerata una città dormitorio, di essere più attrattiva e di poter accedere a risorse e servizi d’eccellenza che altrimenti il Comune non potrebbe garantire ai cittadini."

Il Museo della Fotografia Contemporanea non ospita più – almeno temporaneamente – le mostre. L’istituzione è stata lasciata a secco e ora rischia di chiudere per sempre le attività a Cinisello Balsamo. Triste epilogo di un progetto nobile e ambizioso, che ha assorbito molte risorse economiche e che forse non ha restituito il dovuto alla città.

La sospensione delle attività è stata una decisione improvvisa, che non ha mancato di suscitare critiche e alimentare discussioni. Nei giorni scorsi si è levata una voce interessante, quella di Daniela Gasparini, già sindaco della città, e ideatrice del Museo di Fotografia Contemporanea. In un post pubblicato su Facebook, le sue sue considerazioni: “La chiusura temporanea del Museo di Fotografia Contemporanea è la dimostrazione evidente della incertezza del suo destino. Cinisello Balsamo, che a gennaio è stata riconosciuta come Città turistica dall’ISTAT anche perché sede del Museo di fotografia contemporanea, rischia di vedere chiuso il Museo senza che il Sindaco e l’assessore alla
cultura battano un colpo!”

“Non mi risulta infatti ci sia stata nessuna comunicazione in consiglio comunale delle prospettive che si aprivano dopo che il Ministro Dario Franceschini ha riconosciuto il valore nazionale del Museo di Fotografia Contemporanea (unico museo pubblico di fotografia in Italia) indicando la Triennale e il Museo come riferimenti per dare avvio al Museo Nazionale di Fotografia. Le uniche informazioni che circolano parlano di un progetto di trasferimento del Museo in Triennale non riconoscendo quindi alla Città di Cinisello Balsamo il ruolo svolto nella “creazione” di una istituzione di valore nazionale. Per Cinisello Balsamo, perdere il Museo così come la presenza dell’Università Bicocca, vuole dire abbandonare la sfida di diventare una città con una rete di opportunità di scala almeno metropolitana, di non essere considerata una città dormitorio, di essere più attrattiva e di poter accedere a risorse e servizi d’eccellenza che altrimenti il Comune non potrebbe garantire ai cittadini”.

“Nel progetto originale . prosegue la Gasperini – il Museo avrebbe dovuto occupare gran parte della Villa Ghirlanda, ma mancando il riconoscimento nazionale mancavano le risorse per realizzare e gestire un area museale ancora più grande; adesso che viene riconosciuto il valore nazionale e le relative risorse, il Museo e il suo archivio si dovrebbero trasferire a Milano? Sembra una beffa!”

Perché il Museo non rimane a Cinisello Balsamo, si chiede la Gasperini?

“Cinisello Balsamo – prosegue la ex sindaco –  non viene considerata una città idonea ad ospitare un Museo Nazionale perché troppo proletaria? Si ritiene che gli investimenti culturali debbono riguardare solo il capoluogo?”

“L’amministrazione comunale – è l’affondo della Gasperini –  si sarebbe dovuta ‘battere’ per preservare il Museo a Cinisello Balsamo, per non impoverire la città, per ampliare le opportunità di crescita economica, migliorare l’immagine e l’attrattività”.

“Sarebbe ora  – è il finale – che il Consiglio Comunale e i cittadini fossero informati sulla situazione del Museo e sulle scelte che l’amministrazione comunale ha fatto o intende fare.”

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