Dopo 20 anni il vecchio inceneritore di via Manin è stato spento per dare ufficialmente inizio alla “rivoluzione green” che vedrà la realizzazione della biopiattaforma, l’infrastruttura innovativa e sostenibile che unirà in un unico impianto un termovalorizzatore e un depuratore, destinata a diventare un polo di economia circolare a emissioni zero di CO2 di origine fossile.
La cerimonia stamane alle 10, cui hanno preso parte il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, il presidente di Gruppo Cap, Alessandro Russo, l’assessore all’Ambiente di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo – in sostituzione del presidente Attilio Fontana impegnato nella visita a Milano del capo della Protezione Civile Curcio e del Commissario Figliuolo – insieme ai rappresentanti di Città Metropolitana e dei Comuni soci, Cologno, Pioltello, Segrate, Cormano e Cinisello Balsamo.
A fare gli onori di casa il primo cittadino sestese Roberto Di Stefano: “Oggi è una giornata storica per Sesto San Giovanni, per il Nord Milano e per tutta la Lombardia – commenta il sindaco – anni fa abbiamo trovato un impianto giunto a fine vita e dovevamo fare una scelta: optare per un revamping costosissimo e con una tecnologia obsoleta e inquinante oppure puntare su un progetto green e sostenibile da studiare bene nei minimi dettagli. Insieme, con i sindaci dei Comuni soci del consorzio abbiamo individuato Gruppo Cap come interlocutore pubblico per intraprendere questo percorso storico”.
“La biopiattaforma di Sesto, un progetto unico”
Il progetto della biopiattaforma, che rappresenta un unicum in Italia e oggi il più importante a livello europeo, segue la logica della sostenibilità, dell’innovazione e del riuso e del riciclo delle risorse con l’obiettivo di guardare al futuro per offrire una migliore qualità di vita alle nuove generazioni. “Una sfida unica che siamo prontissimi ad affrontare sul territorio e che avrà ricadute positive su tutta l’area metropolitana verso sistemi virtuosi e innovativi di gestione dei rifiuti”, sottolinea Di Stefano.
Il progetto ha visto il coinvolgimento attivo dei cittadini, delle associazioni del territorio, di tecnici ed esperti, che hanno contribuito alla sua definizione all’interno di un percorso partecipativo volto da un lato a fornire informazioni chiare e corrette, e dall’altro ad analizzare le richieste pervenute con lo scopo di migliorare il progetto ed adattarlo nella maniera più adeguata al contesto nel quale verrà inserito. È stato inoltre costituito un organismo permanente ed autonomo che avrà il compito di monitorare in ogni sua fase lo sviluppo del progetto della biopiattaforma.
La nuova struttura, per cui Cap ha investito oltre 50 milioni di euro, tratterà i fanghi di depurazione delle acque, consentendo di produrre energia termica per il teleriscaldamento e recuperare fosforo da impiegare come fertilizzante. In questo modo, il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia e il restante 25% in fertilizzante. Grazie poi al trattamento dei rifiuti umidi si otterrà invece una produzione di biometano che ridurrà l’emissione di anidride carbonica del 97%, praticamente azzerandola. La trasformazione dell’inceneritore in biopiattaforma, inoltre, non contempla nuovo consumo di suolo e, rispetto all’attuale impianto, i fumi inquinanti saranno ridotti di quasi l’80 per cento. Con l’avvento del nuovo sistema di trasformazione dei rifiuti ci saranno anche ricadute economiche sui territori che comporteranno risparmi sia bolletta dell’acqua sia nella tassa sui rifiuti per i cittadini.
La nuova biopiattaforma ospiterà anche un polo di ricerca avanzata che si è già assicurato un finanziamento di 2,5 milioni di euro grazie a un progetto europeo Horizon 2020. “Un polo green – chiude Di Stefano – che assumerà un valore ancora più importante in questa fase storica in cui il governo Draghi ha posto le grandi sfide della rivoluzione verde e della transizione ecologica nel suo piano nazionale di ripresa. La nuova biopiattaforma di Sesto San Giovanni sarà un modello di produzione energetica sostenibile a livello nazionale che mi auguro possa essere preso come esempio da altre regioni, per un’evoluzione di ampio respiro che sappia cogliere al meglio tutte le opportunità”.
Addio al vecchio inceneritore
Lo spegnimento del vecchio inceneritore segna oggi la “fine primo tempo”, come sottolinea il presidente di Cap, Alessandro Russo, e a partire da domani il percorso entrerà nel vivo della fase che porterà alla realizzazione del nuovo impianto. Salvaguardati tutti i posti di lavoro, come si era ripromesso il gruppo Cap, inizierà la fase di pulizia e smantellamento della vecchia struttura per poi aprire il cantiere vero e proprio: “Da settembre dovremmo cominciare a fare le demolizioni ed è prevista per dicembre 2022 l’inaugurazione della prima linea di produzione, quella che trasformerà i rifiuti umidi, e a marzo 2023 sarà messo in funzione l’intero impianto industriale”. Sono previste anche delle compensazioni per quattro milioni di euro, tra cui la pista ciclopedonale che collegherà il Parco Media Valle del Lambro e il Parco Martesana.
Di Micol Mulè