Mar. 23 Apr. 2024
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Pensiero in periodo di Coronavirus

Cari amici,
sento il bisogno di scrivervi come sto vivendo questi giorni, e quello che mi sento di raccontare ora.
Vorrei affrontare un tema molto caro, non tanto per dare delle risposte, quanto per porre delle domande e lasciarle aperte.

E’ fondamentale ci si renda conto che è la vita a essere un’eccezione alla morte, non il contrario.
E’ fondamentale ci si renda conto che vivere è un privilegio, morire la normalità.
E’ fondamentale ci si renda conto dover cambiare prospettiva nel vedere le cose. L’alternativa, il rischio, è vivere altrimenti con insufficienza .

L’ignoranza, lo sconcerto, la paura. Questa è la crisi di fronte a cui ci troviamo davanti: un avvenimento inaspettato su cui non si ha il controllo e di fronte al quale ci si riscopre deboli, fragili, impotenti.

E’ necessario si colga questo momento per renderci conto che non siamo immortali, e che è la vita stessa a essere un’eccezione, molto più rara e atipica rispetto alla morte. Questo, quantomeno, insegnano la chimica, la biologia, la statistica.
Indubbio: l’uomo è per natura abilis , capace di cose inimmaginabili.
Indubbio: l’uomo si abitua facilmente alla comodità, e ha paura di soffrire.
Indubbio: l’uomo è fragile, debole, impotente. Ignoranza, sconcerto, paura: ciò che ora è necessario approfondire.

Quando si è alle strette, è questo che accade, sempre. E si deve fare i conti con la realtà che si impone.
Finalmente, voglio dire.
La gente – pur senza colpa – muore. Senza che ci possa fare niente.
La politica – sia quella più liberale, sia quella più interventista – prende misure drastiche, difficili, atipiche.
La finanza – come in ogni crisi – crolla. E con questo la vita di molte persone. I più deboli – esattamente come da teoria darwiniana – saranno quelli a rimetterci maggiormente.

Accade – è inevitabile accada, come è sempre accaduto e sempre accadrà.
E’ importante che questa crisi venga letta anche come una crisi sociale, e che si cominci a cambiare il modo di vedere la realtà.
E’ importante si cominci da subito, e non si pensi mai di essere arrivati.
E’ fondamentale ci si renda conto che è la vita stessa ed essere un’eccezione alla morte, non il contrario.
E’ solo con questa consapevolezza che possiamo andare avanti, ed essere persone migliori.
E’ necessario si facciano scelte coraggiose, e si scelga di non fare la strada più facile ma quella più giusta.
E’ necessario non si prendano scorciatoie, o sarà solamente mettere la polvere sotto il tappeto. Esattamente come quando nella vita si sa di star facendo la cosa sbagliata e ci si dice “va beh, non è un grosso problema, ci penserò domani”.

E invece sì che è un grosso problema. Ci si deve rendere conto che il domani è oggi, e che è solo oggi che possiamo, e dunque dobbiamo, fare qualcosa. Si deve andare a fondo di questa crisi, viverla appieno, sentirla nostra per davvero.
Altrimenti, non moriremo oggi, ma moriremo domani, con la certezza – e il conseguente rimorso – che al coraggio abbiamo preferito la meschinità.
Possiamo evitare la fatica, è vero, ma a quale prezzo?
Possiamo davvero permetterci – anche questa volta – di dire “va beh, non è un grosso problema, ci penserò domani”?

Io sono convinto di no. E’ giusto, dunque morire. E’ giusto, dunque, soffrire. E’ la vita, ed è bella, tremendamente bella, proprio perché è così. La difficoltà che si presenta è quella di essere sinceri con se stessi, leali per davvero, non solo a parole. Ci vuole tempo, certo, ed è necessario darselo. Ma vanno fatte delle scelte nette e chiare, dire sì e dire no. E va cominciato ora. La vita deve andare avanti, e noi dobbiamo scegliere di crescere. Dobbiamo . Non scegliamo la meschinità, ma il coraggio e il valore. E quandove non bastasse il coraggio, si abbia fede . Fede, fiducia in se stessi, negli altri, certi che questa vita è troppo grande perché ne possiamo avere il controllo, e perché sia vissuta da noi stessi. Questa vita non ci appartiene, ed è giusto ridarla indietro – senza paura e con coraggio – quando le circostanze lo richiederanno. Del resto, ci è stata promessa la Vita Eterna, di fronte a questo è davvero possibile dire “va beh, ci penserò domani”?

E’ fondamentale ci si renda conto che è la vita a essere un’eccezione alla morte, non il contrario. La vita che ogni giorno è data. Si ringrazi ogni giorno per questo miracolo, non si pianga invece la fatica, la paura, la morte, fondamentali invece proprio per andare avanti, migliorare, crescere. Un’ultima cosa, dunque, ritengo di dover dire. La fatica più grande è quella di imparare a fidarsi , imparando a non vivere da soli, chiedendo aiuto. La fatica più grande è quella di accettare di non avere il controllo, che non dipende da noi, che non sappiamo come andrà. La fatica più grande è quella – nonostante questo, proprio perché questo – di dire di sì. E starci, fidandosi. Io, personalmente, non ne sono per nulla capace.

A te che leggi, dunque per favore, non lasciare restino solo forti, belle e drammatiche parole, queste. Movimentiamoci, certi che è questo quello a cui siamo chiamati: non restare fermi alle provocazioni, ma aderire a questo movimento che, anche dentro la morte, genera vita. E’ solo così, per me, che è possibile non tanto sopravvivere quanto invece vivere in una circostanza che – altrimenti – non sarebbe sostenibile.

E’ così che sto passando questi giorni.

Questi sono gli aggiornamenti.

Un saluto, amici.

Pietro Fossati

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