Mer. 18 Set. 2024
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“Tuamore”, il memoir materno di Crocifisso Dentello

È da oggi in libreria il romanzo dello scrittore milanese dedicato alla madre morta per un carcinoma al seno nel novembre del 2020. Non si tratta della prima iniziativa organizzata in sua memoria: lo scorso anno aveva ottenuto grande riscontro l’appello lanciato per raccogliere libri da donare all’Istituto dei Tumori di Milano, con l’obiettivo di “convertire il dolore in un atto di generosità a beneficio di chi soffre”

In questo personalissimo diario Dentello si rivolge direttamente alla madre scomparsa, tratteggiando bozzetti di vita quotidiana in cui affiora l’umanità di una figura di cui, lontano da mitizzazioni e idealizzazioni, non vengono nascosti gli aspetti più prosaici. Ne emerge il ritratto di una donna vigorosa, forte, decisa e allo stesso tempo tenera e protettiva, che alle ingiustizie della vita oppone le armi dissacranti dell’ironia e del sarcasmo.

Edito per La nave di Teseo, questo è il terzo lavoro dello scrittore brianzolo, trapiantato nella periferia milanese di Bicocca. 

“Ribattezzo il tumore in tuamore per esorcizzare la sventura”

In un susseguirsi di ricordi, tra aneddotica privata (in cui i momenti drammatici della malattia occupano una parte minima del libro) ed eventi della Storia, si delineano le vicende di Melina, giovane siciliana trapiantata nella Brianza degli anni Sessanta; a queste fa da contraltare il dolore presente, mancanza e nostalgia di un legame affettivo reciso definitivamente. Racconto e riflessioni si alternano all’interno di un unico flusso di coscienza, dove a parlare è una voce delicata, capace di lasciarsi andare a una commozione malinconica ma mai straziata: «Ora la finestra è il desolato benvenuto dei vuoti che mi attendono».

L’autore intesse un dialogo che diventa anche occasione di confessione postuma, svelando i non detti del rapporto con la madre e dando ragione dei motivi del suo scrivere: scrittura che non vale solo come memoria ma funziona anche da riscatto, per ripagarla delle delusioni della vita – estremo «tentativo di essere figlio fino in fondo».

Al lirismo mai ingombrante di certe frasi («Sfiorare la tua intimità è stato come sublimare l’istante in cui mi hai partorito») risponde il parlato vivo della quotidianità, che si manifesta nel dialetto, nei colloquialismi e volgarità dei suoi personaggi; questo materiale linguistico viene composto con sapienza dentro una prosa misurata, attraverso la precisione dei termini e delle espressioni – cifra stilistica dell’autore che appare ormai consolidata.

Il pregio del libro di Dentello sta nella capacità di oggettivare le vicende senza distaccarsene: trasuda partecipazione evitando l’affettazione, è emotivamente coinvolto ma non scade nel patetico, riuscendo infine nel suo intento: ritrovare (e far scoprire) nell’amore materno il centro e il senso di questo volume.

L’ascesa letteraria di uno scrittore autodidatta

Crocifisso Dentello è uno scrittore autodidatta – con gli studi non è andato oltre la terza media – che si è costruito un affezionato seguito anche grazie ai social network. Dopo una serie di rifiuti esordisce con Finché dura la colpa (Gaffi, 2015), che trova il parere favorevole di critici e pubblico; arriva ad essere notato da Elisabetta Sgarbi che lo accoglie a La nave di Teseo, per cui pubblica La vita sconosciuta (2017). Collabora al Fatto Quotidiano.

Crocifisso Dentello

Tuamore
La Nave di Teseo, pagg. 122, euro 17,00

a cura di Simone De Lorenzi

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